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Indonesia: una legge blocca l’accesso a PayPal, Steam e altri siti

Un fulmine a ciel sereno ha colpito oggi l’Indonesia e una parte dei suoi cittadini. Da questa mattina è infatti impossibile accedere a diversi siti come il motore di ricerca Yahoo, PayPal e diversi portali videoludici come Steam, Epic Games, Origin e Nintendo. Il motivo è da ricercare in una nuova legge che richiede alle aziende che operano online di ottenere un permesso e di “registrarsi” tramite il governo locale per poter quindi operare nel paese asiatico. Se diverse aziende come Google, WhatsApp, META e Amazon si sono affrettate nei giorni scorsi per ottenere la licenza, quelle citate in precedenza non hanno inoltrato nessuna richiesta entro la scadenza, ovvero il 29 luglio.

A comunicare la notizia è stato il Ministero delle comunicazioni indonesiano (o Kominfo), sul cui sito è possibile vedere tutte le società registrate (attualmente oltre 8700). Questa legge dà al Governo indonesiano maggiore controllo sulle diverse piattaforme, permettendo ad esempio di ordinare l’eliminazione di contenuti ritenuti pericolosi o illegali oltre a poter richiedere i dati di determinati utenti.

Non è ancora chiaro se il blocco verrà confermato o se molto più probabilmente verrà data la possibilità a queste aziende di registrarsi in ritardo, vista anche la popolarità e l’importanza di questo siti, utilizzati da milioni di utenti. Reuters ha affermato che le aziende una volta contattate, non hanno fornito alcuna risposta in merito alla vicenda. È stato però confermato che per quanto riguarda PayPal, verrà data la possibilità ai cittadini di ritirare i fondi presenti sui loro conti. È quindi probabile che se le aziende decideranno di presentare la registrazione, essa verrà comunque confermata, ma per saperlo con certezza dovremo attendere i prossimi giorni.

Indonesia

Indonesia: le proteste degli utenti dopo il ban dei siti

La cosa ha ovviamente scatenato la reazione i una parte della popolazione, che si è ritrovata di un punto in bianco impossibilitata ad accedere al proprio conto o alla propria libreria videoludica. Per quanto riguarda i videogiocatori alcuni di loro hanno evitato il blocco tramite l’utilizzo di VPN, come condiviso da alcuni di loro sui social media. E sempre a proposito di social la protesta si è diffusa, tant’è che alcuni hashtag come BlokirKominfo, sono finiti velocemente in trend su Twitter.

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Fonte: Reuters

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Matteo Pignagnoli

Matteo Pignagnoli

23 anni, laureato in scienze della comunicazione con l'obiettivo di diventare giornalista. Appassionato sin da piccolo di gaming e sport, mi interesso anche di anime, manga e musica.

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