Dr Commodore
LIVE

Starfield: l’esplorazione dei pianeti è più limitata di quanto pensassimo?

Starfield è ormai prossimo al lancio ufficiale e gli addetti ai lavori hanno provveduto a spolparlo come si deve, un elemento di gameplay in particolare ha scatenato la perplessità di praticamente tutti coloro che hanno provato il titolo: stiamo parlando della meccanica di esplorazione dei pianeti. Questo aspetto fondamentale del gameplay sembra essere fortemente penalizzato dalla presenza di uno dei maggiori incubi del videogiocatore moderno, i muri invisibili.

Il primo a parlare di questo problema è stato un redattore di PCGamer, Morgan Park, che ha riferito quali degli aspetti più attesi di Starfield sul lato gameplay sono risultati assenti o hanno avuto un ruolo meno importante di quelle che erano le aspettative in merito. Andiamo a scoprire cosa c’è che sembra non andare nella meccanica di esplorazione dei pianeti di Starfield.

Starfield

I pianeti di Starfield non saranno completamente esplorabili

Da quanto emerge da questa testimonianza, sembrerebbe proprio che le aspettative in merito alla possibilità di esplorare in lungo e in largo pianeti sempre diversi siano state pienamente deluse. Anche se è vero che potremo scegliere di atterrare su una qualunque area del pianeta scelto (ad eccezione delle zone d’acqua) una volta scesi dalla nostra navicella il territorio esplorabile liberamente si estenderà per circa un chilometro: una volta superata una certa distanza la mappa finirà, andremo incontro ad un famigerato muro invisibile e il gioco ci chiederà se vorremo tornare in orbita per esplorare altre zone del pianeta.

Un elemento che invece risulta pienamente presente è la possibilità di analizzare flora e fauna del corpo celeste che stiamo vistando: l’ambiente dei pianeti varierà e saranno innumerevoli le specie di piante e animali che potremo analizzare. Molti altri, purtroppo, sono gli aspetti che sembrano essere passati in secondo piano.

leak starfield copertina

Una navicella diversa dalle aspettative

Per quanto riguarda la nostra navicella spaziale, ci sono alcuni elementi che hanno fatto storcere il naso al redattore: tra questi, innanzitutto, menzioniamo la questione dell’indicatore dei livelli di ossigeno. Questo elemento, di base molto interessante per movimentare la nostra strategia di navigazione, avrebbe un valore quasi puramente estetico: il redattore lo definisce “sostanzialmente un misuratore dello sprint”.

Anche per quanto riguarda la gestione del carburante, il tutto sembra essere stato realizzato tenendo poco conto del realismo. L’autonomia della nostra navicella, infatti, non si limita a quella indicata sul sistema che monitora il livello di carburante, in quanto sarebbe possibile percorrere tratti estremamente lunghi semplicemente dividendo il viaggio in tappe, senza fare un’unica partenza e un unico atterraggio.

Vi ricordiamo che Starfield è in arrivo su Xbox Series X/S e PC il 6 settembre: sembra proprio che, per l’occasione, Microsoft abbia riproposto un’amata promozione per abbonarsi all’Xbox Game Pass, giusto in tempo per permettere a più persone possibile di mettere mano sul nuovo gioco spaziale di Bathesda.

Starfield in-game shot

Leggi anche: STARFIELD: UN HATER HA CRITICATO ALCUNE FOTO DELLA NASA PENSANDO FOSSERO IMMAGINI DI GIOCO

Articoli correlati

Sara Pandolfi

Sara Pandolfi

Classe 2004, ma il mio gioco preferito è più vecchio di me. Mi trovate in giro per le strade con uno scudo Hylia sulle spalle e questo dovrebbe già spiegarvi molte cose

Condividi