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Game of Thrones 8×01: sull’orlo del precipizio (e un po’ del fanservice)

La sfuggi, la temi, ma alla fine arriva. E tu sei lì, esattamente come quel ragazzino di otto anni fa che guarda la prima puntata di questa nuova cosa chiamata Game of Thrones, che nessuno conosce, della quale tua mamma non si è ancora appropriata ululandoti “ma Tyrion è quello alto?”. Il simbolo della HBO crocchia, le note incalzati di Ramin Djawadi ti avviluppano per l’ennesima volta e… si comincia. L’ultima stagione di Game of Thrones è iniziata davvero.

Ora, avviso ai naviganti. Dato che siamo dei pazzi furiosi (cit.) troverete tutti i lunedì la recensione del nuovo episodio. Si ride, si piange, ci si abbraccia tutti assieme. Ma se avete gli occhi azzurri restate fuori. Pronti?

DA QUI IN POI SPOILERISSIMI SULLA 8X01 DI GAME OF THRONES

Non ci si aspettava di partire con il botto. E, infatti, il botto è la nuova sigla. Semplicemente fenomenale, una variazione sul tema che ci inserisce dentro Westeros come mai prima d’ora. Chapeau.

E poi si comincia davvero. Tutti a Grande Inverno, sfilando davanti ad Arya che sembra fare la conta dei morti di fine serie. “Muore, non muore, muore, non muore…”.

E Tyrion fa una battuta sui testicoli di Varys. Game of Thrones continua a tirarsi dietro questa cosa che bisogna far ridere ogni attimo. Tyrion e Varys si sono sempre stuzzicati, vero, ma durante puntate che li vedevano duellare con la lingua a più riprese, perciò le “gag” per consolidare il loro rapporto erano giustificate. Ora sembra che parlino solo così. E Tyrion, purtroppo, resta sempre più una macchietta, deriso qua e là, capace di salvarsi solo con una battuta (ormai neanche così divertente). Persino Sansa se lo mangia vivo.

Ecco, Sansa continua a confermarsi uno dei personaggi scritti meglio, dove amore e logica si fondono, assieme a un’esperienza di vita, a una sofferenza tramutata in caparbietà che, appunto, riesce a svettare su Tyrion. Sì, era una battuta sulla sua statura e no, non era voluta.

E poi… il fanservice. Game of Thrones ci ha ormai abituati a un elemento che la serie aveva cancellato fin dall’inizio: il “volemmosebbene”. Che ci sta, eh, ma non in maniera così gratuita. La camporella di Jon e Dany, con il momentocringe© della puntata (Drogon che li guarda infilarsi un tapis-roulant di lingua in gola) potevano anche risparmiarsela. Serviva a far cavalcare il drago a Jon? Ok, falli impennare in cielo, poi concentrati su altro. E sì, Dany ci mette sei stagioni, Jon un episodio. Ma l’inverno è arrivato e bisogna fare in fretta. Poi, dai, è comunque Aegon Targaryen, i draghi lo sentono.

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Inutile dire che l’abbraccio con Arya lo volevamo tutti. Tanto. Ci si emoziona un po’, perché siamo anche noi lì a stringere questi poveri disperati, pronti a morire ma ancora capaci di ricordarsi com’era giocare assieme da bambini, mentre papà (e zio) Ned stava sulla balaustra a guardare. Se solo Kit Harington avesse una mimica facciale migliore di un pedalò senza scivolo. Fortuna che Maisie Williams lavora per due.

Ecco, andiamo anche al momentovabbeh© di questa 8×01 di Game of Thrones. Theon che, in tutta calma e tranquillità, libera Asha. Così, in scioltezza estrema senza quasi sudare, e si ciula pure le navi. Theon, il nuovo Danny Ocean di Game of Thrones. Nonostante gli manchino i suoi eleven centimetri.

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Fortuna che ad Approdo ci sono Qyburn Mengele (che ha ancora tantissimo da dire) e questa nuova strana coppia Euron/Cersei. Scambi taglienti, al limite, sul filo di un rasoio che la Regina è pronta a usare per il Polipone. Sta solo aspettando il momento giusto. Oh, magari invece sa manovrare bene il kraken e ciao ciao Jaime. Sorvoliamo su Strickland, capitano prosciuttone della Compagnia Dorata. Presenza scenica: ragionier Filini.

Puzza da morire invece l’incarico dato a Bronn. Cersei non riesce a uccidere i fratelli da sola e delega tutto (con la balestra ammazzaTwyin) a uno che fino a ieri è stato culo e camicia con entrambi? Sì che è un mercenario, ma non prendiamoci in giro. Cersei, ti stai rammollendo o c’è sotto dell’altro?

Ed eccoci al momento clou della 8×01 di Game of Thrones: Jon, ora sai chi è tuo padre. Di nuovo, Kit Harington, bello come il sole eh, ma non riesce a restituire con il volto una notizia del genere. Persino Samwell sembra più stupito di lui.

Certo che se Bran li avesse riuniti tutti in una stanza per dire le cose come stavano… Ma così, almeno, Jon tenterà di non far sapere la verità, perché non vuole essere Re e perché è ovviamente innamorato di Dany.

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Bran, il campione mondiale di “il primo che distoglie lo sguardo ha perso” sembra comunque troppo apatico per voler davvero giocare un ruolo nella vittoria del genere umano sugli Estranei. Va bene che il suo è un ruolo super partes, ma vederlo prendere qualche decisione non sarebbe male. Sempre che non sia lui il Re della Notte, giusto?

Ah, arriviamo anche ai due momenti migliori: il carnoso murale con il bambino che ti fa saltare il culo in gola e l’incontro Bran-Jaime. Nikolaj Coster-Waldau ci spezza il cuore, nel suo sguardo c’è tutto (anche perché, ricordiamolo, al sud erano convinti che Theon li avesse bruciati davvero i bimbi Stark). Speriamo in un bel dialogo fra i due.

CONSIDERAZIONI FINALI

La 8×01 di Game of Thrones comincia sulla scia della scorsa stagione: lo spirito dell’inizio è ormai sfilacciato, ma la giostra è troppo imponente per scendere. Sarebbe anche un’ottima prima puntata… se non ne rimanessero soltanto cinque. Il rischio grosso è che farciscano ogni episodio di qualsiasi avvenimento possibile, perché non c’è materialmente il tempo per prendere fiato, e che i teletrasporti e i momentivabbeh© prendano il sopravvento su una trama che dovrebbe essere srotolata con il bisturi. Le prossime settimane saranno oscure e piene di terrore, ma le nostre recensioni vi terranno compagnia, non temete.

Ci vediamo lunedì prossimo, magari nel mentre cerchiamo di capire che fine abbia fatto Dorne.

Voi cosa ne pensate della puntata? Fatecelo sapere nei commenti!

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Edoardo Ferrarese

Edoardo Ferrarese

Nato a Novi Lugubre l’11/11/92, anche se nessuno lo ha interpellato sulla questione. Laureato in Lettere Moderne senza infamia e, soprattutto, senza lode, capisce che magari gli piace la critica cinematografica e il Cinema tutto, anche se troppo tardi, e che vuole scriverne, perciò prende pure un diploma alla Scuola Holden (tanto per non continuare a sembrare un radical chic di merda). Finirà per insegnare letteratura italiana nel liceo del suo diploma, però questo non ricordateglielo mai.

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