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Google cerca di limitare le fake news sulla guerra in Ucraina

Una campagna da ben oltre 90 video su YouTube, in nazioni molto vicine all’Ucraina come Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca, è la nuova iniziativa di Google per limitare al massimo le fake news che si diffondono online. Tutto questo è incentrato ad informare gli utenti dell’esistenza di vere e proprie bufale che servono solo ad ingannare le persone.

La Commissione Europea ha, inoltre, annunciato un nuovo Codice di condotta contro la disinformazione online a cui hanno aderito la maggior parte dei colossi della rete (come Google per l’appunto). È l’ora che anche queste grandi aziende aiutino nel combattere questo fenomeno che punta solo a fare qualche views in più.

Google e la guerra alle fake news

Il progetto di Big G si basa su una ricerca degli psicologi delle università di Cambridge e Bristol, con cui il team di Jigsaw (una grande succursale europea di Google) ha collaborato per realizzare i video. La campagna, come detto precedentemente, è composta da ben oltre 90 video tutti pubblicati su YouTube, la piattaforma di video streaming più utilizzata al mondo, così da raggiungere il maggior numero di persone in minor tempo possibile.

Ucraina Google Fake News YouTube

“Se dici alle persone che ciò che credono vero in realtà è falso, molte contesteranno – ha affermato Jon Roozenbeek del Social Decision-Making Lab (SDML) di Cambridge, autore principale della ricerca – Ma quello che si può prevedere sono le tecniche che verranno utilizzate per diffondere la disinformazione, come con la crisi ucraina”

Secondo la divisione di Jigsaw, le fake news sulla guerra in Ucraina e sull’abuso di fondi europei stanziati per contrastarla hanno iniziato a circolare subito, così da aumentare il fenomeno della disinformazione, spinti anche dai profili social pro-Mosca. I ricercatori di Google allora si sono messi a disposizione per creare questa grande serie di video per evitare tutto questo.

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All’interno di questi video, Big G ha cercato di insegnare le diverse tecniche per evitare la disinformazione, canali da seguire, un linguaggio che punta alle emozioni e confronti fra le varie testate. Tutto questo ha dimostrato quanto molti canali social usino titoli molto fuorvianti e click-bait.

“L’effetto è stato coerente tra individui con diversi livelli di istruzione e differenti tipi di personalità – ha spiegato Roozenbeek. – Questa è la base di una vaccinazione generale contro la disinformazione”.

Fonte: 1

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Valerio Monti

Valerio Monti

Fotografo, videomaker e consulente tecnico, ma visto che mi avanzava un po' di tempo anche studente di Ingegneria Informatica

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