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In difesa di Demon Slayer

La seconda stagione di Demon Slayer si è conclusa da diverse settimane, e la serie è tornata a far parlare di sé esattamente come al tempo della prima stagione. Essendo riuscita a crearsi una fanbase gigantesca e avendo raggiunto numeri incredibilmente alti di vendite e incassi al cinema, era inevitabile che attirasse attorno a sé diverse correnti, da chi ha esaltato la serie come uno dei migliori shonen dell’epoca contemporanea a chi invece l’ha aspramente criticata e definita mediocre. All’interno di quest’ultimo gruppo rientrano anche quegli appassionati che, in un sondaggio, hanno dichiarato che secondo loro l’unica cosa buona della serie sarebbero le animazioni di Ufotable.

Ma è davvero così? Demon Slayer è realmente bello oppure andrebbe visto solo per l’incredibile lavoro tecnico di Ufotable?

Ammetto che, personalmente, sono sempre stata prevenuta nei confronti della serie e, forse proprio in virtù della sua eccessiva popolarità, l’ho sempre valutata come un adattamento di uno shonen troppo “mainstream”. Quel poco che sapevo mi bastava per definirlo scontato e noioso, avvalendomi del fatto che, quando anni fa vidi il primo episodio, non mi colpì particolarmente. Recentemente ho però attraversato un redemption arc degno dei migliori comprimari dei manga e ho recuperato tutta la prima stagione, spinta dal desiderio di riuscire a farmi un’idea migliore sull’opera senza fermarmi al primo episodio o, peggio ancora, ai pregiudizi che mi ero creata nel tempo. La visione della serie mi ha portato a cambiare idea o no? In parte sì, in parte no, ma adesso ne andremo a parlare più nel dettaglio.

Demon Slayer

Demon Sayer è una serie banale?

La principale critica mossa nei confronti di Demon Slayer dai suoi detrattori è che si tratta di una storia noiosa, banale e che nulla lascia al lettore se non decine di elementi già presenti ed affrontati meglio in tanti altri shonen. Anche io la pensavo così, e la visione di tutta la prima stagione non ha fatto altro che confermare la mia idea: Demon Slayer non si inventa nulla, non rivoluziona nulla, non è per nulla originale. Questo, però, non deve necessariamente essere un difetto.

Di fatto, Demon Slayer è una serie estremamente semplice che non fa mai urlare al miracolo. Ha molti momenti morti, ma sa anche regalare la sua ottima dose di epicità (resa ancora più epici dallo strabiliante lavoro di Ufotable): si tratta di una storia classica senza infamia e senza lode che tuttavia, nella sua semplicità, riesce a raccontare perfettamente quello che si propone di raccontare, ossia la storia della scalata di un ragazzo contro i suoi acerrimi nemici e del suo immenso amore per la famiglia, per la quale sarebbe disposto a correre qualsiasi rischio.

È una trama banale nel panorama dei manga shonen? Decisamente. Ma è davvero così importante che lo sia? Be’… no, perché come il tutto viene raccontato e messo in scena intrattiene, e l’importante in una storia non è che sia necessariamente originale (perché, ammettiamolo, veramente poco al giorno d’oggi lo è) ma che riesca a trasmettere qualcosa. E Demon Slayer e Tanjirou certamente non falliscono in questo, anzi.

Certo, questo non significa che la serie sia esente da difetti. I numerosi tempi morti, come già detto, talvolta la trama risulta prevedibile e i personaggi poco credibili.

I personaggi

Si può essere d’accordo o meno, ma personalmente ritengo che i personaggi siano una delle cose più importanti – se non LA cosa più importante – all’interno di un’opera. Se i personaggi funzionano, sono ben sviluppati ed interessanti, allora anche l’opera più banale risulterà comunque meritevole. E Demon Slayer purtroppo in parte fallisce a rendere interessanti i suoi personaggi.

Tanjirou e Zenitsu, per esempio, sono due ottimi personaggi. Il problema è che sono anche stereotipati e molto, molto prevedibili in quello che fanno e nel loro sviluppo. Si adattano bene al loro contesto e riescono a comunicare le emozioni giuste, ma ciò non toglie quanto appena detto. Di nuovo, questa loro caratteristica non costituisce necessariamente un grosso difetto, visto che Demon Slayer è un’opera semplice che vuole mandare un messaggio semplice, però d’altro canto si tratta comunque di un elemento che potrà infastidire chi è alla ricerca di una maggiore complessità.

Demon Slayer classifica

Lo stesso non si può dire per gli antagonisti, vero grosso difetto dell’opera. Gli antagonisti sono tutti tremendamente piatti, e la cosa peggiore è che l’autore cerchi sempre di dar loro dei flashback o un background che porti lo spettatore ad enfatizzare con loro, se non addirittura a provare pena o a giustificarli. E se questo espediente narrativo può andar bene all’inizio, andando avanti diventa non solo fastidioso ma porta anche a perdere interesse nei loro confronti, in quanto già dai primi episodi è facile intuire quale sarà la backstory strappalacrime di turno.

A salvarsi da questo discorso sono quei personaggi che nel corso della prima stagione hanno fatto ben poco ma che comunque sono riusciti a farsi notare, almeno dal mio punto di vista: Tamayo è il personaggio più interessante della prima parte della serie, mentre Shinobu e Kanao nel giro di un episodio sono riuscite a coinvolgermi e suscitare il mio interesse molto di più rispetto a quanto siano riusciti a fare tutti gli altri personaggi in 25. Di questi tre personaggi non riesco ad intuire quale potrebbe essere lo sviluppo e, lo ammetto, è soprattutto grazie a loro se sono molto curiosa di proseguire la storia di Demon Slayer.

Demon Slayer

Conclusioni

In conclusione posso dire che, almeno secondo me, Demon Slayer non è assolutamente la serie pessima che alcuni hanno cercato di dipingere, ma neanche il capolavoro che altri hanno osannato. È una serie che coinvolge, si lascia guardare e aiuta a passare venti minuti divertendosi. Ha numerosi elementi banali o già visti ma riesce comunque a mescolarli bene e ad essere, il più delle volte, un prodotto piacevole da seguire, che intrattiene e riesce a comunicare molto bene le emozioni del proprio racconto.

Sicuramente il lavoro tecnico di Ufotable ha dato un enorme spinta alla serie in fatto di popolarità, ma dire che le animazioni siano l’unica cosa bella di Demon Slayer penso sia un errore, così come è un errore definirlo un capolavoro solo sulla base delle vendite. Questa prima stagione conquista senza problemi la sufficienza per quanto mi riguarda e mi ha dato la spinta che serviva per farmi continuare la serie.

Le due stagioni e il film di Demon Slayer sono disponibili legalmente su VVVVID, Prime Video, Netflix e Crunchyroll.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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