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My Hero Academia, Stagione 4: Commento episodio 6

Siamo già al sesto episodio di My Hero Academia, ed è tempo di iniziare a capirci qualcosa. Una storia tremenda, infatti, è proprio quel tipo di episodio pieno zeppo di dialoghi, di quelli belli pesanti. Eppure, nonostante questo, Masahiro Mukai riesce con sensibilità ad allestire uno spettacolo interessante e soprattutto a somministrare le informazioni necessarie senza ricorrere agli spiegoni forzati che spesso avvengono tra personaggi.

Non che queste informazioni fossero particolarmente sorprendenti, comunque. In fin dei conti la maggior parte di esse erano già in nostro possesso o erano comunque facilmente intuibili. Ciò ovviamente è dovuto al fatto che il nostro è un punto di vista esterno, ma i personaggi mica ce l’hanno. A loro si che serviva unire tutti i punti.
Punti che, non dimentichiamolo, hanno permesso alla storia di approfondire maggiormente i personaggi secondari: Milio, Kirishima, All Might, Sir Nighteye, Amajiki (dei Big Three) — tutti personaggi adesso più vicini a noi, proprio grazie a questa introduzione.

Ma dov’è che convergono tutti questi punti? All’inizio della battaglia. Gli sviluppi che ci attendono non possiamo ancora saperli, ma sono convinto che non saranno molto positivi. Sarà una sensazione mia, ma durante gli ultimi episodi ho avvertito del pessimismo nascosto tra le righe della narrazione. E non mi riferisco soltanto al confronto avvenuto recentemente tra All Might e Deku, ma anche di quello che avverrà in futuro tra gli eroi e i villain. Mi preoccupa l’arrivo di Overhaul e il suo quirk, mi preoccupa la sua alleanza con Shigaraki, ma soprattutto mi preoccupa quel maledetto proiettile. Sir Nighteye ha ipotizzato che fosse soltanto un prototipo, e spero vivamente che si sbagli.

Su una cosa però non si sbaglia: Eri è praticamente il nucleo del potere che la Yakuza ha ottenuto sul mercato nero. E, purtroppo, Milio e Deku se la sono fatta scappare…più o meno. Certo, come lo stesso Sir fa notare sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile, salvare Eri in quella situazione, però purtroppo i due personaggi sono afflitti dal senso di colpa. Ed è per questo che loro, più di chiunque altro, non vedono l’ora di toglierla dalle grinfie dei cattivi. Quando l’hanno incontrata per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di notare le differenze che li separano nel loro operato, eppure questa volta Deku e Milio sono uniti nel rimorso. E dalle loro facce si vede e come, anche grazie ai fantastci disegni della seconda parte dell’episodio, per i quali dovremmo ringraziare le correzioni di Minami Sakura e Takahiro Komori, oltre che quelle di Hitomi Odashima.

Non che ad averla difficile siano soltanto i giovincelli, comunque. Sir Nighteye è tra le figure più importanti dell’operazione di salvataggio, eppure ha palesemente dimostrato la sua fragilità dinanzi a tutti. Perché dai, diciamolo chiaramente, le sue erano tutte scuse. Il personaggio appare come un freddo calcolatore, però in vero è molto sensibile. Probabilmente nessuno degli eroi lì presenti è tanto importante per lui quanto il suo adorato All Might, ma nonostante questo si è comunque rifiutato di mettersi in gioco.

Aizawa invece si dimostra un grande insegnante. Di quelli che non hanno paura di ammettere i propri sbagli e che soprattutto imparano da essi. Il pericolo è estremamente vicino, ma nessuno può né deve tentare di sottrarre i ragazzi da esso. Ormai ci sono tutti dentro fino al collo, e un semplice ordine sarà tutt’altro che sufficiente a fermarli.

Alla prossima di My Hero Academia!


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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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