Lo scorso agosto il governo aveva introdotto con un decreto l’obbligo di esporre i prezzi medi dei carburanti, che secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy avrebbe dovuto risolvere il problema dell’aumento dell’aumento del prezzo dei carburanti, anche se i proprietari delle stazioni hanno avuto tanti dubbi a riguardo. Infatti negli ultimi mesi sono state molte le polemiche riguardo l’inutilità di questa manovra, e in questi giorni hanno portato a uno sviluppo importantissimo.
Il Tar del Lazio contro l’obbligo di esporre i prezzi medi dei carburanti
Ieri il Tar (tribunale amministrativo regionale) del Lazio ha infatti bocciato i cartelli dei prezzi medi, andando contro la decisione del governo. I giudici hanno giustificato l’annullamento dicendo che è a causa del’assenza di una “prevista e preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri e del parere del Consiglio di Stato“. Dopo aver controllato il quadro normativo, i giudici hanno stabilito che il decreto del governo ha violato le norme procedimenti della sua adozione.
Questa decisione accoglie il ricorso fatto nei mesi scorsi da diversi distributori di carburanti e dalle due federazioni Fe.Gi.Ca. (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini) e F.I.G.I.S.C. (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti). Loro avevano contestato i vari obblighi imposti dal decreto, definendoli proporzionati, ingiustamente afflittivi e irragionevoli. Secondo alcuni gli obblighi avevano addirittura portato a una ingiusta disparità di trattamento nei confronti dei distributori.
La risposta del Ministero
Il Ministero delle Infrastrutture e del Made in Italy ha risposto alla sentenza del Tar ribadendo che l’obbligo di esporre i prezzi medi ha dimostrato ampiamente la sua efficacia, nonostante la situazione geopolitica internazionale. Per il ministero infatti l’obbligo è il principale fautore dell’abbassamento dei prezzi che si sta registrando da oltre un mese. Nei prossimi giorni il Ministero presenterà un appello al Consiglio di Stato per sospendere la sentenza del Tar.
Quest’episodio ha scatenato anche altre reazioni del mondo politico, spingendo l’opposizione a criticare nuovamente il Governo Meloni dicendo che ha mostrato segni di dilettantismo. Nonostante la sentenza nel Lazio, i cartelli dovrebbero rimanere comunque in vigore nelle altre regioni