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I 1000 pianeti di Starfield saranno procedurali, lo conferma Todd Howard

Dopo essersi finalmente rivelato con un gameplay trailer alla conferenza Xbox & Bethesda, Starfield continua a stuzzicare attraverso le parole di Todd Howard, che conferma: i pianeti saranno procedurali — ma al tempo stesso fatti a mano.

Non è una contraddizione, spiega Howard ai microfoni di IGN, ma una ricetta già collaudata durante anni e anni di successi. Bethesda ha sempre lavorato con una fusione di generazione casuale unita all’attenzione per i dettagli individuali, e Starfield non farà differenza. Quella del GDR spaziale sarà la stessa formula impiegata, udite udite, per Skyrim.

«Abbiamo utilizzato molto la generazione procedurale [in Starfield], ma terrei a mente che è una cosa che abbiamo sempre fatto. È una grande parte delle quest di Skyrim e di altre cose che facciamo. Generiamo anche i paesaggi usando il procedurale, quindi ci abbiamo sempre lavorato sopra.

Starfield-pianeti-procedurali

Qualche fan aveva già capito che in Starfield ci sarebbe stato lo zampino del procedurale, deducendo che dare vita a 1000 pianeti interamente esplorabili e curati in ogni dettaglio sarebbe stata un’impresa davvero titanica. Ma secondo Bethesda procedurale non dev’essere per forza sinonimo di “bassa qualità” e “chaos”, anzi: il procedurale viene usato proprio in virtù del grado di controllo sul risultato finale, che permette di realizzare ambienti profondamente distinti.

Secondo Howard la tecnica ibrida ha raggiunto l’apice proprio con Starfield, che tra tutti i giochi di Bethesda è quello con più contenuti in-game realizzati a mano. Il loro sistema di generazione è ben distante dall’immagine caotica e piena di glitch che alcuni giocatori hanno in mente, anche perché non rappresenta l’unica colonna su cui si basano i paesaggi, che possono contare sulla cura “artigianale” degli elementi in-game.

Starfield usa il procedurale per dire “Sì”

Più di un fan ha espresso perplessità dopo aver sentito dei 1000 pianeti procedurali totalmente esplorabili, ed effettivamente è una grossa promessa. Sarebbero stati meglio 10 pianeti fatti interamente a mano?

Forse, ma Howard non è d’accordo. Il suo obiettivo con Starfield era “dire sì” al giocatore quante più volte possibile. Vuoi atterrare su un pezzo di ghiaccio che vaga nello spazio? Sì. Vuoi costruire una casa su un pianetuccolo sperduto solo perché c’è un bel tramonto? Sì, puoi farlo. Vuole andare a fare una gita fuori porta su un asteroide prima di continuare le missioni? Anche in questo caso, Starfield ti dice “sì”.

Tutto questo è possibile solo se il cosmo sembra davvero grande e ricco di occasioni, solo se le possibili attività compaiono al giocatore in modo spontaneo. Con un sistema solare di pochi pianeti, molte “opportunità” sarebbero parse forzate, si sarebbe sentita “la mano dell’artista”.

Il gioco dovrebbe vantare una campagna di circa 30 ore, ma come ogni gioco Bethesda i contenuti sono abbastanza per un playthrough molto più lungo. A seconda delle intenzioni del giocatore, che può scegliere liberamente a che velocità affrontare l’avventura, Starfield può diventare un gioco completamente diverso, con componenti sandbox che promettono di distrarre per ore e ore.

Starfield, il GDR spaziale che Howard non esita a paragonare a Daggerfall, è in uscita nel 2023 per PC e Xbox.

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Enrico Tonon

Enrico Tonon

Sono un tonno romanticissimo che nuota nella rete. Nonostante le pinne, mi ostino ad impugnare tastiere e controller. Ben ferrato in shitposting. Aerodinamico. Giallo.

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