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My Dress-up Darling, oltre le curve di Marin

Come se la fatale combinazione domenicale composta da Demon Slayer&L’Attacco dei Giganti non fosse già ampiamente sufficiente, l’internet ha recentemente trovato un ulteriore bersaglio verso cui indirizzare la propria esuberanza stagionale: My Dress-up Darling. La serie animata di Cloverworks basata sull’omonimo manga di Shin’ichi Fukuda è riuscita già dal suo primissimo episodio a ritagliarsi uno spazio inaspettatamente ampio all’interno della community – il che, considerando la sua distanza da ciò che tende ad essere comunemente mainstream in occidente, è un qualcosa di molto positivo.

La ragione dietro questo gradevole impulso è ormai nota anche a chi l’ha subito indirettamente, in quanto basta aprire anche solo di sfuggita un qualsiasi social network a scelta per ritrovarsi di fronte ad una quantità decisamente considerevole di illustrazioni e cosplay inerenti la serie, tutti incentrati su di un solo soggetto. Qualora, invece, foste appena tornati da una gita su Namecc, allora vi basterà sapere che tutto risiede nell’impatto positivo che la protagonista, Marin Kitagawa, ha avuto sul pubblico.

E con “impatto positivo”, com’è possibile immaginare, non si intende il fascino generato dalla sua personalità, ergo il suo carattere solare e diretto, oppure la straripante passione con cui parla dei suoi interessi nerd con chiunque. Piuttosto, ad intercettare il gusto dei fan è stato un altro elemento altrettanto evidente del personaggio: il corpo, con tutte le sue rotondità.

Marin Kitagawa My Dress-Up-Darling

Lungi dalle intenzioni di questo articolo, sia chiaro, lamentarsi di dinamiche del web perfettamente consolidate e diffuse; dinamiche che, non neghiamolo, è l’opera stessa a tentare di fomentare. D’altronde la cura e la minuzia riposta nelle animazioni con cui lo staff della serie sta presentando questo racconto al grande pubblico non è altro che un tentativo di utilizzare gli strumenti unici del medium per calcare la mano su di una intenzione già platealmente presente nell’opera originale. Porre l’accento sulla componente erotica del suo personaggio di punta è uno degli obiettivi principali di My Dress-up Darling, dunque non dovremmo stupirci di star raccogliendo i frutti dell’eccellente lavoro svolto dall’adattamento animato.

Eppure, è come se questo clima di euforia generale alimentato da timeline su timeline piene zeppe d’immagini della protagonista in costume da bagno o in divisa scolastica inducesse a pensare che idolatrare le fattezze di Marin sia l’unico e solo modo di intavolare una discussione interessante sulla serie. In questo senso lo sforzo compiuto dall’adattamento animato nel dare risalto all’erotismo costituisce senz’altro un arma a doppio taglio, ma complice è anche la sufficienza con cui il pubblico ne affronta la visione. Questo perché in My Dress-up Darling l’erotismo non è banalmente fine a se stesso, ma ricopre una precisa funzione narrativa ed è un veicolo attraverso il quale parlare di un qualcosa di più grande e profondo. 

Molteplici sono le tematiche su cui vale la pena discutere che emergono dalla visione di questi primi episodi della serie. Ecco alcune delle più interessanti.

Gojo: tra mascolinità tossica ed emarginazione

My Dress-Up Darling Gojo

È chiaro a tutti che il protagonista Wakana Gojo sia tutto fuorché un uomo fiducioso in se stesso. Ma, più che questo tratto distintivo già ampiamente esplorato altrove, ad essere interessante è la ragione dietro questa sua insicurezza. Gojo è segnato da un evento traumatizzante che l’ha profondamente scosso durante l’infanzia; da delle parole che continuano incessantemente a perseguitarlo: i veri uomini non possono apprezzare né giocare con le bambole. Dietro questa affermazione di apparente “senso comune” si celano in realtà una serie di supposizioni e presupposti che contribuiscono in maniera decisamente rilevante a rendere la vita degli uomini molto più difficile.

Questa visione dell’uomo duro, bruto, con una barba di tre metri e assolutamente incapace di piangere per qualsivoglia ragione corrisponde ad un’idea di mascolinità tossica che finisce col mettere a dura prova la psiche di tantissime persone. Esisterebbe, dunque, un insieme di aspettative riposte verso le persone basate esclusivamente sul proprio sesso biologico secondo le quali quest’ultimo dovrebbe in qualche modo determinare i propri futuri interessi, includendone alcuni ed escludendone altri. Il vero uomo è ovviamente ed orgogliosamente eterosessuale, deve disprezzare chi non lo è e non può che essere interessato ad altro che allo sport, alle “belle donne” o alle belle macchine. Il vero uomo si incontra nella sua mirabolante tana con altri veri uomini, e con essi discute di interessi da veri uomini come soltanto un vero uomo saprebbe fare, a suon di insulti, zuffe e “uga uga!”.

My Dress-Up Darling Gojo

Gojo deve quindi scontrarsi con una visione del mondo tanto profondamente radicata quanto ingiustificabile, e lo deve fare soprattutto ad un’età in cui non è chiaramente in grado di coglierne le fragili fondamenta e le implicazioni. Il risultato lo abbiamo visto tutti. Il nostro protagonista non è soltanto un po’ imbranato e/o eccessivamente timido. Gojo si vergogna di se stesso, dei suoi interessi, delle sue passioni e dei suoi talenti, e la ragione è che tutti questi non sono né da veri uomini in primis, né da “persone comuni” in secundis. Trovarsi al di fuori della comunità tribale dei veri uomini può senza dubbio essere spaventoso; trovarsi al di fuori di quella delle “persone comuni”, forse, lo è ancora di più.

La passione di Gojo, d’altronde, è veramente molto specifica, e il fatto che sin da ragazzino il suo mondo sia stato essenzialmente il negozio di suo nonno non ha certo aiutato. Le bambole e tutta la meravigliosa arte che il suo ultimo famigliare ha costruito attorno ad esse rappresentano certamente un appiglio da cui è fondamentalmente impossibile separarsi, anche alla luce del vuoto lasciato dalla tragica morte dei suoi genitori. Eppure il mondo è bello perché è vario. Certi interessi, anche meno comuni, sono sicuramente condivisi da altre persone, e queste spesso possono persino essere molto diverse da come appaiono agli occhi degli altri.

Marin, oltre le apparenze

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A scuotere il nostro buon Gojo dal suo reame di isolamento è una ragazza che condivide i suoi stessi interessi, ma che a differenza sua si fa ben pochi problemi nel condividerli con gli altri. La naturalezza e la semplicità con cui Marin riesce laddove Gojo fallisce è innegabilmente spiazzante, e lo diventa ancora di più se pensiamo a tutto il contesto in cui la ragazzina è inserita. Marin è la ragazza più popolare della scuola, e questa semplice costatazione implica tutta una serie di dinamiche che in linea teorica dovrebbero tenerla distante anni luce da una persona come Gojo. La stessa serie, in effetti, lo sottolinea nella sua introduzione. Essere popolari, evidentemente, vuol dire avere interessi e passioni comuni di cui discutere, vuol dire avere fiducia in se stessi e ritenere “strano” chi è minimamente diverso, no?
I pregiudizi riguardo l’aspetto da gal del personaggio, inoltre, non aiutano di certo. Che sia corretta o meno come interpretazione, l’eccessiva attenzione riposta nella cura del proprio look riflette delle priorità che possono indurre gli altri a costruirsi un’immagine molto specifica della sua persona.

Ma questa immagine rimane tale, ed è affascinante notare come dietro entrambe queste facciate – quella della superficiale ragazza popolare e dello sfigato – si nascondano in realtà delle persone vere i cui mondi sono ben più sfaccettati e compatibili di quanto non si possa credere inizialmente. Forse tutti questi preconcetti, tutte queste supposizioni e aspettative infondate che da un lato e dall’altro condizionano la vita sociale delle persone possono essere superati.

L’erotismo e la crescita

L’unione tra la reclusione in un negozio di bambole, la scarsa vita sociale e la timidezza forma senza dubbio alcuno un repellente molto efficace contro la vita amorosa, ma non è che dall’altro lato la situazione sia perfetta. Essere particolarmente attraenti o popolari può effettivamente entrare in conflitto con una ricerca sobria e genuina dell’amore per tante ragioni diverse, e a testimoniarlo troviamo la scena del disastroso approccio alla gal da parte del belloccio di turno, che rappresenta un chiaro esempio di quanto sia facile far andare tutto storto. 

My Dress-Up Darling

In fin dei conti Marin e Gojo sono soltanto due adolescenti, e per quanto la prima possa avere qualche esperienza in più o comunque più familiarità con certe dinamiche relazionali rispetto al secondo, per entrambi l’erotismo, e in generale la componente sessuale, è comunque un elemento da approfondire lungo il percorso che li porterà nel mondo degli adulti. L’aspetto più piccante di questo racconto, come già sottolineato in precedenza, è certamente un modo neanche troppo velato di strizzare l’occhio al proprio target, ma allo stesso tempo risulta essere molto ben inserito all’interno del contesto narrativo.

L’imbarazzo che Gojo prova nel dover prendere le misure di Marin è perfettamente giustificato, e dietro di esso si cela l’enorme scoglio rappresentato dalla scoperta di certi stimoli ed impulsi perfettamente naturali che però vengono percepiti come impuri. Gojo sta scoprendo che cos’è l’attrazione fisica e la libido: quello che in tanti non faticherebbero molto a scambiare come una classica scena dell’ecchi di turno è in realtà un’importante momento di crescita per il personaggio, e anche dall’altro lato il discorso è certamente analogo.

My Dress-Up Darling marin

Per quanto Marin possa sembrare decisamente a suo agio nel trovarsi sola e in costume da bagno nella casa di un estraneo, la verità è che ci sono comunque dei limiti oltre i quali quella facciata finisce inevitabilmente per cadere. Marin non è priva di pudore né tanto meno disconosce il valore del suo corpo, e al contempo dimostra con i suoi interessi nerd una ragionevole curiosità nei confronti della sfera sessuale, anche nelle sue articolazioni più particolari. L’indossare le vesti del personaggio di un eroge ed immedesimarsi in esso è anch’essa una scoperta; un tentativo di sperimentare e avvicinarsi a ciò che le è ignoto.

My Dress-up Darling è disponibile in streaming legale su Crunchyroll. La versione cartacea è reperibile in Italia grazie all’editore J-POP.

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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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