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I’m in Love with the Villainess | Le nostre prime impressioni sul manga rivelazione del 2023

Nella vita di ogni lettore capita di trovarsi di fronte ai cosiddetti “capolavori inaspettati“, a quelle opere cioè alle quali non avremo dato un centesimo ma che, volume dopo volume, riescono a conquistarci e a guadagnarsi un posto nell’Olimpo delle nostre opere preferite: I’m in Love with the Villainess, per me, ha rappresentato proprio questo.

Il mio primo approccio con la serie è stato abbastanza superficiale: vagando online scovai molto casualmente questo titolo e ricordo che fui subito incuriosita dalla trama di fondo, che ruota attorno a una figura antagonista, Claire François, e alle sue (dis)avventure scolastiche e non solo.

Vera protagonista della serie è Rei (o Rae) Taylor, giovane impiegata giapponese che di colpo si trova catapultata nel mondo del suo Otome Game preferito: Revolution, il cui titolo anticipa già l’importanza della politica nell’ottica generale della serie. L’obiettivo del gioco è quello di conquistare uno dei tre principi e così facendo costruire un futuro roseo per la protagonista, plebea in una scuola piena di nobili arroganti in una realtà sull’orlo di una crisi sociale.

I'm in love with the villainess

La nostra protagonista, però, non è minimamente interessata ai tre principi e l’unico oggetto del suo amore è proprio Claire François, che nel gioco ostacola in continuazione la protagonista tramite atti di bullismo, discriminazione e sotterfugi vari. Detta così la trama sembra divertente ma anche piuttosto banale ed effettivamente dal primo volume la serie riesce a strappare qualche risata, sì, ma è ancora lontana dalla definizione di “capolavoro inaspettato” che ho attribuito a I’m in Love with the Villainess qualche riga fa.

Più che delle prime impressioni, dunque, questo articolo sarà uno sguardo generale sulla serie dalla prospettiva di qualcuno come me che ha già completato la lettura della storia tramite romanzi e che ad oggi ve ne parla con l’obiettivo di spingervi a non abbandonare l’opera dopo i primi capitoli o a causa della premessa che, lo ammetto, di base non è niente di originale soprattutto in un periodo come quello attuale in cui i prodotti basati sugli otome game e gli isekai sono numerosi. Ma I’m in Love with the Villainess non è solo questo, ma molto di più.

I'm in love with the villainess

I temi e il tono

I’m in Love with the Villainess è un’opera nella quale sin dal primo volume l’autrice introduce numerosi temi sociali, politici e di attualità molto importanti e attuali e sfrutta la narrazione e i suoi personaggi per dire la sua e soprattutto per denunciare le ingiustizie e le storture della realtà. Già nei primi capitoli saremo in grado grazie a un particolare dialogo tra Rei, Claire e Misha di riflettere sulla sessualità e su quanto importante sia rispettarla quando si tratta di sentimenti, che siano essi d’amore o di semplice amicizia.

Il vero cuore di I’m in Love with the Villainess però, come anticipavo poco prima, è la politica. Il contesto dell’opera è quello di una scuola prevalentemente frequentata da nobili in cui, però, vengono ammessi eccezionalmente anche plebei particolarmente dotati: questi sono spesso soggetti a discriminazioni da parte degli altri studenti e al centro delle vicende di uno dei primi volumi ci sarà proprio un incidente avvenuto tra un nobile e un plebeo. Andando avanti con l’opera il tema politico e quello dell’incontro/scontro tra più classi sociali sarà sempre più rilevante fino ad esplodere in una vera e propria denuncia.

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Il personaggio di Claire, da questo punto di vista, è assolutamente centrale: Claire è l’unica figlia del Ministro delle Finanze del Regno di Bauer e occupa una posizione privilegiata persino rispetto alla stragrande maggioranza degli altri nobili. Ciononostante sarà proprio Claire a iniziare a dubitare della buonafede della sua stessa classe, a chiedersi se sia davvero giusto ritenersi superiori solo perché nati in una famiglia piuttosto che in un’altra e se invece il vero significato di possedere sangue nobile non risieda in ben altro. L’agonismo con cui la protagonista vive questa opposizione e danza sul confine tra ciò che le è stato insegnato e imposto in quanto nobile e i valori che, gradualmente, si costruisce è uno degli elementi migliori della serie che vi accompagnerà per numerosi volumi.

I'm in love with the villainess

Claire non è l’unico personaggio degno di nota di I’m in Love with the Villainess: anche i personaggi secondari riescono a spiccare quasi immediatamente e tutti, nessuno escluso, nel corso dei prossimi volumi riusciranno ad avere i loro momenti da protagonisti che vi spingeranno ad innamorarvi di loro e a tenerli nel cuore nonostante il poco screen-time.

Il tutto si unisce ad un world-building estremamente interessante e completo in cui ad essere dettagliata è prima di tutto la geopolitica: sin dai primi capitoli ci vengono presentati i vari Regni ed Imperi che compongono il mondo di I’m in Love with the Villainess e, in maniera purtroppo molto sommaria in alcuni casi, le forme di governo da essi adottate. Assieme a questo abbiamo una buona presentazione della magia e del suo funzionamento, anche se da questo punto di vista i romanzi fanno un lavoro decisamente migliore rispetto al manga, almeno per il momento.

I'm in love with the villainess

Nel corso dei volumi e se glielo permetterete, I’m in Love with the Villainess sarà in grado di inventarsi e reinventarsi continuamente, stupendovi capitolo dopo capitolo e spingendovi a riflettere su decine e decine di temi diversi che raramente vengono affrontati così bene nell’industria dell’intrattenimento: quanto siete disposti a rischiare per passare un solo giorno in più con chi amate? Può un essere umano scegliere per una moltitudine di altri? Ed è vero che il bene di molti conta più di quello di uno o viceversa? Cosa vuol dire diventare camminare sulle proprie gambe? Cosa significa davvero “eternità”?

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I temi dell’opera, naturalmente, non sono solo ed esclusivamente seri: la narrazione è spesso alleggerita da momenti comici o di vita quotidiana che si sposano perfettamente bene col resto dell’opera e che non appaiono mai forzati, superflui o inutili, anzi servono per spingerci ad apprezzare ancora di più i personaggi nel loro realismo.

In definitiva non posso che consigliarvi caldamente la lettura di I’m in Love with the Villainess e, soprattutto, di non fermarvi alla premessa del primo volume ma di proseguire con la lettura dei successivi: il secondo è già disponibile online e nelle fumetterie!

Il primo volume di I’m in Love with the Villainess è disponibile sul sito dell’editore Star Comics. Il secondo volume è acquistabile a partire da questa settimana.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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