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Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key, recensione – L’ultima avventura dell’alchimista più amata

Negli ultimi anni il mondo dei JRPG ha visto affermarsi con forza una serie rimasta praticamente sin dalla sua nascita di nicchia: Atelier. Le serie di casa Gust ha avuto il suo primo capitolo nel lontano 1997 ed è rimasta una serie abbastanza di nicchia, soprattutto in occidente, per gran parte della sua storia, con pochi titoli capaci di spiccare veramente nell’oceano del genere.
Le cose sono decisamente cambiate nel 2019, con l’uscita di Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout.

Primo capitolo della serie Secret, il gioco vedeva per la prima volta protagonista la giovane Reisalin Stout, fin da subito super amata dal pubblico. Una protagonista così amata unita a un titolo che prendeva anni d’esperienza della serie e andava a rifinirne molti aspetti, dal combat alla meccanica dell’alchimia, permise alla serie di conquistarsi finalmente un pubblico molto più ampio.
A dimostrazione di questo basti pensare al recentissimo annuncio di una serie anime tratta proprio dal primo gioco della serie Secret.

Dopo l’uscita del primo capitolo infatti c’è stato spazio per il secondo, Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy (potete leggere qui la nostra recensione). E ora, è arrivato il momento di parlare del terzo e conclusivo capitolo, Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key. In questi giorni abbiamo potuto mettere mano su questo ultimo capitolo della serie Secret, potendone saggiare le novità e tirare le somme su quello che questa saga ha rappresentato per Atelier. Iniziamo quindi questa nostra recensione. Buona lettura.

Un ricco cast per l’ultima avventura di Ryza

Questo ultimo capitolo si svolge appena un anno dopo gli eventi del secondo gioco, continuando quindi la storia dei protagonisti quasi da dove li avevamo lasciati. Di conseguenza è fortemente consigliato aver giocato i primi due giochi prima di approcciarsi a questo se si è interessati alla componente narrativa. Per quanto sin dal menù principale sia presente un lungo filmato riassuntivo degli eventi chiave dei primi due capitoli, iniziare da qui non è sicuramente l’ideale anche considerando il ricco cast di personaggi che tornano.
Infatti, il gioco mette a disposizione uno dei cast più ampi nella storia della serie in termini di personaggi utilizzabili, con ben undici personaggi, tra volti conosciuti nei precedenti due capitoli e alcune novità. Durante l’avventura non mancheranno momenti in cui il gruppo si soffermerà a rievocare momenti delle avventure passate. Inoltre, grazie alle missioni personaggio potremo approfondire più da vicino un singolo membro del cast, potendone apprezzare la crescita avuta nel corso dei tre capitoli. Vedere la loro crescita è stato forse la cosa che più abbiamo apprezzato della componente narrativa.

Per quanto riguarda la vicenda centrale di questo capitolo, possiamo dire che è tranquillamente degna di un gioco conclusivo. Dopo la comparsa di un misterioso gruppo di isole nei pressi di Kurken Island, Ryza e i suoi amici inizieranno un viaggio per scoprirne la causa e salvare il mondo.
Il ritmo della narrazione è abbastanza buono, con meno tempi morti rispetto al passato e alcuni colpi di scena interessanti che riescono a riprendere l’attenzione del giocatore. Nel complesso una degna storia conclusiva, senza particolari picchi narrativi ma comunque interessante e appassionante. Peccato la completa assenza della lingua italiana per i giocatori nostrani. Ma l’inglese utilizzato non è assolutamente complesso, quindi si può riuscire a godersi il titolo anche con un livello scolastico della lingua.

Atelier Ryza 3, party

La formula del gameplay è la stessa, ma con elementi “chiave” in più

Questo Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key non va a chiudere solamente la storia della giovane alchimista, ma anche il gameplay della sua trilogia. Il gameplay raggiunge il suo apice in questo terzo capitolo. Seppur con davvero pochissime variazioni rispetto al secondo gioco, le novità riescono ad avere il loro peso nell’esperienza del giocatore.
Il combat system evolve la formula consolidata nel secondo capitolo. Il giocatore avrà a disposizione tre personaggi in campo, sostituibili con uno di quelli in panchina semplicemente premendo un tasto. Potremo dunque attaccare e parare per accumulare i punti AP, grazie ai quali potremo utilizzare le nostre abilità e oggetti. Seppur la base sia di fatto un sistema a turni in tempo reale, i combattimenti di Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key risultano estremamente rapidi e tattici. Grazie a un sistema di tempismo nel premere i tasti per poter concatenare i nostri attacchi e alle combo devastanti che potremo creare assecondando le richieste dei nostri alleati (come eseguire un attacco fisico o magico), durante gli scontri non ci sarà mai un momento per respirare dando un feeling molto action al tutto.

La grande novità rispetto ai capitoli precedenti sono senza dubbio le chiavi. Questi oggetti, che hanno un ruolo molto importante anche nella narrazione, permetteranno a Ryza di attivare diversi effetti sia durante gli scontri che durante le fasi esplorative e alchemiche. In combattimento ad esempio potranno potenziare le armi e le statistiche di un personaggio o aumentare notevolmente i nostri punti AP disponibili.

Atelier Ryza 3, chiavi

Come detto serviranno però anche nelle altre fasi di gioco, quelle che per la serie di Atelier sono forse centrali: raccolta di materiali e alchimia. Il lavoro forse più importante di Gust in questo terzo capitolo è stato probabilmente proprio quello di snellire queste fasi ma rendendole ancora più ricche.
Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key presenta il mondo più vasto nella storia della serie, con mappe davvero vaste e colorate da esplorare in lungo e largo sfruttando le cavalcature animali e i checkpoint sparsi un po’ dappertutto. La raccolta dei materiali per le nostre creazioni alchemiche è stata velocizzata moltissimo, dato che ora potremo raccogliere molti oggetti continuando a correre per la mappa. Inoltre, sono state rimosse le schermate di caricamento che dividevano le diverse zone nei vecchi titoli, così come le transizioni in battaglia con i nemici.

Il sistema alchemico è rimasto quasi totalmente quello conosciuto. Rispetto al passato, però, è ora presente un’opzione per realizzare in automatico una fusione di una determinata ricetta. Subentrano poi le sopracitate chiavi, le quali permetteranno al giocatore di aumentare la qualità finale della fusione o persino aggiungere effetti e caratteristiche all’oggetto creato.

Nel complesso è dunque un eccellente chiusura sul piano ludico di quello che è stata la trilogia. Non mancano certo alcuni problemi. Le missioni secondarie sono sempre delle vere e proprie fetch quest e ci costringeranno spesso a un avanti indietro tra i checkpoint del mondo che avremmo volentieri evitato. Le nuove mappe così ampie e colorate in certi casi risultano un po’ troppo vuote e non offrono al giocatore il giusto stimolo per essere esplorate a fondo. Nel complesso dell’esperienza sono però problemi che riescono a passare un po’ in secondo piano.

Atelier Ryza 3, landscape

Ciò che non passa propriamente in secondo piano è, invece, il comparto grafico del gioco. Partiamo dicendo che la versione PS5 da noi provata è assolutamente stabile e non ci ha dato alcun tipo di problema durante l’intera durata della nostra prova. Sul piano estetico però, ci troviamo davanti a un titolo praticamente uguale al primo, uscito nel 2019. Se all’epoca si difendeva più che bene, oggi inizia a far sentire il peso degli anni. I modelli poligonali non sono di altissima qualità, così come le animazioni dei personaggi nelle fasi non di combattimento. Abbiamo trovato inoltre diverse zone con un’illuminazione decisamente troppo elevata. Per quanto alcune rifiniture atte a rendere il tutto un po’ più “pulito” siano state fatte, il complesso non convince.

Decisamente più positiva la direzione artistica. Come i precedenti capitoli il mondo di gioco e i suoi abitanti risultano super colorati e ben caratterizzati. Le ampie mappe di questo terzo capitolo danno il loro meglio sul piano estetico, presentandosi anche con un’eccellente varietà di ambientazioni.
Una nota di merito anche alle musiche che accompagneranno il nostro viaggio, molto evocative e piacevoli.

Conclusioni

Atelier Ryza 3, cover

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key rappresenta la perfetta chiusura della serie Secret. Una serie come detto in apertura importante per la storia di Atelier, capace finalmente di far vera breccia nel mercato videoludico moderno. Grazie a un gameplay più fluido che mai e a un cast di personaggi ben costruito, questo terzo capitolo adempie pienamente al compito più importante di ogni buon sequel: essere migliore dei precedenti. Se avete amato i precedenti capitoli non potrete che adorare questo gioco. Se invece non li avete mai toccato con mano la serie, potrebbe essere l’avventura più rifinita e curata da cui iniziare (seppur ribadiamo non è consigliato dal punto di vista narrativo).
A questo punto non ci resta che attendere con curiosità il futuro della serie Atelier, la quale dovrà seguire la strada tracciata dalla giovane Reisalin Stout.


Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key

Voto - 8

8

VOTO

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & the Secret Key è il capitolo conclusivo della saga che ha visto protagonista Reisalin Stout. Lo trovate disponibile su PS5, PS4, Switch e PC

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Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

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