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Tesla ha bisogno di soldi: l’azienda di Elon Musk vende il 75% dei propri Bitcoin

Tesla, la nota azienda di Elon Musk, ha rivelato con una lettera ai propri investitori che l’azienda ha dovuto recentemente vendere una grande fetta dei suoi Bitcoin, per un valore pari a circa il 75% del proprio portafoglio.

In un momento di profonda crisi del mercato delle criptovalute, arriva anche questo tsunami a scuoterne i prezzi. Solo l’anno scorso, Tesla aveva investito la bellezza di 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, annunciando anche di voler accettare la valuta digitale come pagamento per i propri prodotti.

Adesso, in seguito alle conseguenze economiche dettate dalla pandemia e in particolar modo dai lockdown in Cina, Tesla si trova in un momento delicato in quanto a capacità di produzione ed entità delle vendite. Per questo l’azienda avrebbe deciso di vendere praticamente tutti i suoi Bitcoin: su stessa ammissione di Elon Musk, Tesla era preoccupata per la sua liquidità generale.

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Ma Musk, il CEO di Tesla, non era un forte sostenitore dei Bitcoin?

L’investimento in criptovalute effettuato da Tesla l’anno scorso era stato piuttosto consistente, sia a livello economico che a livello d’immagine: infatti a marzo Tesla, facendo fede al suo annuncio, aveva iniziato ad accettare Bitcoin come pagamento, ma solo per fare velocemente dietrofront alcune settimane dopo, più precisamente a maggio.

La ragione dietro questo ripensamento, che ha immediatamente fatto cadere a picco il prezzo dei Bitcoin, era stata precisata da Musk che l’aveva motivata affermando che il mining dei Bitcoin sfruttava troppa elettricità ottenuta da energia fossile.

L’accaduto dell’anno scorso e questa recente decisione di vendere sembrano contrapporsi al noto sostegno che il CEO di Tesla, Elon Musk, ha dato e continua a dare alla valuta digitale. Lo scorso luglio, Musk aveva infatti detto “I might pump, but I don’t dump”, in riferimento al fatto che anche se le sue azioni e affermazioni molto spesso fanno salire il valore dei Bitcoin, lui non aveva intenzione di approfittarsi di ciò e di vendere, poiché “voleva vedere i Bitcoin avere successo”.

Quindi, per fare chiarezza sulla scelta appena fatta dalla sua azienda, Musk ha detto che la vendita “Non deve essere presa come un qualche tipo di verdetto sui Bitcoin, perché Tesla li ha venduti poiché preoccupata della liquidità generale dell’azienda in seguito alle chiusure avvenute in Cina in risposta al COVID”. A conferma di ciò, Musk aggiunge che difatti non sono stati venduti i Dogecoin.

Tesla, effettivamente, si trova in un momento economicamente non troppo felice: i prezzi delle materie prime aumentano, le criptovalute sono in crisi, le consegne sono rallentate e ci sono stati molti licenziamenti nell’azienda decisi da Musk per far fronte al “presentimento super negativo” del CEO nei confronti del futuro dell’economia mondiale.

I licenziamenti, dal canto loro, hanno causato problemi alla squadra che si occupava dell’autopilota dell’azienda, e Tesla è stata accusata di violare le leggi dei lavoratori. Inoltre, di recente si è dimesso anche il capo del team che si occupava dell’intelligenza artificiale dell’autovettura.

Dalla vendita del 75% dei propri Bitcoin, Tesla ha ricavato 946 milioni di dollari da aggiungere al proprio bilancio aziendale.

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Fonte: The Verge

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Camilla Flocco

Camilla Flocco

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