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L’Attacco dei Giganti 4×25 | Il Comandante del Corpo di Ricerca

L’episodio della scorsa settimana de L’Attacco dei Giganti ha lasciato insoddisfatti tutti coloro che non avevano compreso cosa avesse portato i nostri protagonisti a prendere la repentina, e apparentemente impulsiva, decisione di “salvare il mondo”. Critiche che, dal mio punto di vista, erano infondate e che si confermano tali con l’inizio di questa puntata: ci ritroviamo a fare un balzo nel passato a circa 12 ore prima dei momenti finali dello scorso episodio.

L’episodio inizia con Jean, quello che era parso più indeciso e che aveva effettivamente dichiarato di esserlo stato “almeno fino alla sera prima”. Il ragazzo giace nel buio sulla propria brandina con i palmi delle mani a coprire le orecchie come a non voler sentire, sperando che non sentendo gli assordanti passi della Marcia lui possa in qualche modo evitare di pensare alle sue responsabilità. Immagina un futuro sicuro, quello che gli è stato promesso dagli Yeageristi: una casa sicura nei distretti centrali, una vita tranquilla per la sua futura moglie (che ricorda parecchio Mikasa, per la quale sappiamo che Jean ha sempre avuto un interesse particolare) e figlio.

Ma l’illusione viene spazzata via dalla voce di Hanji che, tornata tra le mura, ha iniziato a lavorare per unire le forze ed organizzare un piano per rispondere alle azioni di Eren. Aveva già creato un’alleanza con Pieck, Magath e le rimanenti forze di Marley, ora è il momento di rintracciare anche i restanti membri del Corpo di Ricerca.

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Nel luogo d’incontro assistiamo ad una accesa discussione tra Jean ed Hanji. Laddove Mikasa accetta subito di cooperare nonostante Hanji abbassi la testa e dica che non sono in alcun modo obbligato dal momento che la gerarchia interna all’esercito è già crollata: la ragazza vuole fermare Eren, oltre al massacro, e riportarlo a casa con loro. Jean, invece, è più indeciso e si chiede ancora una volta se sia la cosa giusta da fare.

Dal canto suo, e forse non ha torto, sostiene che fermare la Marcia significherebbe mettere in pericolo l’isola più di quanto già non sia. Il dado è tratto, come si suol dire, e il resto del mondo saprà che l’isola avrà i mezzo per sterminarli a meno che il resto del mondo non la stermini prima. E, anche se decidessero di non attaccarli, si tratterebbe solo di una pace momentanea ed effimera e prima o poi Marley e il mondo tornerebbero a minacciare nuovamente gli abitanti dell’isola. Dal suo punto di vista, quindi, fermare Eren produrrebbe solo svantaggi per loro.

E logicamente il discorso di Jean ha sicuramente senso, tuttavia Hanji dimostra come la logica abbia poco a che vedere quando si tratta di atti di questo tipo. Hanji si erge a pilastro morale in questo momento nella storia de L’Attacco dei Giganti e per prima ha il coraggio di sbattere i pugni, stringere i denti e dire ciò che tutti gli altri hanno paura di dire: il genocidio è sbagliato e non ci sono ragioni che possano convincermi del contrario. Indipendentemente dai vantaggi che l’isola ne trarrebbe si tratta di un’azione di efferata violenza da condannare in tutti i casi.

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La sequenza successiva è resa particolarmente bene da MAPPA che, invece di concentrarsi su Hanji, inquadra per diversi secondi il simbolo del Corpo di Ricerca che lei porta sulla schiena. Un fardello pesante, forse una croce scomoda da sopportare, ma della quale lei ha accettato di farsi carico molto tempo fa e proprio per tenere fede a quel simbolo non può sopportare in silenzio ciò che sta avvenendo.

In un momento splendido che ne rievoca un altro in cui il protagonista era Erwin i compagni morti appaiono alle spalle di Hanji, mentre il Comandante conclude che nessuno dei loro compagni avrebbe desiderato donare la libertà solamente all’isola. Perciò, conclude, il momento per fermare questo massacro è ora o mai più.

Jean guarda negli occhi i compagni morti e si sofferma in particolare su Marco, che gli sorride, e trova anche lui il coraggio di pronunciare le stesse parole di Hanji: “io faccio ancora parte del Corpo di Ricerca”. Dicendolo il suo destino è segnato.

Ritorniamo adesso al presente, dove i due schieramenti stanno discutendo attorno ad un fuoco nella foresta. Com’era prevedibile i toni sono tutt’altro che calmi e Magath e Jean sono i primi a discutere, accusandosi a vicenda di aver dato inizio a tutto questo. Non c’è una posizione sbagliata da questo punto di vista e attribuire la colpa solo a chi ha lanciato la prima pietra è un errore: la violenza è sempre un errore e genera continue reazioni a catena, perciò è inutile cercare di capire di chi sia la colpa. D’altra parte è ancora più inutile farlo visto che si tratta di eventi avvenuti più di 2000 anni fa, questo è ciò che dice Hanji, calmando temporaneamente le acque.

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Il litigio più grande è quello che avviene tra Mikasa ed Annie e per cui le due ragazze stavano addirittura per iniziare uno scontro. Annie chiede se siano pronti ad uccidere Eren per fermarlo a Mikasa risponde che non ce ne sarà bisogno, che lo fermeranno senza ucciderlo. A queste parole Annie conclude che non sono disposto a sacrificare il loro amico per la pace, pertanto quando arriverà il momento sicuramente combatteranno per decidere cosa fare di lui.

Mikasa mostra ancora una volta quanto il suo attaccamento ad Eren sia eccessivo: è innegabile che lui sia importante, ma metterlo al primo posto rispetto al destino del mondo è folle tanto quanto il genocidio, soprattutto perché così come Mikasa vuole proteggere la persona per lui più preziosa anche Annie vuole fare lo stesso, riferendosi implicitamente a suo padre. Le due alla fine concludono che non si combatteranno ora ma che, se il problema dovesse ripresentarsi, probabilmente saranno costrette a combattere.

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Dopo aver mangiato Magath ed Hanji si confrontano su cosa fare: decidono di prendere l’elicottero al porto costruito grazie all’aiuto degli Azumabito, tuttavia prima di farlo hanno bisogno di localizzare la posizione di Eren in mezzo alla Marcia, altrimenti finiranno il carburante inutilmente e non riusciranno a concludere proprio nulla. Yelena, che si trova con loro, viene chiamata in causa come persona che potrebbe conoscere la meta di Eren e scopriamo durante questo breve intermezzo che la donna è in realtà una Marleyana che ha mentito sulla sua storia perché voleva ricoprire il ruolo di colei che avrebbe salvato il mondo assieme a Zeke.

Yelena per mettere ulteriore zizzania all’interno del gruppo sottolinea come entrambe le parti abbiano compiuto delle atrocità e infine chiama in causa proprio la morte di Marco. Reiner racconta per filo e per segno i modi con cui Marco è stato lasciato a morire e infine, su richiesta di Jean, dice quali sono state le sue ultime parole:

“Non abbiamo ancora avuto il tempo di parlarne.”

Questa scena apparentemente inutile è una delle più significative della puntata e de L’Attacco dei Giganti in generale. Marco, così come Hanji o Armin, metteva il dialogo e la razionalità davanti a qualsiasi altra cosa e credeva sinceramente che parlando qualsiasi situazione potesse essere risolta senza essere costretti a ricorrere alla violenza. Hanji, quasi a completare la frase di Marco, dice che adesso stanno facendo tutti proprio come lui avrebbe voluto: sono seduti attorno ad un fuoco a confrontarsi e parlarne nonostante fino al giorno prima fossero nemici. È straordinario, sembra quasi un miracolo ed è dovuto solamente al desiderio di una manciata di persone di fermare un massacro.

Reiner, però, chiede scusa per la morte di Marco e questa per Jean è la goccia che fa traboccare il vaso: il ragazzo si lancia contro il Gigante Corazzato e inizia a prenderlo a pugno. Gabi si mette in mezzo e si inginocchia, mostrando ancora una volta quanto sia maturata nel giro di pochissimi episodi e quanto sia sinceramente pentita di tutti i pregiudizi che aveva sempre avuto nei confronti degli abitanti dell’isola.

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Chiede scusa, sa che la colpa è in parte loro e di tutto ciò che hanno fatto fino a quel momento, ma adesso sono lì tutti insieme e lei sta chiedendo in ginocchio di aiutarli a fermare la Marcia per evitare che altre persone (tra cui loro) debbano perdere i loro cari. La carica emotiva di questa scena, così come di tutto l’episodio, è altissima ed è aumentata ulteriormente dall’incredibile lavoro di tutti i doppiatori coinvolti, dai ragazzini ai più grandi.

La mattina dopo Jean dichiara la sua intenzione di aiutarli e collaborare. La falsa tranquillità della mattina viene interrotta da una notizia comunicata da Pieck: gli Yeageristi, guidati da Floch, hanno preso il porto. E questo significa che per conquistarlo e partire alla volta del Fondatore sarà necessaria un’altra efferata battaglia.

I nostri commenti ai precedenti episodi della Final Season de L’Attacco dei Giganti

Vi ricordiamo che gli episodi della Final Season de L’Attacco dei Giganti sono disponibili su Crunchyroll ogni Domenica alle 21:45 per gli utenti Premium.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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