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Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury, la recensione della nuova serie del franchise disponibile su Crunchyroll

Il secondo cour di Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury è stato molto seguito durante la stagione primaverile appena conclusa. Non a caso la serie è stata spesso nella top 10 delle più apprezzate di portali come Anime Trending ed è stato considerato un titolo di punta della stagione da Crunchyroll. Alla fine, com’è stata in generale la serie?

Mobile Suit Gundam: The Witch form Mercury inizia quando la protagonista Suletta Mercury si iscrive all’Asticassia, una scuola situata nello spazio e gestita dal conglomerato conosciuto come Benerit Group. Al suo arrivo, la ragazza incontra Miorine Rembran, una ragazza che vuole scappare dalla scuola e andare sulla Terra per sfuggire al controllo del padre.

Alla scuola il padre ha allestito un sistema di duelli tra Mobile Suit a cui possono partecipare tutti i piloti della scuola, e colui che vince un duello ottiene il titolo di Holder e il diritto di sposare Miorine. Dopo il loro incontro, anche Suletta rimane invischiata nel sistema di duelli con il suo Gundam Aerial, un mobile suit costruito con il proibito GUND Format, una tecnologia che causa la morte dei piloti se abusata.

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Storia interessante ma dal ritmo molto veloce

Nella sua prima parte, la serie si concentra maggiormente sui duelli a scuola ma costruisce anche un ottimo intrigo politico all’interno del Benerit Group, a cui si aggiungono tasselli man mano che si va avanti con i duelli (tra cui ci sono anche delle battaglie davvero ottime, oltre che alcune divertenti citazioni a La Rivoluzione di Utena).

Oltre a fornire più o meno un discreto world-building facendo anche avvicinare Suletta al gruppo di studenti comprendenti ragazzi terrestri, iniziamo a conoscere un pochino meglio i personaggi con cui ci ritroveremo a che fare. Purtroppo non tutti sono esattamente utili o interessanti alla storia, complice forse la gran quantità di personaggi che fanno parte del cast. L’esempio più lampante di questo sono la maggior parte degli studenti terrestri, che a parte Chu Chu, Nika e Martin non offrono molto.

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Nella seconda parte assistiamo invece allo sviluppo vero e proprio della storia, e alla crescita caratteriale più importante per le nostre protagoniste Suletta e Miorine, sia a livello personale che a livello relazionale. È davvero bello vedere come la prima trovi praticamente se stessa, mentre l’altra per tutta la serie compie delle azioni che sono atte a proteggere la sua promessa sposa (anche nei casi in cui si va a creare dramma vario).

Il finale di questa serie di Gundam (attenzione spoiler)

Il secondo cour porta però un immenso problema: dopo alcuni episodio che ci mostrano la crescita di Suletta, con eventi anche non propriamente felici, negli ultimi episodi viene premuto il piede sull’acceleratore per concludere tutto. La fretta si percepisce anche nella mole di eventi che accadono a schermo, con alcuni che non sono stati neanche troppo spiegati. Il finale poi assume un tono più leggero rispetto a quanto visto in precedenza, e risulta un finale forse pure troppo positivo.

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Nonostante molti si siano accaniti sul finale dell’opera, ho trovato che esso sia riuscito a chiudere bene la storia. Tutte le questioni legate alla Terra vengono risolte in praticamente pochi secondi, e si cerca persino di perdonare un’antagonista che ha ucciso un sacco di civili e che voleva commettere un genocidio, però almeno i vari personaggi hanno ricevuto un finale felice. Il finale non sbaglia con le scelte riguardanti la coppia formata dalle due protagoniste, e con alcune scene hanno creato anche un perfetto parallelismo con i primi episodi.

Oltre a Suletta e Miorine, i personaggi più interessanti della serie risultano essere sicuramente Prospera (complice l’interpretazione magistrale di Mamiko Noto) e Guel, per cui alla fine si vuole solo il meglio visto tutta la sfiga che lo circonda. Elan e co. hanno un background abbastanza intrigante, e anche la sua versione principale a lungo andare diventa anche sopportabile. Shaddiq funziona come antagonista secondario, e non si può non dire che non abbia stile.

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A livello visivo la serie si mantiene buona in generale, anche se ci sono degli episodi dove si notano alcune incertezze molto probabilmente dovute ai problemi che la produzione ha dovuto affrontare (basti pensare che lo staff ha avuto dalle 2 alle 4 settimane per produrre un episodio e che l’ultimo ha avuto ben 94 key animator). Le opening e le ending sono molto buone, soprattutto la prima opening “The Blessing” degli Yoasobi. Tra le ending vorrei citare soprattutto “Red:Birthmark“, la quale ha un video dalle atmosfere molto suggestive.

In conclusione Mobile Suit Gundam: The Witch of Mercury rimane un’ottima serie in generale, intrigante e con alcuni ottimi personaggi. Tutti e 25 gli episodi della serie sono disponibili su Crunchyroll (qualche episodio è anche disponibile sul canale YouTube ufficiale Gundam.info).

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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