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Assassin’s Creed Valhalla, analisi del trailer e del periodo storico

Analisi passo per passo del trailer di Assassin’s Creed Valhalla

Tutto è iniziato da una diretta sui canali social di Ubisoft. Seguita da ogni parte del mondo, il sistema comunicativo a riguardo come teaser del nuovo Assassin’s Creed Valhalla è stato apprezzato sia dal pubblico che dalla critica.
Di sicuro, un messaggio potente considerato quel che n’è trapelato poco dopo, seppure già avessimo ben chiara l’ambientazione del nuovo titolo targato Ubisoft da qualche mese a questa parte, come mera speculazione.
A occuparsi dell’art è stato il disegnatore BossLogic, che ha illustrato in diretta per sette ore e senza pause la struttura dell’illustrazione aggiungendo elementi sempre più convincenti per comunicare con la sua arte ciò che stava avvenendo, quel che poi si sarebbe palesato.

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A tal proposito, siamo rimasti molto colpiti da questo nuovo metodo per rivelare un teaser e dare una certezza ai videogiocatori di quanto era stato trapelato nei mesi passati attraverso delle voci di corridoio. Un messaggio imponente da parte di Ubisoft che crea ulteriori aspettative sulla sua prossima fatica videoludica, che attendiamo con trepidazione.

Inizialmente era un disegno diviso in due da un uomo imponente, una figura nera che è stata l’ultima a essere illustrata con cura. Da una parte, a sinistra, un’ambientazione nordica con picchi innevati e un mare in burrasca. Dall’altra, invece, un maniero su un’altura circondato da una piana verdeggiante.
Ripulendo adagio l’intera illustrazione, tenendo fede a inserire le ombre dei personaggi e delle nuvole in cielo, della schiuma delle onde abbiamo compreso che ci sarebbe voluto tempo prima di avere un’idea chiara su quale fosse il periodo temporale esatto che avremmo notato dal trailer il giorno dopo.

Quando siamo giunti alla fine, dopo otto ore di diretta, osservando bene ogni elemento presente nell’illustrazione, abbiamo compreso che Assassin’s Creed Valhalla avrebbe avuto più ambientazioni e avrebbe ricalcato un periodo storico complesso, già comunque rivisitato in svariate serie televisive, come The Last Kingdom o Vikings.
Va detto: non è il primo videogioco sui vichinghi.
In passato, ci sono state produzioni differenti, come Viking: Battle for Asgard del 2008, la patch esclusiva per i possessori di Mount and Blade e il contenuto aggiuntivo riguardante Age of Charlemagne, che vide i Danesi come unici personaggi giocanti provenienti dalla Danimarca.
Rifacendoci comunque a The Last Kingdom e Vikings, di cui ricordiamo comunque la fedeltà storica perché entrambe sono ispirate alle testimonianze giunte da chi vide i Norreni invadere i regni sassoni, è importante carpire esattamente ogni dettaglio trapelato dal trailer e da quale sarà la narrazione a riguardo.
In particolare, desideriamo parlarvi di quanto sia importante questo momento storico all’interno di ciò che portò all’unificazione dell’Inghilterra, alle guerre tra i sassoni e i Normanni per il suo dominio.

Figli di una terra infertile…

La vita, in Scandinavia, era dura. Non c’erano campi adeguati per la sementa e il raccolto capaci a sfamare le intere aree dominate dai Norreni. Erano terre dure quanto gli uomini che le dominavano.
Vivevano sulle coste per procacciarsi pesci e carne di balena, oltre a commerciare tra di loro. Ma non bastavano. Erano miserabili, spiantati, la crescita demografica era completamente fuori controllo. Stabiliti sulle coste della Danimarca, della Norvegia e della Germania Settentrionale, commerciavano tra di loro ciò che però non bastava al sostentamento dei propri insediamenti.
Le razzie partirono verso est, sulle coste della Lettonia e proseguirono fino all’interno di una parte della Russia, nel Mar Nero. Si narra che furono i primi a giungere nel Nord America dopo aver scoperto la Groenlandia (ciò dopo la prima invasione dei regni sassoni). Grandi navigatori, guerrieri e abili commercianti: tutto quello che rasentava in quel periodo storico chi poteva dominare il mondo.

Imbarcazione norrena

Arricchendosi nelle razzie nell’est Europa, i Norreni iniziarono a commerciare con le realtà vicine e a essere ingaggiati come mercenari. Nel frattempo, tra una razzia e l’altra e una guerra interna, giunse voce di un’isola fertile e ricca, capace di offrire paesaggi verdeggianti e fertili.
I Norreni erano abituati a vivere sulle coste dei loro paesi originari. Ribe, che si trova in Danimarca, si affaccia sul Mare del Nord. Ed è da qui che parte un piccolo contingente di Drakkar verso le coste inglesi. E, poco dopo le prime razzie, sulle coste giunse la Grande Armata Danese.

Immaginate la scena: un mare freddo, tempestoso. I Norreni sapevano dell’esistenza di quest’isola ricca e fertile, dominata dai cristiani. Ecco, si racconta che il primo insediamento in cui si imbatterono fu un’isoletta al largo della Northumbria, dove sorge ora, ancora, l’abbazia di Lindisfarne. Ed è ancora in piedi, oltretutto.
Ovviamente colpirono quel luogo sacro, capirono immediatamente che erano giunti in una nuova terra. Uccisero i sacerdoti, alcuni divennero schiavi e presero i tesori al suo interno come dono.
Tornarono in Danimarca, continuando inizialmente a razziare le coste degli insediamenti sassoni finché non giunse il momento tanto atteso: l’invasione. Giunse la Grande Armata Danese (o Estiva) sulle coste dell’Anglia Orientale per annetterlo come territorio e poi andare a nord, a conquistare la Mercia e la Northumbria.
Per i cronisti anglosassoni fu uno degli eserciti più potenti e imprevedibili che mise mai piede sul suolo inglese, giungendo nel momento giusto, più indicato per entrare nel cuore dei regni sassoni e soggiogarli totalmente alla Danelaw, un’area sotto il controllo completo dei Danesi, sotto le sue leggi, sotto la sua fede.
Jorvik fu il primo regno vichingo all’interno dell’Inghilterra, l’attuale Yorkshire, dominato dalla Northumbria. Fu breve, ma ebbe dei rapporti importanti con i Norreni giunti in Irlanda, di stanza a Dublino.

L’Ultimo Regno…

La situazione dei regni sassoni, all’epoca, era in costante subbuglio. Guerre fratricide consumavano e annientavano completamente gli eserciti interni. La situazione economica era devastata e ciò figurava in rivolte popolane contro i re di Mercia, Galles, Northumbria e Anglia Orientale che venivano facilmente soppresse.
Ogni reame, anziché unirsi contro la Grande Armata Danese, preferì continuare a farsi la guerra e a pugnalare alle spalle chi poteva essere una risorsa importante per batterli, devastando completamente l’egemonia dell’esercito.
Il punto a favore per i Norreni furono le continue e perpetue razzie sulle coste dei regni sassoni e nei monasteri, nelle abbazie e nei villaggi. Non fu affatto una strategia errata, poiché permetteva ai Danesi di preparare a colpire il cuore di un regno sassone che era dominato da un bambino.

Abientazione di Assassin's Creed Valhalla

Re Edmondo dell’Anglia Orientale tentò di affrontarli in battaglia, ma venne sconfitto e ucciso, considerato un martire da parte dei cristiani. Da quella terra piccola, la Grande Armata Danese giunse in Mercia e in Northumbria, fino al confine con la Scozia, dove si fermò.

Consapevoli di poter vivere e lavorare la terra, giunsero dalla Danimarca altri contingenti di supporto a razzie ancora più consistenti nei regni vicini oltre la Manica, come la Frisia e la Normandia, giungendo persino in Grecia.

I Norreni si scoprirono abili agricoltori e fondarono in ogni territorio degli insediamenti capaci di sostenere gli eserciti e la popolazione, che si abituò alla loro presenza. A causa del forte legame degli autoctoni con la religione cristiana, molti Norreni abbracciarono il Cristianesimo.

Come mostrato nel trailer di Assassin’s Creed Valhalla, c’è un re che scrive un editto e formalizza le sue intenzioni nei confronti della Grande Armata Danese, capace ora di poter invadere il suo regno.
Quell’uomo è Alfredo il Grande, re di Wessex, il signore sassone che scelse l’appellativo di “Re d’Inghilterra” come formula per ogni suo dispaccio, missiva o discorso. Secondo i cronisti, fu un uomo diligente e abile a fomentare le folle quanto a essere un pavido religioso, arrogante e pieno di sé.
Si considerava l’unica fonte di resistenza contro i pagani e l’unico uomo in grado di poterli affrontare in battaglia, di essere stato scelto da Cristo come arma contro i barbari giunti da lontano.
Infatti, ora, è un santo. Resistette con fermezza all’esercito di Guthrum, vincendo in battaglia come unico re sassone.
Secondo le cronache del regno del Wessex, seguì le tattiche militari dell’esercito romano ed ebbe la meglio, siccome era un attento scrupoloso studioso e, per i signori sassoni dell’epoca, era qualcosa di assolutamente inusuale qualcuno che si rifacesse a una cultura considerata dimenticata, passata. Eppure, fu fondamentale per Alfredo il Grande ricorrere alle vecchie tradizioni.
Attraverso delle riforme, riuscì a migliorare l’economia del regno e a ottenere una pace mal sopportata coi Danesi dopo un periodo di battaglie e guerre che lo videro come l’unico uomo a resistere all’invasione dei regni sassoni.

Due mondi che si incrociano…

Nel trailer di Assassin’s Creed Valhalla, a essere ancora più attrattivo è il modo in cui vengono poste le differenze percettibili dei due mondi. Come narrato da Bernard Cornwell, scrittore inglese ed esperto di filologia e storia anglosassone, il mondo pagano impara a conoscere quello cristiano, e insieme iniziano a coesistere, finché uno non prevale sull’altro.

Assassin’s Creed Valhalla

Da esso, ormai incontrastato, ne verrà fuori ciò che poi si racchiuderà in un periodo di transito che porterà le due culture a incrociarsi, a incastrarsi, a diventare poi materiale di studio. Da una parte un’antica religione basata sulle leggende e i miti, le conquiste degli Dei e il Ragnarok, dall’altra la venerazione di un uomo solo capace di miracoli e misericordia.

I Danesi, da conquistatori, divennero conquistati da un credo non loro. Si sposarono con donne sassoni, ebbero figli nati nei regni sassoni sotto il dominio della Danelaw. Divennero, piano piano, sassoni. Questo passaggio durò intere generazioni in tre secoli e mezzo, quando il piccolo regno di Jorvik cadde e divenne un passaggio storico imponente, determinante per il futuro fino alla guerra tra sassoni e normanni, che vide la vittoria di quest’ultimi.
Lo possiamo comprendere dalla lingua, dalla facilità con cui possiamo approcciarci ad essa, all’attuale inglese parlato e scritto. Ma non solo: la presenza è forte, ancora oggi, sui monumenti in ogni angolo d’Europa.

Fino al trailer…

Quanto ci attende, ora, è assolutamente imponente dal punto di vista videoludico. La proposta di Ubisoft potrà trattare l’invasione come il passaggio dei Danesi a vivere a contatto coi sassoni.
Re Alfredo il Grande parla di barbari senza Dio, crudeli bestie che stuprano e uccidono (e la maggior parte era così) e umiliano Nostro Signore, capaci di gesti ignobili pur di conquistare il potere.
Invece, ciò dimostra altro: nessuno è buono o cattivo, in questo periodo storico. Quali siano le motivazioni del perché i Norreni giunsero in Inghilterra è ancora oggi materia di dibattito, ma quanto mostrato nel trailer fa intendere molto. Lo stereotipo giustificato di un sovrano cristiano nei confronti di un popolo che uccide e razzia ciò che trova sul suo cammino.

In tutto questo, si dovrà capire in che modo inseriranno l’intera trama di Assassin’s Creed. Di sicuro, le aspettative sono alte. Il Valhalla, poi, considerata la cura riposta in Odyssey nei contenuti aggiuntivi, lascia intendere che la nostra Midgar non sarà l’unico luogo visitabile.

E voi cosa ne pensate? Curiosi di capire cosa nasconde Assassin’s Creed Valhalla? Fatecelo sapere con un commento!

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