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Scrubs 5×20: “Il mio pranzo”, l’enorme eredità della serie e il grande cuore di J.D. e il Dr.Cox

Scrubs e l’enorme eredità lasciata da J.D. e il Dr. Cox!

Quasi sempre scegliamo le serie TV in base ai nostri gusti, passioni, e spesso e volentieri la selezione dipende dalla voglia che abbiamo nell’immedesimarci nelle vicende o nei personaggi di quest’ultima, dandoci modo di apprezzare il prodotto che andiamo a visionare in maniera concreta e riflessiva. D’altro canto esistono anche serie leggere e meno complesse da seguire, che avviamo per spegnere il cervello e rilassarci.

Semplicemente un discorso grossolano che vuole collegarsi ad una linea generale concerne al mondo del medium televisivo, data l’enorme valenza e influenza ottenuta nel corso degli anni. Bene, se siete navigati (o anche no) saprete che non tutte le serie seguono una linea generale coerente con queste affermazioni e spesso si distaccano completamente da tutto, creandosi un volto unico e un cuore pazzesco, capace di penetrare l’anima dello spettatore inevitabilmente, sorprendendolo anche se aveva cliccato “play” su una serie “leggera”.

Tra queste spicca senza ombra di dubbio “Scrubs” prodotta e trasmessa dal 2001 fino al 2010 su NBC e ABC; ma non siamo qui per raccontarvi genesi e opinioni sulla serie. Parliamo della sua incommensurabile eredità lasciata ai posteri.

L’episodio di cui discuteremo oggi è “Il mio pranzo”, che sancisce uno spartiacque, un breakpoint irreversibile non solo per i protagonisti, ma anche per il mondo delle serie TV in generale, data l’enorme ispirazione donata a prodotti di successo come Grey’s Anatomy per esempio (anche se quest’ultima attinge pienamente in tutto e per tutto da Scrubs ndr).

Immergiamoci nell’anima dell’episodio!

Dr. Cox ha in cura tre pazienti bisognosi di nuovi organi e tra questi è presente anche Dave Brentford, un suo carissimo amico. Perry trova la soluzione usando una donatrice che inizialmente sembra essere morta di overdose e quindi potenzialmente sana per essere da ausilio per un trapianto. La situazione cambia dopo l’operazione, quando i pazienti si aggravano senza nessun motivo apparente. Successivamente ad attente analisi si scopre che la ragazza è morta di rabbia e gli organi trapiantati da Cox sono infetti.

Non serve lavorare in campo medico per carpire grossolanamente la situazione in qui il personaggio si trova, dato che per una sua mossa avventata tutti i suoi pazienti muoiono sotto i suoi occhi lanciandolo in uno sconforto che sfocia in una depressione cronica, capace di piegare anche i più forti, o semplicemente quelli più avvezzi alle delusioni celate dalla vita.

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Un momento invalicabile è paradossalmente importante per la crescita del rapporto

Un personaggio burbero, duro, ironico, nervoso e talentuoso come Perry Cox ha il suo momento di debolezza, un momento sancito da un tragico errore, che ricorda ancora una volta la nostra natura umana e la nostra facilità nel crollare anche dopo la costruzione di un muro invalicabile, creato mattone dopo mattone nel corso del tempo, un tempo che alla fine scandisce e impianta la nostra personalità, a volte ingabbiandoci in noi stessi.

Se avete guardato Scrubs (se state leggendo il pezzo ovviamente lo avete fatto ndr) conoscete bene anche la rilevanza di questo episodio sul personaggio di J.D. che inaspettatamente diventa il mentore di Cox. Nel corso dell’esistenza arriva sempre un momento in cui “l’allievo supera il maestro” e proprio come i nostri genitori hanno bisogno di noi dopo che ci hanno cresciuti, anche Perry ha bisogno di John Dorian, ora più che mai, nel momento più drammatico e difficile della sua carriera, infatti Cox grida aiuto in silenzio, ad uno dei suoi colleghi più cari a cui, tramite rozzi, aggressivi e apparenti metodi poco ortodossi, ha donato il suo sapere, un sapere che prima o poi gli sarebbe servito. In fondo Perry ha sempre voluto bene a J.D. e in questo episodio lo apprendiamo pienamente dalle parole del Dr. Dorian: Come io ho avuto bisogno di lui, ora lui ha bisogno di me più che mai.

La vita piega anche i più forti

Il protagonista consapevole dell’incidente che sta facendo a pezzi Perry gli si avvicina per consolarlo, rassicurandolo che un buon medico, e quindi anche lui, avrebbe fatto lo stesso, perché per quanto si possa programmare e decidere, la vita colpisce duro e spesso le cose si capovolgono, si distruggono e senza avvertire fanno a pezzi il tuo mondo: Io avrei fatto lo stesso, nessuno poteva prevederlo…la rabbia? Ci saranno 3 casi l’anno. Lo rassicurò ponendogli “il suo pranzo”, un semplice gesto che nasconde una narrazione sfaccettata e simbolicamente alta, richiamando un titolo apparentemente elementare che marca un tassello importante nella crescita del prodotto e dell’animo dei personaggi.

Le parole non bastano purtroppo e successivamente alla morte del suo caro amico per via degli organi infetti, Cox, tramite una regia caotica e devastante che danza sulle note di How To Save a Life, decide di scappare e abbandonare tutto, che in lacrime chiude l’episodio più devastante e allo stesso tempo importante non solo per i personaggi ma per l’intero medium audio/visivo comprensivo delle serie TV: Ti ricordi cosa mi hai detto? Se ti senti in colpa per la morte delle persone non torni più indietro? Sì hai ragione. Chiude devastato il Dr. Cox.

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Il viso di Cox e la conferma di un momento irreversibile

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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