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I 5 colpi di scena migliori de L’Attacco dei Giganti

Vediamo assieme quelli che negli anni sono stati i colpi di scena più belli e importanti di una serie che sta finalmente arrivando alla sua conclusione

L’attacco dei giganti è sempre stato in grado di capovolgere le carte in tavola con colpi di davvero riusciti. Questo è un grande pregio a cui Hajime Isayama ci ha sempre abituati, fin dai primi volumi della serie e i primi episodi dell’anime. Cogliamo l’occasione, con l’arrivo dell’episodio finale il 4 novembre, per riavvolgere la storia e ricapitolare quelli che sono stati i momenti più inaspettati della serie.

La costruzione precisa e calcolata della storia ha però reso questi colpi di scena non sempre imprevedibili, dato che leggendo bene gli indizi sparsi nelle tavole e nei dialoghi tra personaggi era in alcuni casi possibile anticipare le svolte più importanti della serie. Non per questo, però, i momenti di cui andremo a parlare sono scemati o dimenticati dai fan, anzi.

I 5 colpi di scena di cui andremo a parlare scossero profondamente la community de L’Attacco dei Giganti fin dal momento della loro uscita cartacea, continuando ad alimentare quell’alone di misticità e mistero che la serie ha saputo costruire e confermare, uscita dopo uscita. Sembra ovvio ma avvisiamo lo stesso: l’articolo che state leggendo è gonfio di spoiler sulla serie, ma non cita nulla su ciò che accadrà nell’ultimo episodio in uscita questo sabato. Se perciò siete degli spettatori dell’anime potete leggerlo senza problemi.

L'Attacco dei giganti

1. I giganti dentro alle mura

Siamo alla fine della prima stagione dell’anime e al capitolo 33 del manga, la battaglia tra Annie e Eren in forma gigante sta andando avanti con una dose sempre maggiore di violenza, seminando distruzione e caos all’interno della città. Quando finalmente il protagonista riesce a vincere lo scontro, la ragazza si rinchiude all’interno di un bozzolo trasparente e vetroso, apparentemente indistruttibile. Mikasa, che nel frattempo era aggrappata alle mura, nota un’apertura che rivela l’inquietante figura di un gigante dormiente al proprio interno.

attacco dei giganti

I lettori -e gli spettatori dell’anime- dovranno attendere parecchio prima che venga fatta luce su questa inquietante rivelazione, che coinvolge direttamente il potere del Gigante Fondatore e le origini dell’intera città dove sono nati i nostri protagonisti. C’è da dire che posizionando questo evento al termine della prima stagione, l’interesse verso la serie e i suoi misteri non avrebbe fatto altro che aumentare a dismisura nel tempo a venire.

2. Reiner e Berthold

Siamo sulla cima delle mura dove i personaggi si assestano, calcolando e curando i feriti dello scontro più recente contro i giganti. Mentre parlano con Eren, Reiner e Berthold hanno sguardi sempre più complici e in apparente difficoltà. Quella che poteva sembrare una crisi adesso diventa la triste realtà: i loro compagni non sono altro che il gigante corazzato e il gigante colossale, i due artefici del massacro che ha dato il via alla storia e distrutto la vita dei protagonisti.

Eren è ancora sopraffatto dalla situazione ma Mikasa, al solito gelida e vicina al compagno, vede arrivare la minaccia per tempo e attacca i due, che in breve si trasformano nei rispettivi giganti dando il via a una nuova e temibile battaglia contro i protagonisti. Solo, al contrario dei pallidi giganti sconosciuti con cui hanno combattuto da sempre, questa volta le cose sono diverse: i due un tempo erano compagni con cui Eren ha condiviso tutto, e questo renderà le cose ancora più difficili del solito.

attacco dei giganti

3. La cantina di Grisha

Fin dal primo capitolo de L’Attacco dei Giganti veniamo a sapere che nella cantina di Grisha, il padre di Eren, si nasconde qualcosa di misterioso e che il ragazzo non può sapere. Non subito, almeno. Il padre prima dell’attacco che segnerà l’inizio della storia fa sapere al giovane che al suo ritorno potrà finalmente rivelare cosa si nasconde in quello scantinato. Solo che le cose cambiano e passeranno moltissimi capitolo prima che i protagonisti facciano ritorno in quel luogo.

Al termine dell’epica cavalcata di Erwin, dello scontro con il gigante colossale, corazzato e bestia, Eren riesce a mettere piede nello scantinato della sua vecchia casa, sconvolgendo le sorti della serie come mai prima. In un cassetto a doppio fondo, aperto con una chiave tenuta dal ragazzo, i protagonisti trovano tre diari contenenti la storia di Grisha nella sua interezza con un foglio a loro ignoto, ma che allo spettatore fa subito sospirare.

Questa non è un illustrazione, è un’impronta di luce riflessa su un particolare tipo di carta. Si chiama fotografia.” Con queste parole Grisha informa il figlio che al di là del mare esiste ancora un mondo popolato da esseri viventi come loro, più avanzati tecnologicamente e militarmente, ed è quello il luogo dal quale egli proviene e che un giorno non troppo lontano dovranno combattere.

4. Il potere del gigante d’attacco

Per i lettori e gli spettatori de L’Attacco dei Giganti era evidente che qualcosa ha smosso Eren nei due anni di attesa tra la fine della terza stagione e l’inizio della quarta. Lo vediamo più distaccato, più freddo, più distante da quella che era l’immagine del ragazzo irascibile e fomentato di un tempo. C’è ovviamente un motivo dietro a tutto questo, ed è facile ipotizzarlo fin dal flashback di Grisha.

Quando il padre di Eren parla col primo possessore del gigante d’attacco si sente citare nomi che nessuno dei due ha mai sentito: Mikasa, Eren, Armin, e qualcosa sul salvarli. Alla domanda di Grisha su chi siano queste persone il tale non sa cosa rispondere, sa solo che un giorno li vedrà. Il potere del gigante d’attacco, quello più incredibile e definitivo, è poter vedere i ricordi dei futuri possessori e in questo modo modificare il flusso degli eventi.

Nella lunga conversazione che Eren ha con Zeke il mistero viene chiarito, e il protagonista assume il ruolo di burattinaio che tira le fila da una lunga generazione di poteri come il suo. Grisha sembra difatti spinto dal ricordo futuro del figlio nel momento in cui compie un massacro che non avrebbe voluto realizzare. Ora riusciamo a dare un volto al cambiamento di Eren, poiché in realtà solo lui sa come finiranno le cose per tutti quanti.

5. La nascita dei giganti

Due frasi connettono tutto. La prima è “A te tra duemila anni” mentre la seconda “A te di duemila anni fa“. Sono rispettivamente il titolo dei capitoli 1 e 122, e nel secondo dei due citati assistiamo a una storia tragica e chiarificatrice, che fa luce su un mistero a monte di tutti gli altri, quello sulla misteriosa e remota nascita dei giganti nella storia.

Ymir era una schiava, braccata dai cacciatori e ferita a morte cammina verso una grande insenatura di un albero altissimo, cadendo stremata in un fondo senza fine. Nell’oscurità viene avvolta da un animale misterioso, all’apparenza una lunga spina dorsale, e risorge come primo gigante della storia al servizio di Re Fritz. Grazie alla sua terribile forza il re riesce a schiacciare e vincere ogni guerra, ma sa che Ymir non resterà sua per sempre.

attacco dei giganti

Hanno tre figlie e per continuare a perseverare e conquistare il potere dei giganti va trasmesso, in un modo o nell’altro. Questo modo è il sangue. Le figlie mangiano il corpo della madre e così un giorno saranno mangiate, per preservare la forza in eterno. Ymir, prima gigante, continua a servire i successori del re in un luogo senza tempo, componendo giganti d’argilla. Solo la compassione di Eren riuscirà a smuoverla, dando inizio alla tanto temuta marcia dei colossali.

I giganti nascono dal risentimento, dall’odio e dal desiderio di amare oltre ogni altra cosa. Forse anche di proteggere qualcuno quando il corpo da solo non può farcela. Quando sabato finirete la storia verrete a patti con questa verità, l’unica che ha saputo, con forza, crudeltà e amore, dare inizio a una storia che è entrata di diritto tra le migliori della nostra generazione.

Leggi anche: L’ATTACCO DEI GIGANTI FINAL SEASON: TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE PRIMA DEL GRAN FINALE

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Alessandro Diambra

Alessandro Diambra

Classe 1996. Sono uno di quelli che legge tutto e non ha cose preferite.

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