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Perché negli anime i personaggi hanno bocche “strane” e menti spaziosi? La verità svelata da un animatore

Per gran parte del ventesimo secolo, l’animazione rodovetro è stata una delle forme più utilizzate per realizzare gli anime e i cartoni animati in generale. Si parla di quel genere di stile che comporta il disegnare tutto a mano, sopra dei fogli di celluloide trasparenti collocati su sfondi dipinti: la cosiddetta animazione “cells”.

Gli artisti dovevano disegnare manualmente ogni frame, servendosi dei vari strumenti del mestiere come penne, matite e pennelli. Con il passare del tempo, però, questo stile d’animazione è andato con l’estinguersi sempre di più, venendo sostituito da mezzi più efficienti e che andavano a facilitare di molto il lavoro degli animatori, ovvero i computer.

C’è un elemento, però, comune in gran parte degli anime che venivano a quel tempo disegnati a mano: i personaggi dai menti estremamente prorompenti, sfoggianti delle bocche piccole ed espressioni posizionate ad angolazioni un po’ strane. E se fino ad oggi vi siete chiesti come mai questo particolare dettaglio appariva all’interno della stragrande maggioranza delle serie, ebbene non si tratta di una scelta dettata da uno stile “in voga” in quel periodo, ma di una soluzione per facilitare la vita dei poveri disegnatori.

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La verità dietro i “mentoni” e le strane bocche degli anime

Il motivo per cui venivano creati dei volti con un mento decisamente grande, e a loro volta anche delle bocche particolarmente piccole, è stato rivelato dallo storico animatore Kenji Yokoyama, il quale ha lavorato all’animazione di opere estremamente importanti come il film di Galaxy Express 999, Dragon Ball Z, Digimon, One Piece, Pokémon, Slam Dunk, Toriko e numerosi altri.

In un tweet, Yokoyama rivela dunque la ragione per cui negli anime i personaggi apparivano in questo modo, e che anche nel periodo attuale (forse per eredità) mantengono una forma di questo tipo:

“Il motivo per cui i personaggi degli anime un tempo avevano dei grossi menti è perché, quando si andava a disegnare su rodovetro, era una scocciatura ridisegnare il mento ogni volta che il personaggio apriva la bocca. Disegnando un mento abbastanza grande, si poteva disegnare la bocca in un foglio separato, piazzandolo sopra il primo, riuscendo così a farcela entrare in modo ottimale.”

Yokoyama ha anche pubblicato un’immagine per mostrare meglio ciò che intende, ed effettivamente andando a vedere l’esempio, la sua affermazione ha alquanto senso. Questa particolarità inoltre si presenta a volte anche negli anime attuali, forse perché ormai il pubblico si è abituato a vedere questo genere di stile.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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