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Continua la rivolta in Iran, il governo blocca Internet

Secondo NetBlocks, l’Iran ha bloccato l’accesso ai principali social network e interrotto Internet in risposta alle proteste degli ultimi giorni.

La morte di Mahsa Amini e l’inizio delle proteste

È la morte di Mahsa Amini, ragazza iraniana di 22 anni, la vera miccia delle proteste in Iran. Arrestata da una pattuglia della “polizia morale” mentre si trovava a Teheran con la famiglia, Mahsa è morta in ospedale pochi giorni dopo in circostanze sospette. La ragazza era stata fermata per aver indossato il velo in modo scorretto, mostrando una ciocca di capelli di troppo.

L’ipotesi è che la ragazza sia stata vittima di una “rieducazione” violenta da parte della pattuglia, il cui compito era quello di verificare il corretto uso dello hijab. A seguito della notizia, in numerose città iraniane sono scesi in piazza migliaia di giovani per chiedere che venga fatta chiarezza e giustizia, mentre le donne hanno sfidato la sharia iraniana circolando senza velo.

masha amini iran

Le autorità iraniane bloccano l’accesso a Instagram e WhatsApp

A partire da lunedì 19 settembre si è verificata un’interruzione pressoché totale dei servizi Internet in alcune parti del Kurdistan, una provincia dell’Iran occidentale. Questi problemi seguono le primissime avvisaglie di blocchi a Internet avvenute a Teheran e in altre parti del Paese venerdì 16 settembre, il giorno in cui sono scoppiate le proteste.

Sempre lunedì, tra le numerose testimonianze di proteste e la notizia di almeno quattro manifestanti uccisi dalle autorità, gli utenti hanno segnalato un servizio Internet lento in molte città e il successivo ripristino della connessione dopo 3 ore e mezza dalla prima interruzione nel territorio del Kurdistan.

Si ipotizza che tali interruzioni siano mirate alla limitazione della possibilità di esprimere dissenso politico da parte della popolazione iraniana, e intendano ostacolare la libertà di parola.

Risale invece a ieri, mercoledì 21 settembre, il blocco dei social network Instagram e WhatsApp e il successivo shutdown su scala nazionale delle reti mobili come MCI, il maggiore operatore mobile del Paese. Di seguito alleghiamo i tweet di NetBlocks, organizzazione di controllo che monitora la sicurezza informatica e la governance di Internet.

Tuttavia, l’interruzione di Internet e la limitazione all’accesso ai più importanti social network non sembra essere totale. Secondo alcune testimonianze riportate da Al Jazeera, sarebbe ancora possibile inviare messaggi di testo.

Ricordiamo che social network quali TikTok, YouTube, Twitter, Facebook e Telegram sono regolarmente bloccati in alcune parti della repubblica islamica dell’Iran, una delle nazioni più severe per quanto riguarda il controllo di Internet e la libertà di espressione.

donne Iran protesta velo

L’Iran e il blocco di Internet: c’è un precedente nel 2019

Non è infatti la prima volta che l’Iran intraprende una campagna di blocco totale dei social. Nel 2019, il governo di Teheran aveva deciso di bloccare Internet per contrastare le manifestazioni di piazza in seguito ai rincari sul costo del carburante. In quell’occasione, il blocco della rete mirava a impedire l’organizzazione di proteste da parte dei cittadini iraniani.

Anche oggi le proteste in strada continuano, con le donne in prima linea per opporsi all’imposizione del velo e per chiedere l’abolizione della polizia morale. Nel frattempo, il ministro delle comunicazioni di Teheran, Issa Zarepour, ha affermato che l’accesso a Internet in Iran potrebbe essere interrotto per motivi di sicurezza e che finora non ci sono state limitazioni della banda di rete.

Fonti: NetBlocks, Reuters, Al Jazeera, Open.

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Sebastiano Inama

Sebastiano Inama

L'invincibile principe guerriero forgiato dal fuoco di mille battaglie, nonché localizzatore di videogiochi e copywriter.

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