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The Nun: Bonnie Aarons sostiene che WB nasconde il vero guadagno sulla sua immagine

Il film thriller/horror The Nun fa parte del vasto universo dedicato a The Conjuring, la saga iniziata nel 2013 che ancora oggi deve vedere la sua conclusione. Nel corso di questi 10 anni il franchise è cresciuto esponenzialmente e Warner Bros. ha deciso di puntare su questo orrorifico mondo per creare un universo in stile MCU.

Bonnie Aarons, l’attrice protagonista del film uscito nel 2018 è il fulcro centrale della saga e con il tempo la sua immagine è diventata il simbolo di questo universo iniziato con la pellicola diretta da James Wan nel 2013 appunto. Ora la Aarons ha avviato una causa legale in merito a questo presunto guadagno “occulto” sul suo volto, sostenendo che la Warner Bros. non sta rivelando i veri guadagni che sta ottenendo con la sua immagine nelle vesti della terrificante suora.

Bonnie Aaron e i suoi legali chiamano in causa la WB, la New Line Cinema e la Scope Productions LLC per violazione del contratto, del patto di buona fede e di correttezza commerciale e per responsabilità contabile. La denuncia sostiene che “hanno sfruttato il talento, la creatività e l’immagine di Bonnie Aarons con enorme successo finanziario” e non l’hanno adeguatamente compensata come previsto dal contratto.

Trailer The Nun 2

The Nun: Bonnie Aarons sostiene che WB ha nascosto i veri guadagni sulla sua immagine

Stando a quanto riportato dalla denuncia l’attrice ha stipulato per il film un compenso base di 71.500 dollari. Nel contratto era anche riportato un dettaglio riguardante il successo del film al botteghino e un ulteriore guadagno per l’attrice se quest’ultimo avrebbe raggiunto un buon incasso: questo ha fatto guadagnare all’attrice di The Nun un totale di 175.000 dollari.

Ovviamente, come spesso accade anche Bonnie Aarons ha firmato per ricevere una quota degli incassi lordi della Warner Bros. derivanti dal merchandising che sfruttava le sembianze e l’immagine sua personale, ma a quanto pare le cose sono andate diversamente da questo punto di vista. Come merchandising si intendono action figure, bambole, decorazioni, spille, gioielli, magliette, calze, biancheria da letto, costumi, bevande e poster che utilizzano le sembianze della signora Aarons, protagonista di The Nun appunto.

Una scena di The Nun

Sulla fonte IGN leggiamo: “Invece di contabilizzare e pagare in modo trasparente. La Warner Bros. oscura e nasconde il vero ammontare della giusta quota di ricavi da merchandising della signora Aarons, continuando a sfruttarla”.

The Nun è stato un enorme successo per la Warner Bros. Quest’ultimo ha infatti incassato 365 milioni di dollari in tutto il mondo dopo l’uscita nel 2018: è stato il più redditizio all’interno dell’universo di Conjuring.

La causa prosegue affermando che tra il 12 maggio 2019 e il 30 settembre 2022 la WB ha inviato ai rappresentanti della Aarons una serie di dichiarazioni scritte che mostravano la quota di ricavi provenienti dal merchandising dell’attrice di The Nun, ma questi non hanno soddisfatto chi di dovere.

Sempre dalla fonte leggiamo che “tali ricavi che non erano coerenti con le ampie attività di merchandising della Warner Bros. per il personaggio della signora Aarons”. I successivi tentativi dei rappresentanti della Aarons di ottenere dalla WB una documentazione più sufficiente sulla questione, secondo la causa, non hanno ricevuto risposte “sostanziali”.

Fonte IGN

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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