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Giappone: insegnante racconta della regola contro le code di cavallo a scuola per “non eccitare gli alunni maschi”

In diverse occasioni abbiamo già potuto osservare come il Giappone imponga delle regole piuttosto bizzarre e assurde in numerosi frangenti. Gli usi e costumi differenti già presenti nel Paese, influenzati e combinati con alcuni vecchi comportamenti tratti negli iniziali periodi di contatto con il mondo occidentale, hanno così dato vita a una società piena di contraddizioni e improbabili etichette da seguire.

Pochi giorni fa abbiamo parlato del grosso primo passo in avanti effettuato dal governo della città di Tokyo nei confronti delle scuole pubbliche, che obbligavano gli studenti a tingersi i capelli di nero nel caso essi possedessero delle colorazioni naturalmente diverse. Prima di ciò, la prefettura di Saga aveva già rimosso una regola simile, togliendo anche quella che forzava gli alunni a indossare intimo bianco per evitare che esso risultasse visibile attraverso i vestiti, rischiando di attrarre così sguardi indiscreti.

Eppure, nonostante tutti questi importanti cambiamenti, molte altre regole nelle varie scuole del Giappone (soprattutto quelle private) sono ancora fonte di dubbi e proteste. In un articolo di Vice è stato intervistato un ex insegnante di scuola media, Motoki Sugiyama, il quale ha raccontato di come l’amministrazione scolastica imponeva alle studentesse di non raccogliere i capelli a “coda di cavallo”, poiché ciò avrebbe provocato un qualche tipo di eccitazione nella controparte maschile.

Giappone coda cavallo comic girls

La repressione del corpo in Giappone

A Vice World News, l’insegnante illustra le preoccupazioni dell’amministrazione: raccogliendo i capelli e mostrando parte del collo e della nuca, i ragazzi si ritroverebbero a guardare le ragazze; si tratta dunque dello stesso tipo di ragionamento effettuato nell’ambito della biancheria indossata sotto le uniformi. Sugiyama dice di essersi sempre opposto a queste regole, ma data la mancanza di critiche e la normalizzazione della cosa in Giappone, agli studenti non resta altro che accettarle.

Non vi sono dati o statistiche ufficiali su scala nazionale che confermano quante scuole in Giappone applichino effettivamente questo divieto; tuttavia, un sondaggio effettuato nella prefettura di Fukuoka riguardante le regole sull’aspetto degli studenti, pare che almeno una su dieci scuole proibisca la coda di cavallo.

L’insegnante intervistato avrebbe lavorato per 11 anni in cinque diverse scuole della prefettura di Shizuoka, e a suo dire tutte bandivano questo tipo di capigliatura. Sugiyama fa anche dei video su TikTok relativi al sistema scolastico del Giappone e le cosiddette “buraku kosoku” e adesso si trova in una sorta di missione con l’obiettivo di esporre le limitazioni obsolete e le dubbiose richieste poste agli studenti.

Il buraku kosoku si è sviluppato intorno al 1870, e giunti al secolo dopo erano state inserite sempre più restrizioni intente a ridurre il bullismo e la violenza nelle scuole. Il governo giapponese ha di recente chiesto agli istituti di revisionare i regolamenti, ma non tutti si sono mostrati particolarmente volenterosi nel fare ciò.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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