Il colosso automobilistico statunitense capitanato da Elon Musk ha perso la sua corona. Tesla, infatti, non è più il brand di auto elettriche più venduto nell’Unione Europea, per lo meno durante lo scorso aprile. A superare Musk è la casa cinese BYD.
Molti ritengono che alla base del (piccolo, in verità) calo di vendite di Tesla sul territorio comunitario vi siano le politiche protezioniste emanate dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per accrescere la domanda produttiva interna. Allo stesso tempo, dette misure sembrerebbero aver agevolato la “conquista” economica del Paese del Dragone.
Boom di auto elettriche cinesi in Europa, cala Tesla
Stando a quanto emerge dai dati statistici pubblicati, nel corso di aprile 2025, l’ammontare complessivo di veicoli nell’Unione è rimasto piuttosto stabile con poco più di un milione di esemplari venduti. A colpire è la crescita dei veicoli a batteria e il rafforzamento delle marche cinesi, le quali sono riuscite ad affermarsi sul mercato conquistando il 4,6% della quota globale.
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Ancor più stupefacente è la repentina crescita ottenuta da queste case automobilistiche: +79% con una vendita pari a 50.173 unità. La Cina è riuscita ad avanzare nel mercato europeo attraverso una diversificazione delle offerte, concentrandosi non più solamente sulle auto full electric, ma anche su quelle ibride plug-in (registrando, tra l’altro un flesso positivo del 534%).
A ottenere il miglior risultato è sicuramente BYD, che con le sue 7.231 unità vendute è riuscita a superare, seppur di poco, Tesla nelle vendite, che si è fermata a “soli” 7.165 veicoli. Insomma, un distacco quantificabile in 156 automobili.
Secondo Felipe Munoz, analista, questo risultato costituisce un “momento spartiacque” perché BYD ha iniziato ad espandersi sul mercato comunitario solo alla fine del 2022, quando la casa di Elon Musk dominava il mercato già da tempo.
Oltre a BYD, i marchi cinesi più di successo nell’Unione Europea sono Cheri con 5.773 unità vendute (+1.149%), Geely con 4.043 autoveicoli (+31%) e Xpeng con 1.665 pezzi (+31%). I risultati ottenuti iniziano a delineare la strategia economica adottata dal Dragone: diversificare l’offerta per aggredire meglio i mercati esteri e, attraverso il numero, aggirare eventuali ostacoli.
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