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Paypal reinserisce la multa di $2.500 nei suoi termini e condizioni

Due settimane fa il popolare servizio di trasferimento di denaro Paypal ha aggiornato i suoi termini e condizioni e inviato a tutti i possessori di un account business un’email, spiegandovi in essa l’aggiunta di un ulteriore caso particolare ai comportamenti vietati, con entrata in vigore il 3 Novembre.

Nel dettaglio si parlava, in caso di violazione, di una multa di 2.500 dollari se il cliente fosse stato ritenuto promotore di disinformazione o per l’invio, la condivisione o la pubblicazione di messaggi, contenuti o materiale che, nella sola discrezione di Paypal, fossero state ritenute dannose, oscene, moleste o discutibili, o promuovessero/raffigurassero nudità, sessualità o altre attività intime, l’uso illegale di droghe, violenza, attività criminale, odio, e il resto di una serie di comportamenti nocivi.

Si parlava inoltre che, in caso ci fossero stati ad esempio 10 messaggi contestati da loro, o se ci fosse stata la diffusione di disinformazione (giudicata tale a loro discrezione) per 10 volte, avrebbero potuto prendere 25.000 dollari dall’account del cliente, senza però chiarificare se, in caso di bilancio non sufficiente, avrebbero ritirato i fondi da altri account collegati, strada che effettivamente altre aree dei termini suggeriscono come percorribile.

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Tuttavia, trattandosi di un aspetto delicato dove non è chiaro sulla base di quali criteri un contenuto possa essere ritenuto disinformazione o no, questi termini sono stati accolti con molto scetticismo, generando un’ondata di malcontento online che inevitabilmente è arrivata ai piani alti della società.

Dopo questo contraccolpo online infatti, queste condizioni sono state rimosse dall’aggiornamento, e la società statunitense giustificò la situazione come un semplice “errore”. È ironico l’aver trasformato il tutto in… disinformazione da parte loro, soprattutto è ironico che qualcosa che viene analizzato costantemente da schiere di avvocati per essere approvato, fosse un errore. Questa nuova politica è ben criticata anche dall’ex Presidente David Marcus e da Elon Musk, ex CEO tra le tante cose.

Paypal ci riprova: $2500 di multa se violi l’utilizzo consentito

Paypal ha atteso 2 settimane affinché l’attenzione sulla faccenda cadesse, per poi reintrodurre la politica nei termini e condizioni. Infatti adesso viene specificato che la multa di 2500 USD (o la valuta corrente nel paese) si applica alla violazione delle Regole sull’Utilizzo Consentito, che include le transazioni il cui unico scopo è promuovere l’intolleranza, termine non definito e che quindi può essere considerato qualsiasi cosa Paypal decida che sia.

Nelle regole sull’utilizzo consentito era già scritto da quasi un anno come Paypal vietava determinati comportamenti in precedenza elencati e ciò è rimasto invariato. Ma con l’aggiornamento ai termini del 25 Ottobre, nella sezione “Azioni che Paypal può intraprendere se l’utente svolge attività non consentite“, scorrendo in fondo alla pagina si può ora leggere:

L’utente riconosce e accetta che l’importo di 2.500,00 USD (o l’equivalente nella valuta del Paese in cui risiede) per ogni violazione delle Regole sull’utilizzo consentito sia:

Una stima minima ragionevole dei danni effettivi subiti da PayPal tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, costi interni amministrativi sostenuti da PayPal per il monitoraggio e il tracciamento delle violazioni, danni alla reputazione e al brand di PayPal e penali inflitte a PayPal dai suoi partner commerciali, risultanti dalla violazione dell’utente in considerazione di tutte le circostanze al momento esistenti, tra cui il rapporto tra l’importo e la misura del danno causato a PayPal che si potrebbe ragionevolmente prevedere.

Ragionevole e proporzionato nella sua applicazione alla fornitura dei servizi all’utente.

Necessario, ma non più che sufficiente, per tutelare l’interesse legittimo di PayPal nel rispetto da parte dell’utente delle Regole sull’utilizzo consentito.

PayPal potrà dedurre tali danni direttamente da qualsiasi saldo esistente in qualsiasi conto PayPal controllato dall’utente.

Sin dal primo campanello d’allarme l’organizzazione per servizi di pagamento digitale ha subito un enorme contraccolpo, dove c’è stata una massiccia cancellazione di account da parte dell’utenza anche spaventata, a cui la società ha risposto rifiutando di chiuderli in quanto secondo loro, la cancellazione stava avvenendo a seguito di disinformazione, e quindi non conforme; ora con tutta probabilità le richieste di cancellazione saranno ancora più aggressive.

Leggi anche: Paypal rimuoverà uno dei suoi servizi più popolari: addio al reso gratuito

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