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Giappone, agli yakuza niente sconti nei supermercati: boss fa una carta punti e finisce nei guai

In Giappone ci sono diverse particolarità per quanto riguarda i luoghi principali verso cui si dirige per l’acquisto dei beni che si utilizzano tutti i giorni, ovvero i supermercati. Vi sono sistemi specifici che premiano la fidelizzazione del cliente, attraverso carte punti, promozioni speciali e limitate ad un certo orario (che si possono conoscere solo frequentando il supermercato), prodotti “segreti” e altro ancora.

A proposito di carte punti, questo sistema in realtà esiste un po’ in tutte le catene di negozi, e anche in alcuni locali e ristoranti. Si tratta di un ottimo incentivo per portare clienti abituali, e quest’ultimi inoltre ci guadagnano con buoni sconto o omaggi più o meno utili.

Questi “programmi di lealtà” che donano punti a seconda dei propri acquisti sono spesso una convenienza difficile a cui rinunciare, specie se si frequenta piuttosto spesso un certo esercizio o se si effettuano spese di grande quantità. Non vi sono inoltre quote annuali da pagare, quindi non vi è neanche il lato negativo di un abbonamento o cose del genere.

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La fine di un boss giapponese

Questi vantaggi sembravano aver fatto gola al boss della yakuza Takuya Machinaga, 73enne che aveva deciso di iscriversi per avere una carta punti in un supermercato a Nagoya, e che è finito con l’essere arrestato dalla polizia. Egli è stato il capoccia del Yamaguchigumi nella prefettura di Aichi, e pare che questo suo status di yakuza non risultasse idoneo per poter avere una propria carta punti in quello specifico supermercato.

All’interno dei documenti per ottenere la carta, infatti, viene riportato per iscritto come non sia consentita la partecipazione per le persone facenti parte a “organizzazioni anti-sociali”. Forse questa clausola sfugge all’occhio della gente comune, ma a quanto pare ciò è passato inosservato anche all’occhio del boss mafioso.

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Conservare le carte punti che accumulano credito, essendo una sorta di quasi valuta, sono probabilmente qualcosa che le aziende non vogliono rilasciare consapevolmente ai mafiosi. Per questo motivo, i documenti d’iscrizione per le carte a punti o altro sono generalmente strutturati in modo tale che l’invio dei documenti faccia da dichiarazione legale da parte del richiedente di non essere membro di un’organizzazione criminale. Per questo, la richiesta di Machinaga viene riconosciuta dalla legge come una frode, e tale è stato il motivo del suo arresto.

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Machinaga però era riuscito ad ottenere la carta punti due anni fa, nel 2020, e dice di non essere stato a conoscenza della clausola anti-yakuza. Sembra dunque che adesso dovrà separarsi dalla gioia degli sconti nei supermercati giapponesi, mentre dovrà vedersela con le autorità per possibili cause legali da affrontare.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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