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Pos, nella bozza della manovra sale a 60€ il limite per i commercianti

C’è un motivo per cui non si è sempre evitato l’autunno per il rinnovo del Parlamento nella storia della Repubblica Italiana: la legge di bilancio, anche detta “manovra” nel gergo comune . Si tratta di un pacchetto di provvedimenti in cui il Governo comunica alle Camere come verrà destinato il bilancio dello Stato nell’anno successivo. Manovra che viene discussa dal Consiglio dei Ministri proprio nelle ultime settimane dell’anno.

Per questa XIX legislatura si è fatta un’eccezione e le elezioni politiche si sono tenute nel mese di settembre. Il che ha reso una “corsa contro il tempo” la legge di bilancio per il Governo Meloni, insediatosi da poco più di un mese e mezzo.

Dopo le relative discussioni nel Consiglio dei Ministri, la bozza della manovra è stata approvata dalla Ragioneria Generale. Ora dovrà essere discussa dalle due Camere, per essere approvata entro il 31 dicembre prossimo. Uno dei passaggi della manovra, però, sta facendo molto discutere le opposizioni. Stiamo parlando dell’innalzamento a 60€ del limite del Pos per gli esercenti.

Pos e Consiglio dei Ministri

Limite del Pos a 60€: tra commissioni e il timore dell’evasione fiscale

Pos” è l’acronimo del termine inglese “Point of Sale” e indica il dispositivo per i pagamenti elettronici, mediante carte oppure smartphone (per le versioni più moderne). In molti Paesi la popolazione si è ormai abituata a pagare solo tramite dispositivi elettronici e il contante viene sempre meno utilizzato. In Italia quest’abitudine non si è ancora diffusa, anzi.

Ogni volta che si parla del Pos e in generale dei pagamenti elettronici nascono discussioni a non finire. Soprattutto quando si parla di piccole attività e negozi. Attualmente, i commercianti sono obbligati ad accettare pagamenti con il Pos sotto i 30€, con relative sanzioni in caso di rifiuto.

Come accennato, le cose sembrano destinate a cambiare. Qualche giorno fa era già emersa la volontà del Governo di togliere questo obbligo sotto i 30€, sospendendo anche le relative sanzioni. Ma adesso, nella bozza delle legge di bilancio 2023 in esame al Parlamento il tetto è salito: in sostanza, i commercianti non sarebbero più obbligati ad accettare pagamenti elettronici sotto i 60€.

Una decisione che sta facendo discutere le opposizioni, dal Movimento 5 Stelle al PD. E non solo: infatti, l’Unione Europea ha aperto un dialogo con il Governo proprio su questo provvedimento, temendo un incremento dell’evasione fiscale con questo innalzamento del limite del Pos.

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Per il Governo, a pesare sui commercianti sarebbero le sanzioni per il rifiuto dei pagamenti elettronici. Ma per la Confesercenti si starebbe mancando il punto. Infatti, il problema del Pos non sono le multe, il problema sono le “commissioni”. Così in una nota ufficiale dell’associazione di categoria:

Un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro. Se il pagamento del bollo – o di qualunque altro bollettino – viene effettuato con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano o quasi il guadagno. […]

Si ritiene che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei pagamenti elettronici. Bene. Noi siamo d’accordo. Non ci va di fare passare intere categorie per ‘furbetti’. Si azzerino però i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro e se si vuole, a questo punto, si mantengano pure le sanzioni. [….]

Per questo da sempre chiediamo, in particolare per alcune categorie, l’azzeramento delle commissioni sui piccoli pagamenti. Modernizziamo la rete, dotiamo tutti di POS e a lettura veloce contactless. Anche per quanto ci riguarda, riteniamo giusto che chi vuole pagare con la carta di credito lo possa fare.

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Fonti: Sky TG 24, Il Post, Confesercenti

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