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Giappone: un quotidiano giapponese ha intervistato delle ragazze che vendono le loro mascherine usate

A inizio anno avevamo riportato come in Giappone si fosse diffusa la tendenza di vendere mascherine usate dalle donne, praticamente un’estensione della già diffusa moda di vendere altri indumenti usati online. Il mercato delle mascherine sta avendo un grande successo, nonostante ci siano grossi rischi per la salute.

In questi giorni il quotidiano giapponese Mainichi Shinbun ha pubblicato un articolo dove si analizza proprio questo fenomeno, sottolineando come sia diventato popolare persino tra le minorenni.

Questo ha generato ovviamente una domanda sulla legalità di questo mercato, visto che online non puoi mai sapere chi ti compra la roba o chi te la vende. I giornalisti del Mainichi Shimbun hanno intervistato quindi varie donne che partecipano attivamente a questo mercato.

Mascherine

L’intervista alle ragazze che vendono le loro mascherine usate

La prima, una giovane ragazza, ha dichiarato di vendere le sue mascherine al prezzo di 600 o 700 yen l’una (ossia 4 o 5 euro) a seconda di cosa vogliono i clienti (600 per una mascherina “normale” e 700 per una mascherina con la macchia di un bacio dato con il rossetto). In seguito si è notato come su Twitter siano aumentati gli annunci che mettono in risalto proprio le macchie di rossetto o di saliva.

La seconda persona intervistata è una trentenne, che negli ultimi mesi ha venduto le sue mascherine fingendosi una ventenne. La donna ha rivelato che all’inizio non pensava avrebbero venduto davvero (tanto che le aveva messe in vendita perché l’altra opzione era buttarle via) e che è rimasta stupita quando è stata contattata da una decina di persone dopo il primo annuncio. Adesso vende in media quattro mascherine al mese al prezzo di 500 yen (3 euro), e rivela di avere persino dei clienti abituali: il suo guadagno mensile sarebbe di 3000 yen (se si aggiungono però anche le cifre ricevute dalla vendita di capi intimi e dei calzini, arriva invece a 20.000 yen mensili). Lei mette i suoi prodotti su Mercari, che però non permette la vendita di capi intimi o prodotti igienici usati, quindi negozia i prezzi con i clienti su Twitter.

La donna, di cui non è mai nominato il nome per una questione di privacy, dichiara infine di non sentirsi minacciata dai suoi clienti, visto che non rivela mai i suoi dati personali, e che ultimamente le vendite non sono andate troppo bene perché ci sono molte concorrenti sul mercato.

mascherina

La terza e ultima persona intervistata è una diciottenne che ha iniziato a vendere le proprie mascherine lo scorso febbraio. La ragazza è stata ispirata da una sua amica, che lo faceva prima di lei, e ha venduto le sue mascherine ad un prezzo di 1500 yen l’una (ossia 11 euro). Lei ha inoltre raccontato di come alcuni clienti le abbiano chiesto pure una foto della lingua prima di mandare il pagamento. Alcune ragazze venderebbero la propria biancheria e le proprie mascherine perché non riescono a trovare un lavoro part-time.

Nelle prefetture ci sono delle ordinanze che vietano l’acquisto d’indumenti intimi usati da minorenni, per la presenza di possibili macchie d’escrementi, anche se purtroppo non coprono la vendita delle mascherine. L’avvocato Yasuo Sawai ritiene che sia difficile che in futuro le mascherine vengano regolamentate, anche se pensa che la vendita di mascherine eccessivamente sporche di saliva possa essere una violazione delle ordinanze già esistenti, visto che si tratterebbe di vendita di saliva.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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