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Alberi di Natale: un business milionario che nasconde verità scottanti

Quella degli alberi di Natale di Natale è una tradizione nata nell’Europa dell’Est più di 500 anni fa, quando le persone erano solite decorare alberi sempreverdi con rose e mele come simboli della storia di Adamo ed Eva e il Giardino dell’Eden. Tuttavia, negli anni, questa usanza si è diffusa in tutto il mondo ed è divenuta un vero e proprio business.

Oggi infatti questo settore dà lavoro a più di 100.000 persone e genera un guadagno complessivo di 2 miliardi per i giardinieri che si occupano di crescere alberi di Natale naturali. In particolare, le vendite di questi ultimi sono aumentare del 20% dal 2020 (seppur anche quelle degli abeti finti siano in forte crescita).

Nel tempo gli alberi artificiali hanno perso terreno per via dei materiali chimici utilizzati per la loro produzione, oltre per il loro impatto sull’ambiente. Tuttavia, ciò non vuol dire che anche gli alberi naturali non abbiano i loro lati negativi. E, in questo senso, si può parlare di uno in particolare di cui finora si è discusso poco, soprattutto per i pochi studi che sono stati fatti in questo ambito. Stiamo parlando dei pesticidi che vengono utilizzati per tenere lontani gli insetti durante la crescita degli alberi di Natale.

alberi di natale

Il problema dei pesticidi usati sugli alberi di Natale

Molte persone, soprattutto negli Stati Uniti d’America, sono molto affezionate al loro albero di Natale naturale e sono solite acquistarne uno in occasione delle festività natalizie. Pochi di loro pensano però ai pesticidi e alle sostanze chimiche che i produttori utilizzano per proteggere gli alberi dagli insetti, come testimoniano alcune voci raccolte da un reportage di High Country News.

Ormai uso un albero finto da 10 anni. Prima però compravo alberi veri e non ho mai pensato che su di essi sarebbe potuto esserci dei pesticidi.

Denise Castro

Puoi contarmi in quel gruppo di persone: io non ho mai pensato ai pesticidi quando compravo alberi veri.

Michele Zemba

Purtroppo però sono numerose le sostanze chimiche che vengono utilizzate dall’industria degli alberi di Natale e tra questi troviamo il clorotanolile, l’atrazina, il glifosato e il dimetoato. Queste sostanze, dotate di un risaputo effetto negativo sulla salute umana, tendono ad accumularsi nel suolo, entrando poi nella catena alimentare perché assorbiti da piante e animali e arrivando così anche nella dieta umana.

alberi di natale

E tracce di queste sostanze si possono già individuare, soprattutto negli Stati Uniti d’America. Nel 2021 infatti, alcuni studi realizzati dalla Portland State University ha trovato tracce di questi pesticidi nelle acque costiere dell’Oregon. Tuttavia, per ora rimane difficile individuare a quale genere di industria risalga questo inquinamento, così come non sono ancora chiari gli effetti di queste piccole quantità sugli esseri umani.

Oltre agli effetti sull’ambiente però finora si è parlato poco di quelli che i pesticidi potrebbero avere su coloro che stanno vicino agli alberi trattati in questo modo. Questo anche perché la US Food and Drug Administration ha già in passato rassicurato i consumatori sugli scarsi rischi che nascondono gli alberi di Natale veri per tutti coloro che li acquistano. E, in generale, il rischio è considerato così basso che vengono effettuati pochissimi studi a riguardo (anche se ciò non rappresenta un’assicurazione di nessun tipo contro i possibili rischi).

Diverso invece è il discorso per i lavoratori e per coloro che vivono vicino alle fattorie di alberi di Natale. I rischi in questo caso sono più tangibili, ma negli anni è risultato difficile fare qualcosa a riguardo. Infatti, le persone che hanno provato a lamentarsi hanno incontrato numerose opposizioni tra i coltivatori, che talvolta hanno persino risposto: “va’ pure avanti ed esprimi le tue lamentele, tanto abbiamo i nostri lobbisti…”

Gli alberi di Natale veri nascondono dunque molti più rischi di quanto si potrebbe pensare. Per questo, sarebbe meglio fare maggiore attenzione agli alberi che acquistiamo, prediligendo magari quelli coltivati in fattorie in cui non si usano pesticidi, almeno finché la questione non risulterà più chiara.

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Simone Gambaro

Simone Gambaro

Aspirante scrittore classe 1997 amante di tutto ciò che è intrattenimento. Vivo in provincia di Milano e adoro i Pokémon, i libri di Philip K. Dick, i film horror e la musica rap.

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