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USA: al bando gli smartphone cinesi?

Se c’è un paese che viene visto come rivale commerciale dagli Stati Uniti, quello è la Cina. Negli ultimi anni, con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca le tensioni sono andate aumentando. In quella che rischia di diventare una vera e propria guerra commerciale, uno dei terreni di scontro è il mercato tech, in particolare quello degli smartphone.

I precedenti

Non è certo una novità: FBI e CIA già da diversi anni indagano su colossi asiatici come Huawei e ZTE, accusati di aver sottratto dati sensibili agli utenti mediante l’utilizzo di backdoor.

La situazione nelle ultime settimane è degenerata sempre più rapidamente. L’ultima goccia è stato il divieto definitivo di utilizzare modem cinesi all’interno del Pentagono per motivi di sicurezza.

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La speculazione

Risale a meno di un mese fa il divieto di vendita di smartphone di provenienza cinese all’interno delle basi militari a stelle e strisce. Questo è stato da tutti interpretato come il primo passo verso un ban definitivo all’ingresso di questi prodotti sul suolo americano.

Stando alle agenzie di stampa statunitensi sarebbe ormai questione di pochi giorni l’ufficializzazione del blocco.

Il presidente americano non fa nulla per allentare la tensione, anzi! È indicativo un tweet da lui pubblicato in cui annuncia:

Domani l’amministrazione Trump e i più importanti businessman cinesi si incontreranno, ma sarà un duro colpo per la Cina se dovessero vincere i commerci americani!

I due produttori per ora si rifiutano di rilasciare dichiarazioni oltre ai pochi comunicati stampa rilasciati finora, probabilmente in attesa di conferme ufficiali sulla questione.

La fine? O forse no…

Per valutare i possibili sviluppi della vicenda, tuttavia, è necessario fare alcune considerazioni. Da un lato, la fetta di mercato di questi produttori in USA è inferiore al 5%, quindi non si tratta di un mercato vitale per loro. Dall’altro lato, il mercato cinese, l’unico a non aver subito particolari flessioni in ambito smartphone, è sempre risultato molto ostico da avvicinare da parte di aziende occidentali. Indicative le vicende di Uber e Netflix, che si sono viste scacciare dal paese.

La Cina quindi non possiede un forte potere contrattuale in queste trattative. Forse l’intenzione di Trump è proprio quella di costringere lo Stato guidato da Xi Jinping ad alcune concessioni.

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