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Edge Of Eternity

Edge of Eternity, recensione – Il JRPG occidentale con troppo cuore

Il mondo dei JRPG è estremamente vasto. Dalla fine degli anni Ottanta a oggi il Giappone ha sfornato una mole impressionante di titoli e serie RPG, le quali grazie a certi elementi ricorrenti e determinate caratteristiche peculiari si sono nel tempo differenziate rispetto alla controparte occidentale.

Nonostante ciò è capitato nel corso degli anni di vedere team occidentali cimentarsi nella realizzazione di avventure RPG più vicine alle caratteristiche giapponesi che a quelle delle nostre parti. E proprio questa è la strada intrapresa dal piccolo studio francese Midgar Games. Un team di appena tredici elementi che ha dato vita al suo Edge of Eternity, un JRPG in piena regola che cerca di prendere a piene mani dai grandi successi del genere.

Edge of Eternity è nato grazie a una campagna Kickstarter, che ha permesso al titolo di arrivare in early acces su Steam e di far espandere il team originale di quattro elementi. Dopo l’uscita su PC quindi, è arrivato finalmente il momenti di vedere come si comporta su console questo titolo, che arriverà il 10 febbraio su console Sony e Microsoft e a fine mese su Switch in versione Cloud.
Noi abbiamo potuto provare il titolo nella sua versione PS5. Vediamo dunque come si comporta Edge of Eternity. Iniziamo!

Medioevo alieno

La storia di Edge of Eternity prende luogo in un mondo che unisce lo sci-fi al tipico medioevo fantasy. In un unione che ricorda quanto visto in titoli come Star Ocean, al giocatore viene presentata una razza aliena che giunta sulla terra, dopo aver inizialmente aiutato a progredire la popolazione, la attacca riducendola quasi all’estinzione.
Dopo l’impatto iniziale di questo attacco inspiegabile, le forze rimanenti dell’umanità si alleano riuscendo a offrire un’insperata controffensiva. Sfortunatamente però, gli alieni hanno ancora nella manica loro arma più potente: la Corrosione. Una malattia estremamente debilitante che devasta il corpo e la mente di chi la contrae, portandolo alla morte.

Dopo questo apocalittico prologo, facciamo la conoscenza di Daryon, il protagonista della nostra avventura. E sin da subito ci risulta chiara la dissonanza tra le due anime del mondo di gioco. Da una parte abbiamo il nostro protagonista armato di uno spadone a due mani, dall’altra le macchine robotiche che deve affrontare.
Progredendo nella storia faremo quindi la conoscenza della sorella di Daryon, Selene, e di altri interessanti personaggi che ci accompagneranno nella nostra missione per debellare la Corrosione. Questo anche grazie ai dialoghi che potremo ascoltare ogni qual volta ci fermeremo a riposare in una taverna.

Nel complesso abbiamo apprezzato la narrazione di Edge of Eternity. Seppur non brilli di originalità, il ritmo è ottimo e quasi mai pesante per il giocatore, cosa che in un gioco che arriva alle 50-60 ore per essere completato è forse anche più importante.
I dialoghi sono ben scritti e quasi mai troppo prolissi, supportati anche da un doppiaggio sia inglese che giapponese di buon livello. Segnaliamo che la lingua italiana è totalmente assente, anche per quanto riguarda i testi di gioco.

Un gioco troppo vasto

edge of eternity combattimento 1
Una fase di combattimento del prologo

Passiamo ora a parlare dell’anima ludica di Edge of Eternity. Le possibilità che ci offre il gameplay del titolo sono varie, spaziando da meccaniche quali il crafting, i puzzle ambientali e la gestione dell’equipaggiamento. Tante possibilità date in mano al giocatore, che alla fine dei conti sono anche troppe. Infatti, la sensazione è che il team di sviluppo abbia voluto mettere troppa carne sul fuoco, offrendo tanti contenuti ma riuscendo a rifinirne a fondo solo una parte.

Vogliamo essere chiari. Riteniamo che il team di Midgar Games sia estremamente talentuoso e che con Edge of Eternity abbia sfornato un piccolo miracolo viste le risorse a disposizione. Il problema è che nonostante il talento, in diversi elementi di gioco si sente come se mancasse la rifinitira necessaria. Andiamo per gradi.

A livello di combat system, il team ha pescato dai classici degli anni novanta, offrendo un sistema ATB (Active Time Battle) che funziona e riesce a divertire. Il gioco non è però solamente a turni, inserendo una componente strategica grazie a una griglia di esagoni all’interno della quale il giocatore e i nemici si muoveranno.
Sul piano delle azioni disponibili il gioco è molto classico, basando il suo combat system su attacchi normali e abilità/magie le quali ci richiederanno un’oculata gestione del mana. Da questo punto di vista segnaliamo l’ottimo lavoro fatto nella gestione dei comandi sul pad console, che risulta comodo ed efficace.

Ad aggiungere un ulteriore livello di sfida ci pensano gli obiettivi casuali che avremo in ogni battaglia utili ad ottenere ricompense aggiuntive. Cose come “uccidere due nemici con un attacco” o “fare un attacco da dietro”. O ancora, nella mappa saranno presenti vari elementi che potranno influenzare gli scontri. Se ad esempio ingaggeremo uno scontro vicino a certe pietre colorate, queste avranno la funzione di curarci durante lo scontro se vi saremo vicini. Infine, gli scontri non inizieranno con incontri casuali, ma i nemici saranno ben visibili sulla mappa di gioco durante l’esplorazione.

Le criticità dal punto di vista degli scontri si presentano per quanto riguarda il lato strategico. Infatti, troppo spesso ci siamo ritrovati a giocare il gioco come un gioco a turni statico, senza muovere le nostre pedine. Questo è stato dovuto principalmente alle dimensioni molto ridotte della griglia di gioco. Avremmo voluto dover sfruttare molto di più il posizionamento dei nostri eroi, cosa che avrebbe donato maggiore profondità al combat system. Inoltre, gli obiettivi sopra citati non sempre sono risultati realizzabili, scoprendo il fianco a una generazione casuale non sempre perfetta.
Infine, il fatto che alla fine di ogni battaglia si rigenerassero punti vita e mana dei nostri personaggi ha reso l’esplorazione priva di quella cautela che solitamente contraddistingue il genere.

edge of eternity esplorazione

Al di fuori del combattimento avremo accesso a un’esplorazione molto lineare. Le mappe sono infatti sviluppate in modo molto lineare, dato che il nostro protagonista non avrà nemmeno la possibilità di saltare. Per cercare di rendere meno monotona e tediosa la fase esplorativa, gli sviluppatori hanno tentato d’inserire diversi elementi. Missione riuscita solo in parte.
Oltre alle risorse e gli scrigni utili per il crafting, durante l’esplorazione potremo imbatterci in puzzle ambientali, i quali ci richiederanno di muovere i nostri personaggi su piattaforme per risolvere enigmi e aprire passaggi. Un elemento utile a spezzare la monotonia ma non sufficiente.

Più interessanti tutte le opzioni utili alla progressione dei nostri personaggi. Il gioco mette a nostra disposizione una meccanica di crafting, che ci permetterà di realizzare equipaggiamenti e pozioni tramite i materiali raccolti.
L’elemento più interessante è però quello relativo alle armi. Infatti, ogni arma equipaggiata livellerà in modo indipendente dal personaggio, cosa che renderà l’arma più potente.
Ma il vero sistema di potenziamento è legato alle gemme. Queste saranno ottenibili come drop, premi o trovandole e ci permetteranno di ottenere bonus statistici, resistenze e persino nuove abilità. Anche le gemme saranno lavorabili tramite un banco di lavoro apposito, che ci permetterà di unirne le proprietà per creare un unica gemma molto più potente.

Per quanto riguarda la parte relativa le missioni, parliamo quasi esclusivamente di fetch quest. Nelle bacheche troveremo quest che non andranno oltre l’uccidere una certa quantità di mostri o raccogliere oggetti. Più interessanti quelle che potremo ricevere dagli NPC.
Per quanto riguarda le città vi avvertiamo che l’esplorazione sarà molto limitata, dato che non sarà possibile entrare in alcun edificio.

Un vero mondo fantasy realizzato con cura

edge of eternity forest

Concludiamo la nostra scoperta di Edge of Eternity andando a parlare del comparto tecnico e artistico dell’opera. Partendo dal primo. Volendo essere chiari sin da subito, alcuni elementi tecnici del titolo sarebbero da considerarsi inaccettabili per una produzione di grandi o medie dimensioni. Il gioco seppur non in modo drastico non è fluidissimo nella sua versione PS5 (anche selezionando la modalità performance nelle impostazioni), alcune texture hanno una qualità visiva abbastanza bassa e non manco asset riutilizzati o gestione dell’illuminazione a volte davvero pessima, soprattutto in aree molto luminose come una zona innevata.
Non possiamo però dimenticare quanto ci siamo detti all’inizio: Midgar Games è uno studio composto da appena tredici persone. E vedendo cosa hanno realizzato non possiamo che dirci incredibilmente sorpresi dal loro talento.

Se da un lato abbiamo i personaggi protagonisti che risultano essere di qualità decisamente rivedibile, dall’altra abbiamo ambienti realizzati con grande cura e che a livello di dettaglio riescono a raggiungere un risultato rispettabile, dimostrando le potenzialità di Unity anche quando si parla di 3D.
E il fatto che a livello tecnico si sia riusciti a ottenere un risultato valido in quasi ogni occasione, rende giustizia alla direzione artistica del titolo. Seppur in molte cose derivativa da altri immaginari videoludici o non, abbiamo trovato esteticamente bellissime alcune aree di gioco, capaci d’immergerci pienamente nel mondo fantasy di Edge of Eternity. Da sottolineare anche l’eccellente varietà di ambientazioni, che grazie alla natura del mondo di gioco ci farà spaziare da città mediavali ad avamposti in stile futuristico.
Infine nota di merito per l’ottima colonna sonora, affidata a Cedric Menendez e a un maestro d’eccezione. Per questo compito è stato infatti scelto anche il compositore Yasunori Mitsuda, noto al grande pubblico per aver lavorato a titoli come Chrono Trigger e i due Xenoblade Chronicles.

Conclusioni

In definitiva Edge of Eternity è un titolo che ci ha convinti solamente in parte. Se da un lato ammiriamo il lavoro svolto dal piccolo e talentuoso team di sviluppo, dall’altro il gioco non riesce a spiccare e distinguersi nel mare sconfinato dei JRPG.
Seppur a livello di gameplay il titolo sia studiato molto bene, non riesce ad avere quel mordente necessario per catturare completamente il giocatore. Ciò che ci viene inevitabile chiederci è: perché un giocatore dovrebbe scegliere questo titolo rispetto ad altri JRPG disponibili?
Vogliamo chiudere dicendo che il pregio più grande di questo titolo è l’essere realizzato con grande cuore da chi il genere lo ama e lo conosce molto bene. Se siete giocatori navigati dei JRPG e nel corso degli anni avete vissuto tante avventure, potreste trovare in Edge of Eternity un prodotto imperfetto ma capace di donarvi delle ore di divertimento.

edge of eternity cover

Edge of Eternity

Voto - 7

7

VOTO

Edge of Eternity è un JRPG occidentale sviluppato da Midgar Games, in arrivo su PS5, Xbox e Switch (in cloud) dopo l'approdo su PC

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Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

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