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Final Fantasy Pixel Remaster, recensione – Viaggio nelle origini

Mancano ormai solo due mesi all’uscita di Final Fantasy XVI, l’atteso nuovo capitolo della leggendaria serie di casa Square Enix. Un titolo che punta a far innamorare nuovamente della serie i vecchi fan delusi dagli ultimi capitoli e allo stesso tempo conquistare nuovi giocatori. E proprio in attesa della sedicesima fantasia finale, questi giocatori potrebbero decidere di fare un tuffo nelle origini della serie acquistando le Final Fantasy Pixel Remaster.

Già arrivate lo scorso anno su Steam e Mobile, la collection dei primi sei Final Fantasy remasterizzati giunge finalmente anche su console. E arriva in una versione migliorata ulteriormente. Per l’uscita su console Square Enix ha infatti colto tutte le critiche e i consigli ricevuti dal pubblico dopo la prima release e ha confezionato una versione con diverse novità davvero interessanti.

Questa nuova uscita porta le Final Fantasy Pixel Remaster su PS5, PS4 e Nintendo Switch. I titoli saranno acquistabili sia singolarmente che tutti insieme tramite la collection.
In questi giorni abbiamo avuto la possibilità di provare i sei giochi su PS5, apprezzando le novità introdotte. Senza ulteriori indugi, vi invitiamo a scoprirle con noi. Buona lettura.

Cosa sono le Final Fantasy Pixel Remaster?

In questa nostra recensione non andremo a parlare dei singoli giochi (se interessati vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento sui primi tre capitoli della serie). Questo sia perché affrontare in un unico articolo l’analisi di sei giochi sarebbe decisamente impossibile, sia perché ciò che ci preme maggiormente è analizzare la bontà del lavoro svolto con queste edizioni. Perché il progetto delle Pixel Remaster nasce con l’intento di risolvere un problema.

Prima della loro uscita, infatti, recuperare i sei Final Fantasy originali su un’unica piattaforma era impossibile. Nel caso di alcuni titoli inoltre, le ultime riedizioni iniziavano a soffrire il peso degli anni o, peggio, non erano all’altezza. Un progetto come quello delle Pixel Remaster era quindi necessario. E ci sentiamo di dire che Square Enix ha creato delle versioni definitive per i primi sei Final Fantasy. E lo ha fatto rimanendo fedelissima ai titoli originali.

Per farlo si è cercato di lavorare smussando le spigolosità di titoli così vecchi, rendendoli più moderni tramite scelte che vanno a migliorare la quality of life generale dei sei giochi, ma senza andare a toccarne le meccaniche. O ancora, tutti gli sprite di personaggi e mostri sono stati ricreati andando a ricalcare in modo estremamente fedele gli originali. La cosa è stata possibile anche grazie al coinvolgimento di Kazuko Shibuya, storica figura di Square che lavorò già ai titoli originali. In questo senso a beneficiare moltissimo del restauro grafico sono stati gli effetti visivi di magie e attacchi.

Un trattamento di restauro subito anche dall’intera colonna sonora di tutti e sei i giochi. Ogni brano della colonna sonora è stato completamente ri-arrangiato, sotto l’attenta supervisione del leggendario Nobuo Uematsu. E forse queste nuove musiche sono uno dei punti di forza maggiori di queste edizioni. Le già meravigliose tonalità dell’epoca prendono vita in una veste nuova, liberate dai limiti dettati dalle possibilità tecniche del tempo.

Final Fantasy Pixel Remaster, Final Fantasy II

Come detto i giochi sono stati smussati di certe spigolosità figlie del loro tempo. La difficoltà dei giochi è stata ribilanciata, per cercare di evitare alcuni dei picchi di difficoltà improvvisi degli originali. Introdotta anche un’opzione di salvataggio rapido, che permetterà ai giocatori di salvare in qualsiasi momento della loro avventura, anche dentro i dungeon. Proprio per l’esplorazione di quest’ultimi è stata introdotta la mini-mappa a schermo, regolabile nelle sue dimensioni e rimovibile all’occorrenza.
Infine, è stato introdotto l’utilissimo auto-battle, grazie al quale premendo un semplice tasto i membri del nostro party eseguiranno in automatico le ultime azioni impartite.

Tra le tante novità e aggiunte di queste edizioni, vi è però una mancanza che potrebbe andare contro la scelta di definire queste “le versioni definitive dei primi sei Final Fantasy”. Volendo essere fedeli ai titoli originali, infatti, nei giochi non sono presenti i dungeon e contenuti aggiuntivi delle rivisitazioni precedenti. Un’assenza che ha assolutamente senso pensando all’idea del progetto. Affrontare boss del quinto capitolo all’interno di Final Fantasy I non ha molto senso anche se in un dungeon aggiuntivo.
Secondo noi non siamo davanti a una mancanza vera e propria, ma è giusto segnalarla per coloro che ci speravano.

Infine, non mancano nel gioco un bellissimo bestiario dove vedere tutti i nemici e i boss, e le gallerie per ascoltare tutte le musiche di gioco e per vedere bozzetti e artwork del grande artista Yoshitaka Amano.
Inoltre, le versioni PlayStation dei giochi sono tutte dotate di trofei, con ogni titolo che ha la propria lista specifica. I cacciatori di trofei sono avvisati.

Le novità del porting console delle Final Fantasy Pixel Remaster

Come anticipato in apertura, Square Enix ha migliorato le Pixel Remaster per questa release su console. A tutte le novità appena viste se ne aggiungono altre che sicuramente renderanno felici i giocatori. A partire da una apparentemente minore: il font dei testi è stato cambiato. Una delle maggiori critiche alle versioni mobile e PC infatti era stata proprio il font scelto per i testi dei sei giochi, ritenuto brutto e poco leggibile da molti. In questa uscita console sarà possibile scegliere il font “classico, oltre quello “moderno” già presente, che presenta dei caratteri in linea con quelli dei vecchi titoli. Una modifica minore, ma che sicuramente farà felici tanti.

Sempre sull’onda della nostalgia e dei ricordi troviamo le altre due novità. La prima è un’opzione per applicare un filtro analogico allo schermo, così da dare la sensazione di stare giocando su un televisore di una volta. L’altra, invece, è legata alla colonna sonora.
Abbiamo già discusso di quanto siano belle le musiche riorchestrate. Ma ora sarà possibile cambiare liberamente tra la nuova versione e quella originale. Un’opzione in più che farà sicuramente contenti tutti, anche grazie alla possibilità di poter cambiare tra le due direttamente nel menù di gioco senza dover riavviare il tutto. Un’ottima occasione per sentire velocemente il cambiamento.

Final Fantasy Pixel Remaster, World Map

L’ultima e forse più grande aggiunta di questa versione console delle Final Fantasy Pixel Remaster sono i potenziamenti. Grazie a queste opzioni, attivabili nel menù, potremo cambiare la nostra esperienza di gioco in diversi modi. Ad esempio, sarà possibile aumentare l’esperienza e i gil ottenuti (oppure ridurli), o disattivare temporaneamente gli incontri con i nemici.
Non c’è dubbio che certe opzioni se usate in modo intenso andranno ad alterare l’esperienza con il gioco, allontanandola da quella originale. Ma bisogna anche pensare che certi elementi di gioco come il farming per ore, sono ormai superati. Un tempo fare in modo che il giocatore dovesse fermarsi a fare lunghe sessioni di allenamento per poter aumentare il proprio livello era un mezzo per allungare la longevità del titolo. Oggi risulta una soluzione ormai superata.

Considerato ciò l’avere queste opzioni è solo un punto a favore delle Pixel Remaster. Un po’ come la possibilità di salvare ovunque, tali opzioni sono uno strumento in più in mano al giocatore. Sta a noi decidere se sfruttarlo o meno. Se volete godervi questi titoli nella maniera più fedele possibile agli originali è giusto che non ne facciate uso. Allo stesso modo saranno un ottimo strumento per smussare le difficoltà dei titoli e godersi con più leggerezza gli scontri e le fantastiche storie della serie.

Conclusioni

Le Final Fantasy Pixel Remaster sono il modo perfetto per vivere le origini della serie di casa Square Enix. Non solo hanno il merito di rendere praticamente tutta la saga giocabile su un’unica piattaforma, ma rappresentano anche la versione migliore per ciascun titolo. Il rifacimento grafico e audio dona nuova linfa soprattutto ai giochi più vecchi, mentre le opzioni di quality of life rendono i giochi godibili per i giocatori più giovani non preparati a certe spigolosità del passato. Se volete dunque scoprire le radici che hanno portato fino a Final Fantasy XVI, non potete fare altro che affidarvi alle Pixel Remaster.

Final Fantasy Pixel Remaster, cover

Final Fantasy Pixel Remaster

Voto - 8.5

8.5

VOTO

Le Final Fantasy Pixel Remeaster dei primi sei capitoli della leggendaria serie Square Enix giungono finalmente su PS5, PS4 e Nintendo Switch

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Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

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