La situazione attorno a Marathon, il controverso extraction shooter in sviluppo presso Bungie, si sta trasformando in un caso emblematico su come la gestione interna possa compromettere anche le produzioni più ambiziose. Dopo mesi di attesa e una certa curiosità da parte della community, il gioco si ritrova ora al centro di una tempesta fatta di controversie legali, criticità strutturali e voci sempre più insistenti sul malcontento dentro lo studio.
Secondo Paul Tassi di Forbes, giornalista da anni vicino all’ambiente Bungie, lo stato di salute del progetto è più che precario. Il caso che ha fatto esplodere il malcontento riguarda il furto accertato di alcune opere grafiche da parte di un ex dipendente, il quale ha inserito senza autorizzazione asset creati da un’artista indipendente nota nella scena come membro del collettivo Antireal. La scoperta è emersa grazie alla stessa artista, che ha pubblicato una comparazione tra la sua opera e gli asset apparsi nella versione alpha di Marathon. Bungie, messa alle strette, ha confermato l’accaduto e avviato un audit interno su tutti i materiali visivi del gioco.
Nel frattempo, l’alpha di Marathon non ha convinto. Le prime impressioni, pur non completamente negative, hanno confermato quanto emerso già nei test interni del 2023, ovvero un gameplay da considerarsi troppo piatto, povero di contenuti e incapace di distinguersi nella saturatissima arena dei live service. Nonostante il ritardo già annunciato in passato, nulla lascia pensare a un ulteriore slittamento, in quanto internamente, la direzione sembra restare ferma sull’attuale tabella di marcia, un elemento che sta facendo salire l’ansia tra i dipendenti. “Le sensazioni non sono mai state così negative,” riporta Tassi.

Leadership in crisi e un ambiente che implode: c’è futuro per Marathon?
A peggiorare il quadro, si aggiungono le dichiarazioni incendiarie di un ex sviluppatore, conosciuto online come Spirited, che ha lavorato sia a Destiny 2 che a Marathon come ingegnere dei servizi online. In un post pubblicato su Bluesky, cancellato ma riportato da WindowsCentral, Spirited ha definito l’ambiente lavorativo in Bungie “estremamente tossico e umiliante”, puntando il dito direttamente contro la leadership tecnica e gestionale dello studio. “Ogni giorno era una lotta per avere autonomia e fiducia. Ogni giorno mi veniva detto che la mia esperienza non contava nulla,” ha scritto, aggiungendo che secondo lui tutta la dirigenza andrebbe sostituita.
Non si tratta di una voce isolata. Già in occasione dei licenziamenti di massa avvenuti a fine agosto 2024, con oltre 220 dipendenti mandati via, erano emerse critiche simili. Il malcontento interno, sommato alla sfiducia esterna e alle incertezze legali, sta rendendo Marathon il progetto più fragile della recente storia di Bungie. Un paradosso per uno studio che, dopo anni di successi con Halo e Destiny, sembrava pronto a lanciare una nuova IP capace di lasciare il segno.
Il titolo resta, per ora, in fase di sviluppo, ma la cancellazione della campagna marketing prevista per giugno e l’ombra di un possibile rinvio della beta sono segnali che indicano più di una semplice “crisi di passaggio”. Marathon potrebbe ancora rinascere, ma per farlo Bungie dovrà prima affrontare i fantasmi dentro le sue stanze, non solo nel codice del gioco.
