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Hogwarts Legacy, la recensione: una lettera d’amore

Nell’ormai lontanissimo 1997 iniziava una delle saghe letterarie fantasy più amate della storia; una saga controversa, imperfetta, ma capace di entrare nel cuore di adulti e di chi, come il sottoscritto, all’epoca era solo un bambino all’inconsapevole ricerca di evasione letteraria. Il mondo magico creato dalla criticatissima J.K. Rowling, per quanto ricco di contraddizioni, è sempre stato un rifugio accogliente, capace di incantare chiunque avesse voglia di addentrarvisi. I meravigliosi scorci regalati dalla piccola Hogsmeade, l’inquietante prigione di Azkaban, gli sfarzosi corridoi del Ministero della Magia e soprattutto le intricate e spettacolari sale di Hogwarts sono sempre stati visti dai fan del maghetto più famoso degli ultimi anni come una vera e propria casa, ed hanno regalato alla cultura pop uno degli immaginari più emblematici della storia recente.

Il Wizarding World, così denominato in seguito alla sua espansione rispetto alla saga con protagonista Harry Potter, nonostante 11 film all’attivo, una produzione teatrale, 7 libri ed innumerevoli produzioni legate al puro marketing, non ha mai avuto una trasposizione videoludica degna di questo nome, che permettesse ai tanti fan del mondo magico di varcare le soglie di Hogwarts e di creare la propria storia all’interno della ormai leggendaria scuola di magia; i tie-in che vedevano protagonista Harry infatti – che fino al Prigioniero di Azkaban furono addirittura memorabili – seguivano in maniera più o meno pedissequa la trama dei libri e/o dei film, e non lasciavano alcun tipo di libertà al giocatore, rimanendo ancorati su dei binari che altro non erano se non quelli dei classici action adventure.

La trasposizione di cui sopra, tuttavia, dopo anni di spasmodica attesa da parte dei fan, è finalmente arrivata; Avalanche Software, software house che fino a questo momento non ha prodotto titoli degni di nota, si è infatti presa la responsabilità di creare un titolo ambientato nel Wizarding World che potesse non solo soddisfare i fan, ma anche stupirli. Una responsabilità enorme, a cui il team di sviluppo ha saputo tener testa nel migliore dei modi possibili; inutile indossare fittizi mantelli dell’invisibilità, cercando di ignorare quanto provato durante le ore passate in compagnia del titolo: Hogwarts Legacy, oltre ad essere un ottimo esponente dell’ormai saturo mondo degli open world è il videogioco che tutti i fan di Harry Potter e del Wizarding World hanno sempre sognato.

Ecco la nostra recensione di Hogwarts Legacy!

Il prodotto di Avalanche Software e Warner Bros. infatti trascende il “semplice” concetto di videogioco, in quanto, per chi vi scrive, va valutato come una vera e propria esperienza; un’esperienza che per molti non rappresenterà altro se non sano divertimento ma che invece, per i fan, sarà come sognare ad occhi aperti. Questi ultimi infatti verranno trascinati all’interno di un mondo creato e rifinito con estrema cura, abbagliante nella sua bellezza e capace di incantare grazie ad una riproposizione di tutto ciò che ha fatto breccia nel cuore dei “Potterhead“; gli altri invece si ritroveranno davanti ad una produzione di indubbia qualità, in cui non mancano talune imperfezioni che tuttavia non minano in alcun modo la validità del titolo, né la sua godibilità.

Dopo aver spolpato a fondo Hogwarts Legacy, siamo finalmente pronti a dirvi cosa ne pensiamo; indossata l’uniforme scolastica, rigorosamente di Serpeverde, ci siamo addentrati in ogni anfratto nascosto di Hogwarts e dintorni, imbarcandoci in un’avventura che ci ha convinto sotto (quasi) tutti i punti di vista. Curiosi? Proseguite pure nella lettura!

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Tra Goblin e Maghi Oscuri, alla ricerca della magia antica

L’anno è il 1890; il mondo magico è ancora sconvolto dalle conseguenze dettate dalla rivolta dei Goblin e dei Mannari, risalente a circa un secolo prima. Dato il periodo, non vi è traccia né di Harry Potter, né di Albus Silente, né di Lord Voldemort, né di nessuno dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere ed amare nelle tante pagine che compongono la saga. Nonostante l’apparente tranquillità, il Ministero della Magia si ritrova a far fronte ad una nuova minaccia, dettata ancora una volta da un Goblin di nome Ranrok, il quale sta raccogliendo adepti per rivoltarsi ancora una volta contro gli odiati maghi. Come potrete immaginare però, il rivoluzionario non è l’unico pericolo presente nel mondo magico; una setta di maghi oscuri, chiamati Ashwinder e capitanata da Viktor Rookwood – nome ricorrente all’interno della saga – sta seminando il panico nelle tranquille campagne scozzesi, alla ricerca di non si sa quale potere capace di rivoluzionare una volta per tutte i fragili equilibri del Wizarding World.

In questo contesto storico si inseriscono le vicende del nostro protagonista, un mago o una strega liberamente personalizzabile nell’aspetto grazie ad un editor di tutto rispetto, le cui abilità magiche sono state notate troppo tardi e che per questo motivo inizierà a frequentare Hogwarts direttamente dal quinto anno. La tranquilla vita di questo soggetto viene però scossa durante il suo viaggio verso la scuola con il suo Professore e mentore Eleazar Fig; durante il tragitto infatti, la carrozza trainata da dei maestosi Thestral viene misteriosamente attaccata da un drago alla evidente ricerca di un misterioso artefatto di proprietà proprio del professor Fig. Artefatto che altro non è che una Passaporta, che permette all’anziano professore ed al protagonista di salvarsi; i due vengono infatti teletrasportati presso delle rovine, che altro non sono se non un punto di accesso ad una camera blindata della Gringott. Una volta esplorata la suddetta, il nostro alter ego virtuale scoprirà di essere in contatto e di vedere tracce di una misteriosa e potente forma di magia, chiamata magia antica; la conquista di tale ancestrale forma di potere è, inevitabilmente, ciò cui mirano Ranrok e Rookwood.

Da queste premesse parte l’avventura che vivremo in Hogwarts Legacy; un’avventura che non si discosta più di tanto dai canoni del racconto utilizzati dalla Rowling durante la stesura di Harry Potter, e che, forse volutamente, decide di mantenersi sul sicuro senza osare più di tanto. Il racconto infatti, che non vive mai momenti di stanca, risulta essere piuttosto classico e poco pretenzioso; scorre via con estrema leggerezza, senza mai annoiare, ed intersecandosi alla perfezione con i vari avvenimenti legati sia ai personaggi secondari, alcuni dei quali – come Sebastian, Phineas Nigellus Black (preside di Hogwarts) Poppy ed Infaustus Gaunt – risultano essere particolarmente memorabili, sia alla vita scolastica e non dei tanti occupanti le maestose mura di Hogwarts, sia addirittura ad Hogwarts stessa.

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L’unico difetto rilevato in sede di recensione è quello relativo ad un forse troppo eccessivo fanservice; infatti durante l’avventura ci sono delle situazioni che sono, essenzialmente, l’esatta riproposizione di ciò che avviene nei libri e nei film, oltre ad una serie di rimandi talvolta un po’ forzati e poco amalgamati con ciò che accade a schermo. Vi facciamo un esempio pratico: durante una visita alla tenebrosa Foresta Proibita, ci ritroveremo nel luogo ove Harry combatte i Dissennatori nel Prigioniero di Azkaban; in quell’occasione il protagonista esclamerà, dal nulla “animali meravigliosi, i cervi” utilizzando un palese riferimento all’incanto Patronus del giovane Potter.

Questo tipo di espediente, per quanto simpatico, va ad inficiare l’egregio lavoro compiuto dal team di sviluppo per ciò che riguarda invece il world building; un lavoro che trasuda in maniera evidente amore e passione per il Wizarding World, capace di portare a schermo una Hogwarts semplicemente perfetta per design e struttura ed un mondo di gioco che sembra uscito direttamente dalle pagine dei libri. Possiamo addirittura affermare, quantomeno per quanto ci riguarda, che le mura e gli interni che compongono l’ormai leggendaria scuola di magia siano una vera e propria meraviglia capace di trascinare il giocatore all’interno di quel mondo che forse, per tanti anni, è stato il suo può grande sogno.

La cura riposta nel ricreare Hogwarts e nel rendere la stessa un “mondo nel mondo” è impressionante; sono presenti tantissimi dettagli sparsi qui e là nelle descrizioni presenti nei libri, ed ovviamente non mancano luoghi iconici quali la Stanza delle Necessità, le sale comuni, le scalinate a cui piace cambiare, il Bagno dei Prefetti, il Reparto Proibito e così via, ognuno riprodotto in maniera praticamente perfetta. Sono addirittura presenti i passaggi segreti per Hogsmeade visti ed apprezzati sia nelle trasposizioni cinematografiche sia nei libri, oltre a un mai domo Pix, il poltergeist capace di distruggere qualunque cosa gli capiti a tiro. Tale cura, in un titolo che come dicevamo rappresenta un’esperienza oltre che un videogioco, va sicuramente sottolineata e premiata, e rappresenta una parte di quella lettera d’amore che gli sviluppatori hanno voluto inviare ai fan.

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Ad alimentare ancor di più l’immersività e la bellezza dell’atmosfera ci pensano sia i momenti in cui ci ritroveremo a seguire le varie lezioni in giro per Hogwarts, utili a sbloccare nuovi elementi di gioco e nuovi incantesimi, sia quelli in cui saremo impegnati a stringere legami con altri studenti mediante le missioni secondarie presenti, sia e soprattutto le missioni lineari che ci vedranno in viaggio al di fuori di Hogwarts; in quest’ultimo contesto, Hogwarts Legacy da sicuramente il meglio di sé, soprattutto dal punto di vista narrativo.

Nella sostanza dunque, per quanto la narrativa in senso stretto scorra via in maniera piuttosto spedita e senza particolarissimi sussulti, a far grande Hogwarts Legacy sotto questo punto di vista ci pensano l’atmosfera generale oltre che le tante sottotrame legate ad Hogwarts ed ai vari personaggi secondari presenti, capaci di trascinare il giocatore all’interno di quel mondo magico che per anni poteva essere vissuto solamente tra le ormai impolverate ed ingiallite pagine dei libri o mediante i film. Ciò non può che essere un merito, e per questo va fatto un enorme plauso agli sviluppatori.

Un open world classico, un sogno ad occhi aperti

Dal punto di vista della struttura ludica Hogwarts Legacy è meno complicato di quel che sembra; all’apparenza infatti la creatura di Avalanche sembrava essere una semi-rivoluzione per ciò che concerne i titoli open world ma, al contrario, il titolo non fa nulla per differire dalla mole di titoli a mondo aperto già presenti sul mercato. Nella sostanza infatti, ci ritroveremo davanti ad una serie di missioni primarie e secondarie dalla struttura non particolarmente complessa, che saranno utili ad acquisire nuovi pezzi di equipaggiamento, nuovi incantesimi o nuove feature, come ad esempio l’utilizzo di una scopa volante o di un animale per poterci spostare più agilmente nell’immensa mappa di gioco.

Hogwarts Legacy

Se le missioni principali, come già anticipato, spiccano per costruzione e varietà, lo stesso non si può dire per le secondarie, che risultano essere tutte più o meno simili tra loro, ed utili più che altro ad approfondire il background di alcuni dei personaggi che incroceremo durante questa lunga avventura. Tale situazione è dettata, probabilmente, anche dal fatto che la mole di cose da fare in Hogwarts Legacy è praticamente soverchiante; in ogni angolo di Hogwarts e dintorni ci saranno Prove di Merlino, caverne da esplorare, tavoli astronomici, animali da catturare e sfide di ogni sorta. Tale abbondanza, che per taluni sarà sicuramente un pregio, risulta tuttavia eccessiva, ed ha come risultato proprio quanto detto poc’anzi; d’altronde, spesso, la quantità non significa qualità, e creare una mole così elevata di missioni secondarie, soprattutto per un team mai impegnato sotto questo punto di vista, non era assolutamente facile. Sia chiaro, non tutte le missioni secondarie sono inutili ed anzi, seguendo alcune di queste ci siamo ritrovati ad esplorare anfratti di Hogwarts altrimenti inaccessibili oltre che ad imparare le fatidiche Maledizioni Senza Perdono, che hanno una quest dedicata in cui ci ritroveremo a prendere le uniche decisioni di un’abbozzata componente ruolistica capaci di cambiare in concreto il corso degli eventi.

Per fortuna però le missioni principali, come anticipato, rappresentano un vero e proprio fiore all’occhiello della produzione; queste infatti ci porteranno in moltissimi luoghi conosciuti e non, e grazie alla loro “linearità” risultano essere molto godibili e comunque ben bilanciate tra combattimenti, esplorazione, e risoluzione di enigmi ambientali piuttosto semplici ma comunque ben costruiti.

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A differenziare parzialmente Hogwarts Legacy dagli altri open world sono essenzialmente il sistema di incantesimi ed il combat system, che per chi vi scrive è una delle parti migliori dell’intera offerta. Le magie che impareremo nel corso dell’avventura, mediante la frequentazione delle lezioni, il completamento di determinati incarichi utili a metterci in linea con gli altri studenti e, ovviamente, il successo in talune missioni principali e secondarie sono essenzialmente divise in tre categorie: da un lato ci sono degli incantesimi passivi, come Revelio (utile ad evidenziare oggetti d’interesse) ed Alohomora, dall’altro ci sono degli incantesimi utili perlopiù ad interagire con l’ambiente, come Lumos o Wingardium Leviosa, e dall’altro ancora ci sono quelli utili invece durante il combattimento, divisi a loro volta in tre categorie indicati dai colori rosso, viola e giallo. L’interazione ambientale è piuttosto basilare, ed anche gli enigmi legati alle varie ambientazioni risultano essere di facile risoluzione, se non nelle fasi finali dell’avventura in cui invece creeranno al giocatore qualche grattacapo in più.

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L’utilizzo degli incantesimi genera grossa soddisfazione, e si inserisce appieno in quel discorso con cui abbiamo aperto la nostra recensione; nonostante come detto l’interazione ambientale non sia particolarmente brillante, non possiamo negare che lanciare in giro incantesimi di ogni sorta ci abbia divertito parecchio, ed abbia contribuito notevolmente al nostro coinvolgimento all’interno del prodotto targato Avalanche.

Passando al sistema di combattimento in senso stretto, questo è stato definito dagli sviluppatori come un sistema di duelli a distanza; non possiamo che concordare, in quanto non vi è definizione più calzante di questa. Ogni combattimento, sia esso con delle creature magiche o contro Goblin e Maghi Oscuri, è veloce, divertente e ricco di possibilità. Con il dorsale destro il nostro protagonista potrà lanciare un incantesimo base, capace di infliggere danni di lieve entità ai nemici; danni che invece potranno essere enormi qualora decidessimo di lanciare gli incantesimi di cui vi abbiamo parlato poc’anzi. Mediante l’utilizzo di questi infatti, potremo innanzitutto distruggere gli scudi che taluni dei mob hanno intorno a loro; per farlo, dovremo usare un incantesimo dello stesso colore della barriera che avvolge il nemico e, una volta fatto, potremo dilettarci in combo di ogni tipo, alternando incantesimi base, Accio, Depulso, Incendio e così via. Chiaramente ogni incantesimo, per essere utilizzato, ha un tempo di ricarica che varia a seconda della potenza dello stesso, e che aumenterà sensibilmente, ed in maniera ovvia, per le Maledizioni senza Perdono.

Durante i combattimenti sarà inoltre possibile schivare gli attacchi nemici sia mediante la più classica delle rotolate, sia mediante l’utilizzo di Protego, uno scudo che se utilizzato con il corretto timing permetterà al giocatore di effettuare un parry, e di lanciare di conseguenza uno Stupeficium sul nemico lockato in modo da poterlo stordire. Le varie combo sono tutte molto naturali, ed i combattimenti sono un tripudio di effetti e colori ad alto tasso di spettacolarità; spettacolarità aumentata grazie all’utilizzo della magia antica, che vi permetterà di lanciare degli elementi scenici contro i nemici o di scagliare loro contro dei potentissimi incantesimi in grado di infliggere ingenti danni o di uccidere sul colpo. Purtroppo tale spettacolarità viene smorzata dalla scarsissima varietà di nemici e boss, i cui pattern sono tutti estremamente ripetitivi e leggibili.

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Tra un combattimento ed una missione principale avrete tantissimo da fare in Hogwarts Legacy, soprattutto nella Stanza delle Necessità; quest’ultima sarà utile a potenziare il vostro equipaggiamento, a craftare pozioni e soprattutto a custodire in una pacifica oasi gli animali che catturerete lungo il vostro cammino. Tale stanza, liberamente personalizzabile nell’aspetto e nell’arredamento, sarà per taluni giocatori un luogo ove perdere ore ed ore del loro tempo, ampliando la loro collezione di oggetti ed il loro personalissimo allevamento di creature magiche. Con riguardo invece alla componente ruolistica in senso stretto, non ci sentiamo di dire che il titolo brilli di luce propria; le scelte presenti, come anticipato, portano spesso alla stessa risoluzione e sono stati pochi i casi in cui abbiamo visto sostanziali differenze in base alle risposte date dal nostro protagonista. Anche con riguardo all’equipaggiamento ed al level up non c’è molto da dire: i nostri valori di attacco e difesa dipenderanno dal loot indossato, di cui verremo praticamente inondati, e ad ogni level up potremo spendere i nostri punti per acquistare dei talenti, utili a migliorare talune delle abilità del protagonista.

In sostanza dunque la componente ludica di Hogwarts Legacy, per quanto imperfetta, offre comunque tantissimo al giocatore, anche se con una qualità altalenante. Immergersi nei meandri del Wizarding World tuttavia, soprattutto per i fan, sarà un’esperienza altamente soddisfacente e capace di regalare ore ed ore di sano divertimento; peccato per la componente ruolistica solo abbozzata, che avrebbe potuto invece diventare uno dei cardini principali del titolo, soprattutto mediante l’eventuale possibilità di ricoprire il ruolo di mago oscuro. La produzione di Avalanche è dunque, dal punto di vista del gameplay, un’esperienza da vivere per tutti i fan di Harry Potter, mentre per i meno affezionati è “semplicemente” un buonissimo open world, ricco – forse troppo – di cose da fare e scoprire.

Artisticamente magico, tecnicamente meno!

Dal punto di vista estetico e tecnico, Hogwarts Legacy soffre un po’ dell’inesperienza del team di sviluppo, che ha compiuto comunque un discreto, ma non ottimo, lavoro. Dal punto di vista artistico ed estetico c’è molto poco da dire: tutte le ambientazioni sono ricreate con una cura eccezionale, e con estrema dovizia di particolari. Il titolo lascia infatti un colpo d’occhio di assoluto livello, ed Hogwarts ed i suoi dintorni sono davvero ciò che tutti i fan sognavano da svariati anni. Dal punto di vista tecnico tuttavia, Hogwarts Legacy soffre di qualche piccolo inciampo che tuttavia non mina in alcun modo la godibilità dell’offerta; oltre a talune zone della mappa piuttosto spoglie, vi sono svariati fenomeni di pop in e dei caricamenti -soprattutto ad Hogwarts – che spezzano un po’ il ritmo dell’esplorazione; tali problemi ci fanno chiedere come girerà il titolo su old gen e su Switch, ma ci arriveremo più in là. Giocato in modalità Prestazioni su PS5, il titolo ha sporadici cali di frame rate in situazioni neanche così concitate, che ci fanno pensare più a dei problemi relativi a caricamenti invisibili che alla mole di cose presenti a schermo. Tutto sommato tuttavia, Hogwarts Legacy offre un ottimo colpo d’occhio, e, grazie ad una direzione artistica di rilievo assoluto, saprà come incantarvi nonostante le sue imperfezioni.

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In conclusione…

Hogwarts Legacy è, senza dubbio alcuno, un ottimo videogioco; l’esperienza offerta dal titolo è infatti divertente, appagante, e soprattutto capace di appassionare e regalare ore di gioia anche a coloro i quali non sono fan di Harry Potter. Per chi invece è cresciuto in compagnia di Harry, Ron ed Hermione, questo prodotto rappresenta l’incarnazione e la realizzazione di un sogno; un sogno sostanziatosi in un’esperienza indimenticabile, che rappresenta una vera e propria lettera d’amore da parte degli sviluppatori “a chi, come te, è rimasto con Harry fino alla fine“. Per questo motivo, se siete fan della saga, non attendete oltre e correte ad immergervi in questo prodotto, che, per questa dualità, è un prodotto magnifico seppur imperfetto.

Hogwarts Legacy

Voto - 8.8

8.8

Voto

Hogwarts Legacy è un ottimo videogioco, un sogno ad occhi aperti per i tanti fan della saga di Harry Potter.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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