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Star Wars Jedi Survivor – Recensione: un disturbo nella Forza

Quando quattro anni fa arrivò sul mercato Star Wars Jedi Fallen Order a cura di Respawn Entertainment ed Electronic Arts, avevamo il presentimento che quella di Cal Kestis non sarebbe stata un’avventura circoscritta a un singolo titolo, bensì più ampia e distribuita su diversi capitoli, essendo anche canonica all’interno dell’universo creato da George Lucas. La conferma non ha tardato ad arrivare, e oggi siamo dinnanzi a un sequel con tutti i crismi di un action adventure che ha contribuito al rilancio del franchise di Guerre Stellari sul versante videoludico. Star Wars Jedi Survivor è un seguito più grande, ambizioso, articolato ed evoluto rispetto al predecessore, dal quale riprende le solide basi e interviene dove necessario per adattare le nuove gesta di Cal a un contesto di generazione attuale. Il tutto abbandonando le vecchie console, seppur il passaggio non sia avvenuto completamente in maniera indolore. Noi siamo tornati nella galassia lontana lontana per raccontarvi integralmente la nuova creatura di Respawn nella nostra recensione.

Una nuova speranza

La storia di Star Wars Jedi Survivor è ambientata circa cinque anni dopo i fatti di Jedi Fallen Order, localizzandosi esattamente nel tempo in cui l’Impero Galattico ha il pieno controllo su larga parte dei pianeti conosciuti. Come se non bastasse, l’Inquisitorio continua la sua caccia ai Jedi rimasti dopo l’Ordine 66, a cui il nostro Cal Kestis continua a sfuggire. Non solo, in questo capitolo il giovane Jedi sembra passato al contrattacco pesante al fine di fronteggiare la minaccia per ridare speranza alle persone oppresse, interrogandosi costantemente sul suo operato e sul suo passato.

Egli collabora attivamente con Saw Gerrera e il suo gruppo ribelle al fine di arrecare quanti più danni possibili al Lato Oscuro, ma dopo diverse peripezie, Cal partirà alla scoperta di alcuni segreti legati all’Ordine Jedi che lo porteranno a riesaminare il suo percorso e il passato dell’Ordine stesso, ma fortunatamente non sarà un viaggio che egli compirà da solo. Questa seconda incarnazione narrativa dell’epopea fantastica di Cal Kestis vive di alti e bassi, composta da momenti di grande impatto con tanto di plot twist ben orchestrati e parti che avrebbero necessitato di maggior cura e capacità di coinvolgimento, per un’altalena narrativa dalla durata complessiva di 20 ore se si decide di dedicarsi maggiormente alla progressione principale, poiché molteplici sono le attività secondarie e i contenuti opzionali da scoprire, tra missioni facoltative e collezionabili da recuperare in un contesto esplorativo che si è fatto decisamente più ampio.

Il potere della Forza

Proprio come nel precedente capitolo, in Star Wars Jedi Survivor saremo chiamati a esplorare più volte i pochi pianeti a disposizione, forti a ogni visita di un potenziamento che permette il raggiungimento di zone altrimenti inaccessibili. In questa iterazione però, complice la vastità di alcuni pianeti specifici, la rivisita non si presenta così ridondante come in passato, offrendo sempre nuove zone da setacciare in lungo e in largo in cerca di segreti e collezionabili, che ritornano sotto forma di elementi di personalizzazione estetica, questa volta ulteriormente arricchita e in grado di alterare decisamente il nostro Jedi e il suo fidato droide BD-1. Risulta dunque importante, qualora si voglia ottenere il massimo dall’esperienza, tornare sui propri passi una volta ottenuti tutti i potenziamenti dedicati, poiché è presente del backtracking ben studiato che ben si sposa con l’articolato level design composto da molteplici diramazioni e spiccate verticalità. In tal senso, alcune zone puntano sulla distensione pura per inscenare delle mappe aperte liberamente esplorabili che tutto sommato fanno il loro dovere pur non entusiasmando.

Star Wars Jedi Survivor, combat

Il fulcro del gameplay della produzione risiede nella costante alternanza tra sezioni platform, ulteriormente potenziate da nuove meccaniche, e combattimenti, quest’ultimi che godono di un arricchimento degno di nota. Entrano in gioco gli stili di combattimento, che consentono a Cal di cambiare il proprio approccio agli scontri, traendo il meglio dalle diverse combinazioni con la spada laser. Nel concreto, potremo selezionare due stili per volta da intercambiare in ogni momento per adattarci alle diverse situazioni proposte. A conti fatti, alcuni stili risultano più funzionali di altri in ogni frangente, dove è necessario sottolineare che il combattimento tecnico del primo gioco ritorna in toto con le sue meccaniche ma fatica a convincere quando ci si parano davanti molti nemici, tradendo una certa strategia che vanifica una qualsivoglia pianificazione agli approcci. Tornano ovviamente anche i poteri legati alla Forza, sfruttabili in diverse occasioni per creare situazioni di vantaggio.

Il tutto è potenziabile nei punti di meditazione sparsi per i pianeti, i quali permettono in prima istanza di ripristinare salute e Stim di BD-1 per la cura, e poi di spendere i punti abilità guadagnati tra scontri ed esplorazione nei diversi alberi di abilità che spaziano tra upgrade difensivi, relativi alla Forza e concernenti i diversi stili di combattimento sopracitati. Questi ultimi vanno premiati indubbiamente per varietà, ma alle difficoltà più basilari non impattano sull’equilibrio di gioco, di base altalenante. Le nuove soluzioni dedicate al platform ci hanno invece convinto pienamente, capaci di restituire più libertà in fase di manovra e maggiore enfasi nelle esplorazioni verticali, caratterizzate da grande dinamicità.

Il lato oscuro della tecnica

Star Wars Jedi Survivor, riprendendo l’Unreal Engine 4, inciampa purtroppo sul fronte tecnico, dove su PS5 (versione da noi testata) restituisce diverse sbavature sia in modalità prestazioni che in risoluzione. Quest’ultima riesce comunque a far emergere un buon comparto grafico complessivo, che può risultare migliore o peggiore in base al pianeta che si visita, con lo scotto dei 30 fps che non sempre risultano stabili. Il peggio di sé lo dimostra durante i combattimenti massivi, dove viene meno anche la reattività dei comandi che lascia spazio a frustrazione. Meglio la situazione in modalità prestazioni, che alza il framerate puntando ai 60 fps, quasi mai realmente stabili ma importanti per la tipologia di gameplay, al compromesso di cali di risoluzione piuttosto vistosi e ambienti più spogli, soprattutto quelli più ampi che vanno a omettere anche i dettagli in lontananza.

Star Wars Jedi Survivor Cal

Valori alla mano, il target di riferimento per la modalità prestazioni sono i 1440p in upscale con fluttuazioni importanti fino al di sotto dei 720p e framerate non sempre stabile a 60 fps; mentre la modalità risoluzione ha un target di render di 4K in upscale anche qua con oscillazioni che toccano minimi al di sotto dei 1080p, complice anche l’uso del ray tracing che impatta notevolmente sulle performance di gioco donando però valore all’illuminazione generale. In aggiunta a quanto detto, vale la pena segnalare delle animazioni non sempre brillanti e un effetto tearing estremamente fastidioso a schermo.

Ciò che invece rapisce di Star Wars Jedi Survivor è la direzione artistica di grandissimo valore e l’interpretazione che Respawn è riuscita a dare al mondo di Guerre Stellari, sfruttando pienamente e con sapienza la licenza di Disney. Abbiamo infine trovato molteplici opzioni di accessibilità utili per garantire la fruizione a qualsiasi giocatore e un comparto audio di gran livello ad accompagnare la seconda avventura di Cal Kestis nella galassia lontana lontana, che può anche vantare di un buon feedback aptico del DualSense ma non di una buona implementazione dei grilletti adattivi del controller.

Conclusioni

Star Wars Jedi Survivor è un più che degno sequel di Jedi Fallen Order, migliorando la formula ludica che ha fatto la sua fortuna, ma inciampando bruscamente sul fronte tecnico, che rappresenta il problema principale della produzione dall’inizio alla fine. Si ha la sensazione costante che manchi qualcosa in merito alla pulizia del codice, e siamo sicuri che nei mesi a venire delle patch interverranno per mitigare quanto riscontrato.

Al netto delle problematiche tecniche, è da non sottovalutare assolutamente a nostro avviso l’avventura di Cal Kestis e il suo corso, la quale continua ad appassionare e ad evolversi verso una direzione che fa ben sperare per il prosieguo degli eventi, puntando sulle sue carte vincenti che, al di là dei difetti, trascinano l’epopea inesorabilmente. Il fascino del percorso del giovane Jedi e del gameplay tecnico e ricco quanto scenico, immerso in un contesto celebre e ben interpretato dagli sviluppatori, stacca un biglietto vincente a cui nessun fan dovrebbe rinunciare, a patto di scendere a compromessi evidenti la cui assenza avrebbe potuto elevare l’avventura galattica di Respawn Entertainment ed EA a un titolo davvero irrinunciabile.

Star Wars Jedi Survivor, cover

Star Wars Jedi Survivor

Voto - 8

8

Star Wars Jedi Survivor è il sequel di Fallen Order su PS5, Xbox Series X/S e PC, a cura di Respawn Entertainment ed Electronic Arts.

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Mirko Proietti

Mirko Proietti

Videogiocatore classe '96 operativo dall'età di 3 anni. La prima esperienza con Sega Mega Drive e PlayStation in contemporanea. Prediligo il genere Platform e GDR, ma da sempre mantengo una visione a 360 gradi del panorama videoludico. Laureato in Comunicazione, cerco la completezza nella produzione del videogioco, che tendo a considerare un'arte vera e propria.

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