Dragon Ball ha regalato al mondo alcuni dei personaggi più iconici e potenti dell’animazione giapponese. Eppure, tra tutti, nessuno ha raggiunto la popolarità planetaria di Son Goku, il Saiyan dal cuore puro e dalla forza incontenibile, capace di attraversare generazioni e culture. Nel corso della saga, Goku ha affrontato nemici leggendari, superato limiti apparentemente invalicabili e dimostrato che con allenamento e determinazione è possibile raggiungere qualsiasi vetta.
Ma esiste un’eccezione. C’è un personaggio all’interno dello stesso universo narrativo che non solo Goku non potrebbe mai battere, ma che sarebbe in grado di cancellarlo dall’esistenza con un semplice gesto: il Grand Zeno, l’Onnipotente Re di Tutto introdotto per la prima volta con Dragon Ball Super. Nonostante l’aspetto infantile e disarmante, egli occupa la posizione più alta nell’intera gerarchia cosmica di Dragon Ball, superiore persino agli Dei della Distruzione e agli angeli. La sua potenza non deriva da abilità marziali o trasformazioni spettacolari, ma da un potere assoluto come la capacità di annientare qualsiasi cosa, da un individuo a un intero universo, senza sforzo.

Il potere assoluto e il paradosso di Zeno
Paradossalmente, Zeno non è un guerriero nel senso tradizionale del termine. Non è mai stato visto combattere e non è nemmeno certo che sappia farlo. Eppure, la sua unica manifestazione di potere, durante l’arco narrativo di Trunks del futuro, è stata sufficiente a dimostrare la sua posizione inarrivabile. Con un atto di volontà, ha cancellato l’intera linea temporale di Zamasu. Questa capacità lo distingue nettamente dai poteri distruttivi degli Dei come Beerus, che necessitano di un attacco diretto e mirato.
Non sorprende che tutti gli Dei della Distruzione lo temano profondamente, anche se, in perfetto stile Goku, il Saiyan sia riuscito a trasformare la loro relazione in un’amicizia. Anzi, oggi esistono due Zeno nella linea temporale principale, aumentando il numero di entità che nemmeno Goku potrebbe mai superare. La presenza di un personaggio tanto sproporzionato porta con sé una questione narrativa, ovvero che quando le cose si mettono male, l’intervento di Zeno può risolvere la situazione all’istante, riducendo la tensione drammatica come alla fine dell’arco citato, dove la sua evocazione ha fornito una via d’uscita comoda, seppur controversa.
Fortunatamente, la natura distante e poco interventista dell’Onnipotente Re, nonché il controllo da parte del Gran Sacerdote, lascia ancora spazio alla crescita e all’orgoglio guerriero di Goku e Vegeta, evitando che le battaglie perdano il loro peso emotivo. In sostanza, per quanto Goku continui a migliorarsi e a infrangere i propri limiti, ci sarà sempre un’entità inarrivabile nella sua strada. Zeno è il vertice del potere in Dragon Ball, ma soprattutto è la prova che, in un universo dove tutto sembra possibile, esiste ancora un limite che nemmeno il guerriero più amato dell’animazione potrà mai superare.
