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Astro Bot Rescue Mission, la recensione: un platform a 360 gradi

Astro Bot Rescue Mission porta il platform su PlayStation VR

Parlare di titoli da giocare in realtà virtuale, è sempre intrinsecamente complicato. L’esperienza ludica, infatti, è ineluttabilmente legata alle percezioni sensoriali del giocatore, sempre difficili da descrivere a parole. Il giudizio relativo al titolo di cui si parla è sempre legato alle esperienze personali, e solo in un secondo momento alla bontà del titolo in sè. Tanti sono infatti i videogiochi che hanno divertito tutti i possessori di PlayStation VR, che tuttavia hanno ricevuto recensioni poco lusinghiere dalla critica specializzata. Il punto essenziale, e forse più tecnico, nell’analisi dei titoli in VR è sicuramente il seguente: il titolo funziona perchè giocato in realtà virtuale, o questa feature è solo un extra, argenteria ludica?

Oggi vi parleremo di un titolo che risponde pienamente alla prima di queste due opzioni, e che ci ha convinto sotto tanti punti di vista, al netto di qualche piccola imperfezione. Astro Bot Rescue Mission, esclusiva PlayStation 4 e PlayStation VR, è stato sviluppato da una divisione di Japan Studio. ASOBI!. Ricordiamo che la stessa sviluppò Playroom VR, titolo utile a testare le potenzialità della realtà virtuale made in Japan. Volete sapere perchè Astro Bot Rescue Mission ci ha convinto? Scopritelo nella nostra recensione!

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La missione di Capitan Astro

Le premesse narrative di Astro Bot Rescue Mission sono nient’altro che un pretesto per giustificare l’avventura del piccolo Capitan Astro, protagonista del gioco. Un alieno proveniente da una dimensione sconosciuta ha infatti distrutto il piccolo mondo degli Astro Bot, minuscoli robottini già visti in Playroom VR. Toccherà all’ultimo superstite, Capitan Astro, recuperare i suoi amici sparsi nei 20 livelli di cui è composto il gioco, e sarà compito di noi giocatori dare lui una sostanziosa mano. La premessa è sicuramente spassosa, soprattutto nel modo in cui viene trasposta a schermo, e nonostante l’assenza di dialoghi Capitan Astro è sicuramente un personaggio tenero e divertente, così come divertenti e ben caratterizzati nell’aspetto sono i boss che incontreremo nel corso della nostra avventura.

Niente di trascendentale dunque, ma da un platform in realtà virtuale non ci si aspettava certo una narrativa in stile Hideo Kojima. In ogni caso, il gran merito di Astro Bot Rescue Mission è quello di far sentire il giocatore parte della storia. Infatti colui che indossa l’headset di Sony entrerà diverse volte a contatto sia con i villain, sia con i piccoli robot salvati nel corso dell’avventura. Dunque, la realtà virtuale non si riduce a un mero plus, neppure per ciò che concerne la narrativa.

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Un platform a 360 gradi

Astro Bot Rescue Mission è tranquillamente definibile come un platform a 360 gradi: un nuovo esperimento ludico, mai visto in precedenza, la cui riuscita è possibile solo tramite l’utilizzo della realtà virtuale. Il gameplay del titolo è quello di un classicissimo platform vecchio stampo: si corre, si salta, si raccolgono monete e collezionabili vari, e si uccidono orde di nemici. Il controllo di Capitan Astro è infatti relegato alla pressione dei tasti X e Quadrato del Dualshock 4, che permetteranno al nostro protagonista rispettivamente di saltare, e di prendere a pugni i tanti e coloratissimi nemici presenti nel titolo.

La vera innovazione portata da Astro Bot Rescue Mission sta però nel ruolo dedicato al giocatore. Essendo la telecamera del titolo fissa, starà proprio al giocatore sporgersi con la testa per guardare nei vari angoli al fine di scovare segreti e robot dispersi, oltre che per seguire i movimenti di Capitan Astro. Toccherà dunque girarsi a destra, a sinistra e guardare in alto ed in basso innanzitutto per non perdere di vista il nostro piccolo alter ego, ma anche per non perdersi alcuno dei passaggi segreti e dei collezionabili sparsi nel mondo di gioco.

Le lotte con i boss e l’immersività di Astro Bot Rescue Mission

Di ottima fattura anche gli scontri con i boss, ben congegnati seppur parecchio semplici da portare a termine. Inoltre, è da segnalare la presenza di una modalità sfida, sbloccabile tramite il ritrovamento di alcuni camaleonti sparsi all’interno del mondo di gioco. All’interno di tale modalità dovrete sostanzialmente uccidere quanti più nemici possibile nel lasso di tempo che il gioco vi metterà a disposizione. Nulla di innovativo, ma comunque una gradita aggiunta, che aumenta, seppur di poco, la scarsa longevità di Astro Bot.

Inoltre, al fine di rendere il giocatore parte attiva del titolo, sarà possibile rimuovere alcuni ostacoli a testate, eliminare alcuni particolari nemici con il movimento del nostro capo, e creare dei passaggi per il piccolo Capitan Astro utilizzando il nostro corpo. Il giocatore dunque viene reso parte attiva della formula ludica scelta da ASOBI!, che con questi piccoli ma graditissimi espedienti riesce sicuramente ad aumentare il senso di immersività che permea tutto il titolo.

Tutte le feature che prevedono dunque l’utilizzo del nostro corpo e della nostra testa, oltre che la grande interattività donata dagli svariati utilizzi del controller. Siamo sicuri che questa commistione verrà presa ad esempio per i prossimi platform che verranno sviluppati in realtà virtuale. Come già affermato in precedenza, dunque, le meccaniche di Astro Bot Rescue Mission funzionano proprio grazie alla realtà virtuale, parte integrante ed attiva dell’istanza ludica e non mera spettacolarità sensoriale. Senza l’utilizzo del PlayStation VR, saremmo qui a parlarvi di un platform facile, forse anche mediocre, che invece acquista vita proprio grazie all’headset Sony.

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Una gioia per gli occhi…

Il lavoro di ASOBI! effettuato per ciò che concerne il profilo tecnico di Astro Bot Rescue Mission, è veramente egregio. Il titolo, che abbiamo provato su PlayStation 4 Pro, è particolarmente colorato, pieno di effetti particellari, bello da vedere e, stranamente per un titolo PlayStation VR, molto fluido. Il design dei 20 livelli, sparsi sui 5 pianeti disponibili, è davvero ben fatto: si passa da cantieri in costruzione a grotte illuminate da magici funghi, fino ad arrivare ad ambientazioni di stampo futuristico, tra cui un gigantesco robot che ci ha ricordato leggermente il Gigante di Ferro.

Ottimo il design di Capitan Astro e dei boss che affronteremo durante la nostra avventura. Nota di demerito per il design dei nemici, tutti troppo simili e non particolarmente ispirati. Degno di nota è il senso di immersività e di verticalità dato dal sapiente utilizzo della realtà virtuale; sotto questo profilo, si vede che il team di sviluppo di Astro Bot Rescue Mission è abituato a lavorare con la stereoscopia ottica. Ben fatto anche il comparto sonoro, ricco di motivetti gioiosi e incalzanti, che si amalgamano perfettamente con i livelli proposti al giocatore.

… Con qualche problema di Motion Sickness

Purtroppo, data la natura delle meccaniche di Astrobot, abbiamo avuto qualche piccolo episodio di motion sickness. Nulla di particolare, soprattutto se confrontato ad altri titoli giocati, ma ci sembrava doveroso segnalare che lo spostamento della telecamera può provocare qualche problema, in quanto il titolo si gioca comunque da fermi. Forse uno spostamento più lento della visuale avrebbe risolto la questione.

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In conclusione

Astro Bot Rescue Mission è sicuramente uno dei titoli più riusciti disponibili su PlayStation VR. Nonostante l’eccessiva facilità di alcuni livelli e la scarsa longevità, ASOBI! ha confezionato un titolo ben fatto, che fa della realtà virtuale il suo punto di forza e non un mero extra. Infatti, il giocatore viene reso parte integrante dell’avventura di Capitan Astro, arrivando a essere considerato un vero e proprio protagonista del gioco. Ottime quindi le tante trovate di ASOBI!, che ha dimostrato ancora una volta di saper sfruttare la stereoscopia ottica in modo egregio. Il titolo sarà disponibile a partire dal 2 Ottobre in esclusiva PlayStation 4 e PlayStation VR. Nel caso in cui possediate l’headset targato Sony, tenete a mente che Astro Bot Rescue Mission è sicuramente un titolo da tenere in estrema considerazione.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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