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Fa volare un drone senza autorizzazione attorno alla Tokyo Skytree: inchiesta contro un influencer americano

Troppo spesso la linea tra intrattenimento e violazione delle regole viene superata al fine di ottenere un maggior numero di views. Rientra in questa ottica il caso recente del volo spericolato attorno alla Tokyo Skytree che ha riacceso il dibattito su privacy, sicurezza e rispetto delle normative nei cieli delle metropoli. Protagonista è Joel Elman, regista e influencer statunitense noto per i suoi spettacolari video girati in FPV (First Person View) con droni. L’ultima sua creazione, pubblicata su Instagram, mostra una discesa ad alta velocità attorno alla celebre torre giapponese di 634 metri, un’icona urbana nel cuore densamente popolato di Sumida.

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Il problema? Il volo è avvenuto senza alcuna autorizzazione, come confermato dal Ministero delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo giapponese (MLIT). Secondo la rigida legge aeronautica nipponica, è vietato far volare droni sopra aree abitate o ad altitudini superiori ai 150 metri senza permessi ufficiali. E non è la prima volta che Elman finisce sotto i riflettori, essendosi reso protagonista di un’iniziativa simile nel 2024 sopra la Tokyo Tower, anch’essa una zona soggetta a restrizioni.

In quell’occasione, come ora, l’assenza di autorizzazioni ha fatto scattare l’attenzione delle autorità. Il rischio ora è quello di incorrere in sanzioni che possono arrivare fino a 500.000 yen (circa 3.000 euro), confisca dell’attrezzatura e, nei casi più gravi, anche procedimenti penali. Il ministero ha già trasmesso il caso alla polizia, classificandolo come recidiva, aggravando la posizione dell’influencer.

drone tokyo skytreeu

Il caso del Tokyo Skytree, tra tecnologia e responsabilità: i confini (invisibili) del volo urbano

L’episodio ha suscitato un acceso dibattito sui social e non solo. Se da un lato la community degli appassionati di droni ha riconosciuto l’abilità tecnica del video, dall’altro la pubblicazione ha attirato critiche severe. Le parole più ricorrenti sono “irresponsabile”, “pericoloso”, “irrispettoso”. In un paese come il Giappone, dove il concetto di ordine e rispetto delle regole è parte integrante della cultura collettiva, questi comportamenti rappresentano una violazione della legge e soprattutto una provocazione sociale.

Le autorità non ci tengono a sottovalutare l’impatto di questi voli, specialmente se consideriamo che in ambienti urbani così affollati, anche un piccolo errore può avere conseguenze gravi. Non si tratta solo di schivare ostacoli architettonici, ma di garantire l’incolumità di centinaia di persone. La Tokyo Skytree, frequentatissima dai turisti, è anche simbolicamente un punto nevralgico della capitale, rendendo l’azione ancora più delicata.

C’è poi un ulteriore effetto collaterale come la crescente diffidenza dei giapponesi verso i turisti stranieri e verso l’intera tecnologia dei droni. In Giappone, infatti, il settore è già osteggiato da un’opinione pubblica attenta alla privacy e spesso scettica riguardo all’uso ricreativo di questi dispositivi. L’episodio rischia di rafforzare la percezione negativa e di inasprire ulteriormente le normative, già oggi tra le più severe al mondo.

Il Giappone ha trasformato le sue regole in una barriera protettiva, e ciò che all’estero potrebbe sembrare un “volo spettacolare” qui viene interpretato come un gesto di disprezzo verso la convivenza civile. Il messaggio dalle istituzioni è semplice: la spettacolarizzazione non giustifica la violazione delle regole. Non importa quanto sia suggestivo un volo in prima persona, se mette a rischio persone e beni, non è ammissibile.

vista dal tokyo skytree

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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