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Dragon's Dogma 2 copertina provvisoria cavaliere Arisen senza cuore

Dragon’s Dogma 2, la recensione: l’Arisen è tornato

Dragon’s Dogma, noto RPG pubblicato da Capcom e diretto dal maestro Hideaki Itsuno, è stato sin dalla sua uscita, avvenuta nell’ormai lontano 2012, considerato come un titolo estremamente controverso. Dato il suo particolarissimo sistema di gioco, incentrato su un combat system tanto arcade quanto peculiare e sull’utilizzo di delle “pedine” come compagni d’avventura, né la critica né il pubblico resero le giuste lodi al prodotto della mente che ha portato nelle nostre case titoli del calibro di Devil May Cry; ciò accadde probabilmente in quanto il pubblico occidentale dell’epoca risultava essere poco avvezzo a simili trovate di game design, oltre che ad una struttura ludica diversa rispetto a quelle dei classici RPG disponibili fino a quel momento sul mercato.

Dragon’s Dogma infatti, al contrario delle aspettative, si presentava come un gioco di ruolo estremamente incentrato sul party building e sulla corretta gestione di classi ed abilità; tutti coloro i quali si aspettavano un titolo prettamente action, dato anche il nome del director, rimasero dunque delusi da un combat system che risultava piuttosto ingessato, per quanto estremamente profondo. Tuttavia, con il passare del tempo e con l’arrivo del DLC Dark Arisen, numerosi giocatori iniziarono pian piano a comprendere il reale valore di un’opera che ad oggi, contrariamente rispetto a quanto accadde dieci e più anni fa, viene considerata di culto da numerosissimi appassionati.

Una volta compresa l’effettiva portata del titolo, i videogiocatori attendevano con ansia l’annuncio di un sequel, che potesse soprattutto svecchiare tecnicamente il suo ormai vetusto predecessore, e che potesse in qualche modo sfruttare al meglio la potenza delle console di nuova generazione; le speranze tuttavia, sembravano ridursi sempre più, considerato anche il fatto che Dragon’s Dogma Online, un’iterazione prettamente multiplayer del brand, non lasciò mai le lande giapponesi per approdare in occidente.

Ecco la nostra recensione di Dragon’s Dogma 2!

Ultimamente tuttavia Capcom sa come sorprendere e rendere felici i videogiocatori; nel 2022 infatti deliziò i fan annunciando l’esistenza di Dragon’s Dogma 2. Un anno dopo, durante il PlayStation Showcase del 2023, la major giapponese mostrò al mondo il primo trailer del titolo, annunciandone di lì a poco la data d’uscita, prevista per il 22 marzo 2024.

Messa da parte la gran dose di hype, la domanda che tuttavia sorge spontanea relativamente a Dragon’s Dogma 2 è la seguente: in un mondo ormai tempestato di RPG di qualità elevatissima, il titolo di Itsuno riuscirà – di nuovo – a ritagliarsi il suo spazio nel panorama videoludico odierno? Infatti, molte delle grandi innovazioni che il capostipite della saga apportò al genere sono – per ovvie ragioni – ormai divenute quasi la base per i giochi di ruolo degli ultimi anni, chiaramente con le dovute eccezioni. D’altronde, anche il primo Dragon’s Dogma risultava essere un po’ un titolo fuori dal tempo, capace oggi di funzionare nonostante i tanti anni portati sulle spalle e, allo stesso tempo, di essere già vetusto quantomeno per alcune dinamiche al momento (ormai lontano) della sua uscita.

Il team di sviluppo ha tuttavia promesso, nel percorso di avvicinamento al lancio, numerose novità capaci di intrattenere e rapire il giocatore per trascinarlo in un’avventura epica e capace di generare una sensazione di continua sorpresa nell’utente, che dovrà impegnare un quantitativo spropositato di ore di gioco per scoprire tutti i segreti che nascondono le vaste lande appartenenti ai regni di Vermund e Battahl.

Dragon's Dogma 2 copertina provvisoria cavaliere Arisen senza cuore

Ebbene, dopo aver passato tantissime ore in compagnia di Dragon’s Dogma 2 grazie ad un codice fornitoci in anteprima da Capcom siamo finalmente pronti a rispondere ai tanti interrogativi che gravitano intorno al prodotto, ed a farvi scoprire se la spasmodica attesa dei tanti fan del brand sia o meno giustificata. Ovviamente, come in tutte le recensioni, limiteremo gli spoiler al minimo, anche perchè Dragon’s Dogma 2 è un titolo che basa le sua fondamenta ludiche sulla meraviglia della scoperta.

Una narrativa classica ma…

Chiariamolo sin da subito: il comparto narrativo di Dragon’s Dogma 2, così come anche nel suo predecessore, non rappresenta assolutamente il piatto forte dell’offerta. Ambientato in un enorme continente ispirato fortemente – stando alle dichiarazioni degli sviluppatori – all’Europa tardo-medievale e diviso in due macro regni, Vermund e Batthal, il titolo ci metterà ancora una volta nei panni dell’Arisen, una figura mitologica liberamente personalizzabile in sesso, razza ed aspetto grazie ad un meraviglioso editor già disponibile per il download, destinata come nel più classico dei poemi epici ad interpretare l’eroe capace di neutralizzare le tante ed oscure minacce che incombono sul mondo di gioco.

L’Arisen, per chi non lo sapesse, è un umano (o un Feride, una delle razze introdotte in questo secondo capitolo della saga) caduto in battaglia nella lotta contro un (o IL) Drago, che è stato scelto da quest’ultimo per essere il suo principale “antagonista”; tramite la materiale apprensione del cuore del soggetto designato infatti, il Drago stabilisce chi debba avere il potere dell’Arisen, lasciando allo stesso un’enorme cicatrice sul petto che simboleggia proprio questo particolare status.

Trovare un Arisen, nel mondo di Dragon’s Dogma 2, è tuttavia una assoluta rarità; non ci può essere più di un Arisen in vita, e chi si ritrova a portare questo fardello, e ad avere una costante connessione con il Drago, è destinato a regnare sul Continente. La storia prende il via proprio da qui: in seguito ad un attacco del Drago, un ignoto soggetto che si finge l’Arisen aiutato da figure piuttosto influenti politicamente ha sfruttato l’occasione per autoproclamarsi come colui che è stato scelto dal Drago, divenendo dunque di diritto il sovrano del regno di Vermund. Nel frattempo il vero Arisen, legittimo pretendente al trono, è stato imprigionato dalla Guardia Reale, la quale nulla può se non osservare la fuga dello stesso dopo che un’enorme mostruosità ha attaccato la miniera ove il protagonista e gli altri prigionieri erano stati resi schiavi.

Dragon's Dogma 2 combattimento

Tale circostanza porterà l’Arisen a conoscere una varietà di personaggi devoti alla sua figura, che vorranno in tutti i modi cercare di sovvertire l’ordine monarchico instauratosi grazie a macchinazioni politiche che verranno chiarite a sufficienza nelle fasi avanzate dell’avventura. Tuttavia l’impresa si rivela più ardua del previsto, in quanto il falso sovrano è in possesso di un manufatto magico, l’Astralvox, capace di controllare ed assoggettare al proprio volere le Pedine; tale potere, che dovrebbe essere appannaggio del solo Arisen, rende la figura del falso sovrano estremamente credibile agli occhi della popolazione, e risulta essere fondamentale per la protezione del sovrano stesso. Se infatti le Pedine non possono dare una mano all’Arisen, le sorti della battaglia non potranno mai volgere in favore dello stesso. Starà dunque al protagonista ed alle sue Pedine trovare il modo di contrastare il potere dell’Astralvox; il viaggio, che farà arrivare il protagonista fino all’impervio regno di Batthal, avrà risvolti dall’alto tasso di epicità, sarà lungo e difficile, e porterà il giocatore a vivere un’avventura che nel bene e nel male sarà difficile da dimenticare.

Queste sono le premesse su cui si basa la narrativa di Dragon’s Dogma 2; una narrativa piuttosto classica, che riesce ad elevarsi grazie a qualche guizzo, a qualche colpo di scena e ad una lore estremamente approfondita, ma che allo stesso tempo non ci è sembrata capace di far eccessivamente leva sul giocatore, anche a causa di una caratterizzazione dei personaggi riuscita sì, ma che non offre un approfondimento tale da far affezionare il giocatore ai tanti NPC che incontreremo nel corso della main quest e non solo. Anche l’idea di non dare voce all’Arisen, che riprende l’ormai noto discorso dell’identificazione col personaggio, non aiuta sotto questo punto di vista; è vero che questo espediente rende l’immedesimazione più elevata, ma è pur vero che in un RPG donare un minimo di carattere al proprio avatar, facendogli prendere più scelte “concrete” e non lasciando lo stesso alle tante ed ottime decisioni “silenziose”, sarebbe stato sicuramente più apprezzabile.

…un world building stellare!

La sceneggiatura di Dragon’s Dogma 2 ci ha dunque convinti, seppur con qualche riserva; siamo stati invece totalmente rapiti dalla cura e dalla maestria della costruzione della narrativa delle quest secondarie e del world building. Il mondo creato dagli sviluppatori è vivo, vibrante, capace di regalare sorprese ad ogni passo ed in grado di far appassionare chiunque alle vicissitudini dei tanti personaggi che ci pregheranno di dar loro una mano. Raramente negli ultimi anni abbiamo assistito a qualcosa di simile; forse gli unici due titoli capaci di donarci le stesse sensazioni provate nel corso della nostra avventura sono stati Red Dead Redemption 2 e Baldur’s Gate 3.

Dragon's Dogma 2 gigante

Giocando a Dragon’s Dogma 2 ci si sente infatti parte di un mondo in continua evoluzione, in cui ogni scelta – anche una banalissima perdita di tempo prima di una quest – può portare a delle conseguenze. Ogni quest completata, ogni scelta fatta, ogni momento vissuto all’interno del mondo di gioco dispiega infatti i suoi effetti all’interno del mondo stesso; cercare di descrivere questo tipo di meccanica può risultare complicato, ma vi assicuriamo che la resa è di assoluto pregio. Per provarci, utilizzeremo un esempio piuttosto banale: durante l’esplorazione ci è capitato di assistere al dramma di un mercante che dopo aver visto il proprio figlio portato dai lupi verso un posto non meglio precisato, ci ha implorato di cercarlo e salvarlo. Abbiamo tuttavia impiegato più tempo del necessario per finire la quest e, arrivati nel luogo ove c’erano i lupi, non abbiamo potuto far altro che constatare il decesso del ragazzo; se avessimo fatto in tempo, la quest avrebbe avuto un finale differente e, tale finale, avrebbe anche cambiato il carattere ed il modo di porsi del mercante, che magari si sarebbe prodigato in qualche sconto sulla merce che aveva in vendita.

O ancora, qualora si intrattengano romance con più NPC, potrebbe succedere che gli stessi, incontrandosi, si prodigheranno in una rissa vecchio stile per conquistare il cuore dell’Arisen. Inoltre, qualora dovessimo per sbaglio sguainare la nostra spada di fronte ad un locandiere, verremo istantaneamente cacciati dal luogo ed attaccati; bisogna segnalare che ci siamo ritrovati in alcuni casi ad essere inseguiti da cittadini e guardie senza una ragione precisa, probabilmente a causa di un bug. Ci sono addirittura dei casi in cui il vestiario del protagonista susciterà diverse reazioni negli NPC, determinando anche il diverso svolgimento di una quest. Questo mondo così vivo, oltre a nascondere una serie infinita di chicche di gameplay, fa dello storytelling il suo maggior pregio. Scoprire le storie dei personaggi, le loro tradizioni, i piccoli frammenti di vita di cui far parte, è una sensazione semplicemente incredibile, e riesce ad elevare come anticipato sia il comparto narrativo che quello ludico del gioco; raramente abbiamo provato un tale senso di immersione, nonostante come già affermato il mutismo del protagonista non aiuti sotto questo punto di vista, e tale circostanza non può che essere elogiata.

Alla fine dei conti dunque, al netto di una main quest piuttosto classica, non possiamo non complimentarci con gli sviluppatori per il lavoro svolto; creare un mondo così ricco, così vibrante non è cosa da poco, e rendere le storie degli abitanti e delle creature presenti in esso quantomeno interessanti era impresa ardua; la sfida tuttavia è stata vinta, e non possiamo non esserne felici.

Dragon's Dogma 2 Arisen saluta

Un mondo vivo e reale, un gameplay incredibilmente stratificato

Quanto detto per la narrativa si interseca perfettamente con ciò che riguarda l’impianto ludico di Dragon’s Dogma 2; il titolo infatti si basa interamente sulle immense possibilità che il mondo di gioco offre, risultando essere estremamente vario da ogni punto di vista e capace di regalare un’esperienza di assoluto livello, che riuscirà a rapire tantissimi giocatori, seppur con qualche eccezione. Il titolo di Itsuno infatti non è un gioco per tutti, né tantomeno punta ad esserlo, ma fa egregiamente il suo compito solo per chi, armato di tanta curiosità, sarà pronto ad immergersi al suo interno.

Come anticipato, siamo davanti ad un RPG piuttosto dinamico in tutti i suoi aspetti, che punta tutto sull’esplorazione, sul senso di scoperta, e su quel senso di immersione di cui abbiamo parlato in precedenza, alimentato non solo dalla tangibilità delle conseguenze delle proprie scelte, ma anche dal puro e semplice scorrere del tempo; oltre alle quest da portare a compimento entro un certo limite temporale, anche alcuni oggetti nell’inventario come frutta e cibo deperiranno col passare dei giorni, divenendo praticamente inutilizzabili. Inoltre, nei lunghi viaggi all’interno della sterminata mappa di gioco, il ciclo giorno notte apporterà cambiamenti piuttosto sostanziosi sia per ciò che concerne l’incontro con determinati personaggi, sia tra i mostri che infestano le lande del continente. Inoltre, esattamente come nel precedente capitolo della saga, durante l’esplorazione ci ritroveremo davanti a degli enormi boss – per la precisione fino a tre – che se non correttamente affrontati e studiati porteranno il party a morte certa.

L’esperienza dunque è permeata da un surreale senso di realismo che, nonostante il setting fantasy, si sposa alla perfezione con l’impianto ludico ideato dagli sviluppatori. Per il resto, sulla carta Dragon’s Dogma 2 resta un RPG piuttosto classico e per certi versi proibitivo, con una miriade di quest primarie e secondarie la cui fattura ci è risultata essere comunque di prim’ordine; tali quest potranno spesso essere affrontate in maniera totalmente libera e non su binari preimpostati di game design, e starà al giocatore decidere in che modo portare a termine l’incarico affidatogli. Sia ben chiaro, non stiamo parlando unicamente delle quest secondarie, tutte molto ben strutturate, ma anche di quelle primarie: potrete infatti decidere liberamente il modo in cui portare a termine queste ultime, magari allungando non di poco il percorso vuoi per necessità, vuoi per il puro piacere della scoperta.

Dragon's Dogma 2 Arisen Feride

Ed è proprio il piacere della scoperta uno degli elementi fondanti di Dragon’s Dogma 2; esplorare in lungo e in largo le lande del continente alla ricerca di tesori, grotte nascoste, castelli e rovine abbandonate e così via è infatti il perno centrale di un titolo che, sotto questo punto di vista, ci ha ricordato parecchio – chiaramente con le dovute differenze – i recentissimi Breath of the Wild e Tears of the Kingdom. Dimenticate infatti indicatori di ogni sorta, presenti solo per le quest principali ed alcune secondarie, in quanto le zone d’interesse andranno scoperte esplorando o raccogliendo informazioni dai tanti NPC che affollano città e non solo.

Le Pedine, fulgido esempio di multiplayer asincrono

Ad aiutare l’Arisen nel corso dell’avventura ci saranno, come nel primo Dragon’s Dogma, le Pedine, altro elemento principale del titolo che rende questo prodotto estremamente diverso da tutti gli altri RPG in commercio; per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, cercheremo di illustrarvi brevemente il funzionamento di questa “feature”. Gli sviluppatori infatti hanno preferito non offrire al pubblico un comparto multigiocatore in senso stretto, puntando tutto su un sistema di multiplayer asincrono che è stato perfezionato ed ampliato a dovere rispetto al precedente capitolo della saga, oltre che integrato ovviamente nella lore del titolo. Il party del giocatore potrà essere composto da un massimo di quattro pedine; una di queste, liberamente personalizzabile nell’aspetto, sarà la pedina che vi accompagnerà per tutta la durata dell’avventura, e sarà possibile scegliere (e cambiare) la classe di appartenenza della stessa a seconda delle esigenze del giocatore, mentre le altre dovranno essere evocate presso le Faglie o reclutate nella mappa.

Le Pedine presenti nella Faglia non sono altro che la “trasposizione” di altri giocatori, e saranno utili non solo a farvi uscire vincitori dalle difficilissime battaglie offerte dal gioco, ma anche a guidarvi – non sempre – nella missione che avrete attualmente attiva. Se infatti il giocatore avrà già completato la missione in cui siete attualmente impegnati, la Pedina dello stesso, conoscendo già i dettagli della quest, vi guiderà tra le impervie lande che fanno da sfondo all’avventura, risultando estremamente utile anche in battaglia per ciò che concerne l’individuazione dei punti deboli dei mostri che vi ritroverete ad affrontare. Inoltre ogni Pedina ha una propria personalità, che risulterà essere fondamentale sia in battaglia, sia nell’esplorazione; se infatti la Pedina avrà una natura schietta, si farà trascinare dalla curiosità e recupererà numerosi materiali ed oggetti – che magari già ha recuperato nel “suo mondo”, e di cui conoscerà anche la posizione precisa – mentre quelle con natura più “chiusa” si concentreranno unicamente nel darvi supporto. Tale sistema, per chi vi scrive, rappresenta una delle più grandi trasposizioni del multiplayer asincrono mai viste in un videogioco, pari unicamente a quella apprezzata in Death Stranding. Il fatto che le Pedine siano “vive” aggiunge infatti numerosi strati di complessità ad un gameplay già complesso di suo, e starà al giocatore decidere quale delle tante evocazioni disponibili sia più adatta al suo stile di gioco; c’è chi preferirà reclutare Pedine utili a completare più agevolmente una quest in cui si è rimasti impantanati, e chi invece preferirà non avere alcun aiuto dalle stesse per godersi al meglio il piacere della scoperta che permea l’interezza di Dragon’s Dogma 2.

Dragon's Dogma 2 Faglia

Un combat system apparentemente arcade, ma estremamente complesso

Un altro degli elementi fondanti di Dragon’s Dogma 2 è, ovviamente, il combat system; anche qui ci ritroviamo costretti a dire che il titolo, nonostante il suo approccio prettamente arcade, non è per tutti. Esattamente come nel suo predecessore infatti, ci siamo ritrovati davanti ad un sistema di combattimento fortemente incentrato sul party building, sulla gestione delle classi e soprattutto sul corretto utilizzo delle abilità.

Ve lo diciamo sin da subito, se cercate un titolo prettamente action o un qualcosa di molto simile ai vari Dark Souls ed Elden Ring, vi consigliamo di stare lontani da Dragon’s Dogma 2. L’intero sistema di combattimento, lo ribadiamo, si basa perlopiù sulle classi, già ampiamente illustrate nei vari trailer e su cui non ci intratterremo più di tanto in questa sede, e sull’utilizzo delle abilità proprie di ognuna di esse. Ciò si sostanzia in un combat system estremamente profondo e stratificato, capace di donare grandissime soddisfazioni al giocatore una volta compreso al meglio.

In base alla classe scelta, modificabile comunque presso le Gilde delle Classi in qualunque momento, avremo a disposizione un gran numero di abilità, da sbloccare mediante l’aumento del rango di classe che avviene essenzialmente in maniera naturale durante il corso dell’avventura e dall’utilizzo dei punti classe guadagnati; la corretta predisposizione ed il corretto utilizzo e concatenamento di tali skill sarà dunque l’unica via per affrontare i mostri più ostici.

In particolare, per annientare i vari boss disseminati nella mappa, sarà necessario pianificare correttamente sia la gestione dell’inventario, sia quella del party, sia quella delle abilità; gli scontri, sotto questo punto di vista, sono particolarmente ostici e complessi, e richiedono un’enorme dose di studio che sarà utile ad individuare debolezze, movenze e pattern d’attacco del mostro, su cui anche questa volta sarà possibile arrampicarsi per sfruttare al meglio tutta la potenza di fuoco del nostro avatar.

dragons dogma ii

Concatenare le abilità è dunque l’unico modo per poter affrontare a dovere Dragon’s Dogma 2; menare fendenti o magie casuali infatti porterà spesso a morte certa anche negli scontri più facili. L’unico modo per compiere il destino dell’Arisen sarà dunque quello di studiare con dovizia di particolari ogni singolo elemento di game design, compresa la mappa che circonda questo o quel boss, altro elemento fondamentale di un sistema di combattimento che vi chiederà di sfruttare al meglio tutto ciò che avete in vostro possesso e non solo. Sarà infatti possibile anche sfruttare l’ambiente circostante per magari far esplodere una diga e far trascinare verso un dirupo il Minotauro di turno dalla corrente. Tenete inoltre presente che la fuga, spesso, può essere un’opzione; qualora infatti l’Arisen e le sue fide pedine si trovino in difficoltà – vi assicuriamo che accadrà abbastanza spesso – la scelta più saggia è quella di abbandonare lo scontro per affrontarlo poi successivamente.

Nell’economia dei combattimenti sarà inoltre fondamentale gestire a dovere la resistenza, il cui esaurimento può portare a qualche momento di fatica che potrebbe rivelarsi fatale, e la salute. Una volta presi tanti danni infatti il protagonista vedrà scendere il livello di salute recuperabile in maniera drastica, e sarà necessario o accamparsi presso i tanti “punti da campeggio” presenti, utilizzabili solo mediante un apposito kit, o riposare presso una locanda, o addirittura presso una casa acquistabile con le sudate monete guadagnate. Fate attenzione però, poiché i punti da campeggio potranno essere tranquillamente attaccati da dei mostri; ciò porta, inevitabilmente, a studiare al meglio anche le zone più sicure presso cui passare le complicatissime notti e recuperare le forze in vista del prossimo scontro.

Come avrete compreso dunque, il sistema di combattimento si interseca a doppio filo con la varietà di gameplay presente in Dragon’s Dogma 2; bisognerà infatti affrontare ogni mostro, così come ogni esplorazione, nella maniera più ponderata possibile. Avventurarsi senza il giusto party, senza il giusto equipaggiamento o senza le giuste abilità si rivelerà spesso essere fatale, anche perchè il titolo ha in serbo continue sorprese per il giocatore e molte di queste, come in ogni gioco “hardcore” che si rispetti, non sono particolarmente piacevoli. Dragon’s Dogma 2 infatti, sotto questo punto di vista, non fa nulla per essere “accessibile” ma anzi, alza un muro di fronte al giocatore più casual che vuole affrontare l’avventura con parziale disinteresse. Insomma, chi si aspetta una passeggiata di salute o un’esplorazione rilassata, resterà sicuramente deluso, anche a causa di un livello di difficoltà particolarmente elevato ed in grado di dare parecchi grattacapi soprattutto ai giocatori meno attenti.

Dragon's Dogma 2 distruttibilità ambientale

L’impianto ludico di Dragon’s Dogma 2 dunque, al netto di qualche sbavatura, è da promuovere a pieni voti nonostante il suo essere particolarmente inaccessibile e divisivo; chi avrà la pazienza di addentrarsi nei meandri più oscuri del titolo, si ritroverà davanti ad un gioco meraviglioso, capace di rapire il giocatore per portarlo in un mondo ricchissimo, in grado di offrire sorprese e nuovi spunti dietro ogni angolo, che sarà difficilissimo abbandonare. Il realismo che permea l’intera opera, e che rende la stessa particolarmente viva, sarà capace di affascinare chiunque non si faccia scoraggiare dalla complessità, apparentemente nascosta, di un titolo che siamo sicuri non incontrerà i gusti di tutti, ma che ha un indubbio valore. Vi assicuriamo che ci sarebbero tante altre meccaniche di cui parlare, ma sarebbe un delitto parlarne e rovinarvi il piacere della scoperta che domina l’opera di Capcom.

Tecnicamente traballante, ed i 30 FPS non aiutano

Dal punto di vista tecnico, Dragon’s Dogma 2 non riesce ad eccellere. La qualità visiva è tutto sommato buona, ma lontana dagli standard dei titoli current gen only a cui ormai siamo abituati; i modelli di personaggi e nemici, così come le ambientazioni sono tutte di buonissima fattura, segno di un art direction di pregio, ma le texture e la qualità grafica generale non risulta essere particolarmente elevata, e non giustifica assolutamente i 30 FPS a cui il gioco è ancorato, quantomeno su PlayStation 5.

Tale scelta, che sinceramente facciamo fatica a comprendere, potrebbe essere giustificata da un’effettistica a schermo piuttosto ricca, soprattutto nei combattimenti ove a farla da padrone saranno fulmini, fuoco, tornado e magie di ogni tipo; tuttavia, in questi casi, abbiamo notato come il frame rate cali, seppur in maniera poco invasiva. Ciò rappresenta un’assoluta novità per il RE Engine, che ha fatto la fortuna di Capcom negli ultimi anni e che è stato spesso elogiato per la sua leggerezza unita all’ottima resa visiva. L’unica giustificazione che ci sentiamo di dare è forse relativa alla mole di situazioni diverse presenti, oltre alla gran quantità di NPC che affollano le varie città, che potrebbero in qualche modo appesantire il motore di gioco e soffrire di una potenza di calcolo comunque limitata. Di ottima fattura invece la creazione del personaggio, che molti degli interessati avranno già avuto modo di provare in quanto già resa disponibile da Capcom, ed il doppiaggio in inglese, di buonissimo livello. Ottima, come da tradizione, la colonna sonora, così come la già citata art direction, che riesce a mettere in bella mostra le intenzioni degli sviluppatori di cui vi abbiamo già parlato nel corso della recensione, mixando alla perfezione realismo e fantasy. Buona l’implementazione del DualSense, che restituisce bene il feedback dei colpi e di ciò che accade a schermo.

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In conclusione…

Dragon’s Dogma 2 è un titolo tanto meraviglioso quanto divisivo. La sua complessità e la sua struttura, unite ad un world building semplicemente eccelso, rappresentano tutto ciò che si potrebbe chiedere ad un RPG open world. Il mondo di gioco, vivo, vibrante e ricco di sfaccettature, unito ad alcune scelte di game design semplicemente egregie, saprà trascinare anche i giocatori più scettici in un vortice di emozioni e sensazioni che difficilmente verranno dimenticate. Allo stesso tempo però, i giocatori meno esperti potrebbero trovarsi davanti ad un titolo poco accessibile, che sa dare soddisfazione solo una volta compreso appieno; non che ciò sia un male, sia chiaro. L’unica nota davvero stonata della produzione è rappresentata dal lato tecnico, poco al passo con i tempi, ma che non rappresenta assolutamente un problema se rapportato ai tanti pregi presenti. Dragon’s Dogma 2 è dunque, almeno per chi vi scrive, un serissimo candidato al GOTY; un’avventura meravigliosa, che stimolerà tutti coloro i quali non hanno mai dimenticato il piacere della scoperta.

Dragon's Dogma 2 - La nostra valutazione

Voto - 9

9

Dragon's Dogma 2, titolo di Capcom, è un serissimo candidato al GOTY; un'avventura meravigliosa, capace di sorprendere chi non ha mai perso il piacere della scoperta.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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