In India, l’apertura di un nuovo ponte dovrebbe rappresentare progresso e modernizzazione. Ma a Bhopal, il progetto di un viadotto da 200 milioni di rupie (circa 1,7 milioni di sterline) è diventato un caso nazionale di imbarazzo e frustrazione. Il ponte, costruito per ridurre i tempi d’attesa ai passaggi a livello ferroviari, presenta una svolta ad angolo quasi retto che lo rende estremamente pericoloso. La struttura, già completata, non è stata aperta al traffico proprio a causa di evidenti criticità legate alla sicurezza.
I veicoli in arrivo sono costretti a frenate improvvise per affrontare una curva così innaturale che più di qualcuno, online, ha paragonato la sua percorrenza a un esercizio acrobatico. La scelta di quel disegno, secondo quanto riportato da The Times, sarebbe stata giustificata dagli ingegneri con “l’impossibilità di fare altrimenti” a causa di vincoli spaziali vicino a una stazione della metropolitana. Una giustificazione che però non ha retto all’urto dell’opinione pubblica, né all’indagine ufficiale che ha rilevato “gravi negligenze nella pianificazione e nell’esecuzione”.

Scandali e sospensioni: il ponte a gomito diventa un caso nazionale
Le conseguenze non si sono fatte attendere. Sette ingegneri coinvolti nel progetto sono stati sospesi, mentre due imprese di costruzione sono finite nella lista nera delle autorità. Il ponte, nato con l’obiettivo di snellire il traffico, è oggi una struttura fantasma, senza inaugurazione né utilizzo. I tentativi di contenere la figuraccia, come la proposta di limitarne l’uso solo alle auto o imporre severi limiti di velocità, non hanno fatto che alimentare le critiche.
L’episodio di Bhopal si inserisce in una più ampia e irregolare storia di sviluppo infrastrutturale in India. A Bombay, un recente sovrappasso è diventato celebre per non essere riuscito a collegare le sue due estremità, un errore di sei piedi, clamoroso per una grande città. Ancora più tragico l’esempio del ponte sul Gange in Bihar, collassato nel 2023 dopo ben otto rinvii dei lavori.
Sui social, l’ironia ha fatto il resto. In molti si sono chiesti chi mai avrebbe avuto il coraggio di tagliare il nastro a una struttura che sembra più un videogioco che una soluzione urbana. E mentre la polemica continua, il ponte di Bhopal resta lì, simbolo concreto delle difficoltà dell’India nel coniugare ambizione, qualità ed efficienza nella propria rete infrastrutturale.
