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“L’AI Art e i testi generati dai chatbot non sono protetti dal copyright”: la decisione negli USA

AI Art, intelligenze artificiali testuali, ChatGPT, Midjourney: se avete navigato su internet negli ultimi mesi avrete sentito almeno una volta questi termini. Non si contano le notizie, le critiche e le polemiche sull’utilizzo dell’intelligenza artificiali (IA o, in inglese, AI) nelle creazioni artistiche e, nelle ultime settimane, anche nei chatbot.

L’argomento che spacca di più il pubblico è il copyright: è giusto l’utilizzo di creazioni altrui fatto dalla varie IA? Oppure il sistema andrebbe rivisto per far pagare le giuste royalties a questi programmi? Al momento a queste domande non si è ancora arrivati a una risposta.

Invece, in questi giorni negli USA si è chiarito un dubbio in merito all’AI Art, ai vari chatbot e al copyright. Un dubbio che non riguarda tanto le fonti e gli algoritmi di queste IA, ma i prodotti stessi delle varie intelligenze artificiali: le immagini e i testi generati con l’IA possono essere protetti dal copyright? Ebbene, per gli Stati Uniti d’America la risposta è “No”.

ai art robot

Per gli USA, l’AI Art e ChatGPT non ricadono nel copyright

Noto come US Copyright Office (USCO), si tratta di un’agenzia governativa americana parte della Biblioteca del Congresso che si occupa del copyright negli USA. Nei giorni scorsi l’USCO si è espresso sulle creazioni basate sull’intelligenza artificiale.

In maniera piuttosto concisa, per l’USCO l’AI Art e i testi creati da chatbot non possono essere protetti dal copyright, visto che non sono state generati dalla mente umana:

Quando una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale riceva solamente un prompt da un essere umano e produce in risposta opere complesse scritte, visive o musicale, gli “elementi tradizionali di autorità” sono determinate ed eseguiti dalla tecnologia, non dall’utente umano. […] Nella visione dell’ufficio [l’USCO stesso, n.d.a.] è ben stabilito che il copyright protegge solo materiale che è stato prodotto dalla creatività umana”

ai art pikachu

Insomma: le regola attuali dell’USCO non prevedono la registrazione sotto copyright di opere prodotte “da una macchina” o da “semplice processi meccanici che agiscono in maniera casuale”. C’è però un “ma”: si tratta di una situazione che potrebbe cambiare in futuro.

L’agenzia governativa ha infatti deciso il 16 marzo di lanciare una nuova iniziativa riguardo il copyright delle IA. L’ufficio infatti sentirà artisti, creativi, ricercatori e sviluppatori della IA, avvocati e altre figure su questi problemi. In sostanza: nei prossimi mesi l’USCO valuterà non solo la validità del copyright di opere generate dall’IA. Ma, soprattutto, l’ufficio valuterà la legittimità l’utilizzo di opere “umane” coperte dal copyright da parte delle IA.

LEGGI ANCHE: Intelligenza Artficiale vince un concorso artistico, l’opera va considerata arte?

Fonti: Engadget, USCO

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Alessandro Guarisco

Alessandro Guarisco

Ebbene sì: scrivo da 2 anni per DRCOMMODORE di Tecnologia, Anime e manga Appassionato del mondo Apple, Android e Windows One Piece, One Piece ovunque Profilo Linkedln per scoprire i miei segreti: https://www.linkedin.com/in/alessandro-guarisco-1417321ab/

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