La battaglia tra YouTube e gli adblocker è entrata in una nuova fase, e sembra che la piattaforma di Google stia giocando duro. A partire da giugno 2025, il colosso del video online ha avviato una serie di misure mirate a rendere l’esperienza di visione estremamente difficile per chiunque tenti di aggirare la pubblicità senza passare per l’abbonamento a YouTube Premium. Il risultato? Un YouTube quasi inutilizzabile per chi naviga con un adblock attivo.
Tra le mosse più evidenti ci sono stati il blocco di numerosi adblocker, tra cui UBlock non più supportato da Chrome, e la conferma che anche gli abbonati a Premium Lite vedranno annunci nei contenuti Shorts, in un evidente tentativo di spingere gli utenti verso il piano Premium completo. Ma il passo più controverso è arrivato con una limitazione tecnica, ovvero l’introduzione di rallentamenti nel caricamento dei video per chi utilizza estensioni per bloccare gli annunci.
Sui social, come ad esempio su Reddit, diversi utenti hanno riportato che i video rimangono bloccati su uno schermo nero per la durata equivalente a uno o due spot, con un messaggio nell’angolo in basso a sinistra che indica “interruzioni in corso”. YouTube non si nasconde più dietro a errori casuali e il messaggio include esplicitamente tra le possibili cause l’uso di adblocker.

Il gioco del gatto e del topo continua
Secondo analisi tecniche, come riportato dal portale Telegrafi, YouTube starebbe sfruttando funzioni JavaScript come setTimeout
per introdurre ritardi artificiali fino a cinque secondi prima di caricare il contenuto. E non si tratta solo del video in sé, ma include anche funzioni base come commentare, caricare nuovi video o persino navigare tra le sezioni del sito risultano rallentate per chi tenta di eludere gli annunci.
Nel frattempo, gli sviluppatori di estensioni adblocker stanno cercando contromisure. Come riportato da PCWorld, un rappresentante di AdGuard ha descritto la situazione come “un classico gioco del gatto e del topo“. Alcuni workaround temporanei sembrano funzionare, ad esempio tramite il browser Brave, ma anche lì molti utenti lamentano schermate nere e performance altalenanti.
Dietro tutto questo c’è, ovviamente, il business pubblicitario. Nel 2024, YouTube ha generato circa 36 miliardi di dollari in ricavi pubblicitari, e ogni segnale indica che Google punta a superare questo record nel 2025. La piattaforma starebbe persino testando annunci non skippabili più lunghi e, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, inserisce spot nei momenti in cui l’attenzione degli utenti è al massimo.
Questa nuova ondata di misure segna un punto di non ritorno per la fruizione gratuita di YouTube. L’era del video online senza pubblicità, almeno sulla piattaforma più grande al mondo, sta lentamente tramontando. La domanda ora è: quanto sono disposti gli utenti a tollerare prima di passare a Premium, o abbandonare del tutto?
