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Partito Democratico contro Mafia City: +Europa non ci sta, ecco il comunicato

Il post della pagina Deputati PD su Mafia City ha creato scompiglio sul web, ecco la risposta piccata di +Europa

Un subdolo veicolo di propaganda mafiosa” ecco com’è stato apostrofato il videogame mobile Mafia City sulle pagine social “Deputati PD” nella giornata di ieri. Un post, quello in esame, che rivela l’intento dell’On. Carmelo Miceli di richiedere a mezzo d’un’interrogazione parlamentare il “ritiro/blocco” dal mercato del titolo targato YottaGames.

Una dichiarazione d’intenti ed una polemica che non hanno lasciato indifferenti le varie community del mondo Nerd e dei videogiochi, compresa la nostra, e che ci trasmetterebbe profonda perplessità e tristezza se non sembrasse l’ennesimo episodio in cui politica e/o stampa generalista attaccano il nostro medium preferito senza averne chiare regole e contorni, per mezzo di argomentazioni fallaci dal punto di vista contenutistico, o in un’ottica di distinguo tra ciò che può essere oggetto di un videogame e ciò che può esserlo in altri media.

A quanto pare, però, tutto ciò non è stato accolto con indignazione e rammarico solo tra la nicchia di appassionati ed addetti ai lavori, ma anche da altre forze politiche nazionali. Con un comunicato sul proprio sito dal titolo “Siamo nel 2020 ma c’è chi, ancora, demonizza i videogames“, infatti, +Europa ha fatto sentire la propria voce in merito alla vicenda, condannando con forza l’iniziativa del PD e di Miceli.

Il comunicato, in particolare, puntualizza che i videogiochi siano:

“(…) un prodotto culturale di intrattenimento, come il cinema e la musica: luoghi di libertà. Libertà di espressione. Non a caso, la Cina ha imposto il controllo di stato sulle piattaforme di gioco online, per evitare che si possano sviluppare forme di protesta contro il regime di Pechino.”

Rafforzando il concetto con, inoltre:

È persino banale dover sottolineare ancora, nel 2020, che la realtà e il mondo dei videogiochi (e dell’intrattenimento in generale) sono due cose distinte e separate. Nei videogiochi ci si cala in personaggi e realtà consapevoli delle differenze con la vita reale. Affermare che un videogame possa essere un “subdolo veicolo di propaganda mafiosa”, come hanno fatto i deputati del Partito Democratico, è piuttosto ipocrita, lontano anni luce da ciò che dovrebbe essere progressismo.

Ma soprattutto segnala che non si sa proprio ciò di cui si parla. Anche per questo preoccupa che il Pd, in una interrogazione parlamentare, chieda di oscurare un gioco basato sulla criminalità organizzata esattamente come lo sono tantissimi film e serie tv, su cui nessuno si sognerebbe mai di fare un’interrogazione.”

La risposta piccata dell’On. Miceli alle critiche delle ultime ore non si è fatta attendere: sul proprio profilo Facebook, il parlamentare siciliano ha cercato di spiegare meglio le ragioni alla base della prossima interrogazione e sui suoi motivi fondanti, adducendo un carattere culturale più ampio alla vicenda, la quale non si esaurirebbe in una mera lotta ai videogiochi in sé o ad un attacco a Mafia City nello specifico ma che, nella propria ottica, resta un’iniziativa di contrasto alla Mafia come “fenomeno sociale, substrato culturale, stile di vita.

https://www.facebook.com/carmelomicelipd/posts/1470258713174320

Dobbiamo crederci? Nessuna parola è stata proferita su opere di altri media, il che risulta quantomeno sospetto. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento!

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Angelo Basilicata

Angelo Basilicata

Gamer dall'età di 12 anni, cultore (o meglio "cultista") di Hidetaka Miyazaki dal 2009. vive la passione per i Vg da completista ed è un ragazzo semplice: mangia, gioca, ama

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