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Twitch, streamer si definisce una “adult entertainer”, il malinteso le costa il conto in banca

Twitch è per molti streamer una vera e propria professione, oltre che principale fonte di reddito. Ad oggi, sono numerosi i grandi nomi della piattaforma che negli anni sono riusciti con grande impegno e difficoltà a rendere la loro presenza online il loro lavoro.

In ogni caso, proprio perché ormai fare lo streamer è considerato dalle aziende un lavoro a tutti gli effetti, così si considerano anche coloro che spendono il loro tempo ogni giorno per creare contenuti da portare ai loro followers su Twitch, Youtube o Kick.

Una streamer inglese, nota come PooperNoodle, ha però avuto le idee piuttosto confuse su come sia definito formalmente il suo mestiere. Ciò l’ha portata a fare un grosso errore nei confronti di una banca, vedendosi negata l’approvazione alla domanda di un nuovo conto.

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Quando “online adult entertainer” non vuol dire cosa ci si aspetta

L’errore della streamer è stato che, quando ha dovuto descrivere la propria professione mentre compilava la domanda, ha selezionato un’opzione decisamente sbagliata. La ragazza ha creduto che essere una streamer adulta equivalesse a essere un “online adult entertainer”. Questa descrizione, una volta selezionata, ha portato la banca a negarle immediatamente la richiesta.

Lo ha raccontato lei stessa su Twitch:

“Alcuni mesi fa, ho fatto richiesta a una banca piuttosto famosa che ti permette di usare la carta all’estero. Mi è stato chiesto quale fosse la mia occupazione, e nulla corrispondeva se non la definizione di “adult online entertainer”, quindi l’ho cliccato. Ho pensato “sì, sono questo. Sono adulta, intrattengo le persone online”, e poi mi hanno subito respinta.

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Ovviamente, la definizione che ha scelto la streamer era rivolta a un campo professionale ben diverso da quello che immaginava. Eppure, lei non aveva realizzato il vero significato di quella definizione in quel momento. Come racconta Lou, è stata sua madre a farglielo capire dopo averle raccontato l’accaduto. E la cosa l’ha sconvolta:

“Ero arrabbiata, perché se intendevano “s*x worker” potevano semplicemente scriverlo così! Io non lo sono, ma ora ho capito quando fa pena per loro riuscire a ottenere un conto in banca”.

Tra l’altro, l’accaduto dimostra che sebbene quello di content creator sia un mestiere sempre più riconosciuto dalle aziende, la burocrazia tradizionale fatichi ancora a prenderlo in considerazione. E questo è vero anche per coloro che di mestiere fanno gli streamer su Twitch.

Nell’elenco di scelte possibili, fa sapere la streamer, non c’era nulla che si avvicinasse minimamente a quello che fa realmente per guadagnarsi da vivere. Per lo meno, adesso ha imparato che scegliere l’opzione “libero professionista” potrebbe essere la cosa migliore da fare in questi casi.

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Camilla Flocco

Camilla Flocco

Dragon Ball, One Piece e tutto ciò che ama il web.

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