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Giappone, pompiere gamer nei guai a causa del suo canale YouTube

Il Giappone è certamente uno dei luoghi più rilevanti in ambito di videogiochi, e tale importanza è stata dimostrata in passato anche da l’ex primo ministro Shinzo Abe all’annuncio delle Olimpiadi di Tokyo, presentandosi agli spettatori indossando il costume dell’iconico personaggio Mario. Con l’avanzare degli anni è aumentata anche l’apertura mentale verso il media, e adesso la passione per i videogiochi va a estendersi anche verso alcune parti importanti della società.

Molte di queste persone tendono a fruire dei videogiochi durante il loro tempo libero, e mentre alcuni tendono a tenere riservate le proprie passioni, altri decidono di esporle direttamente agli occhi del pubblico. Tuttavia, rivelare la propria identità da gamer potrebbe non essere sempre una buona idea, soprattutto nel caso si viva in un luogo costituito da una visione molto rigida riguardo i comportamenti da seguire.

Ed è proprio in Giappone che un pompiere di 33 anni ha imparato questo triste aspetto della società, in un modo alquanto sfortunato. Mesi fa, egli avrebbe creato il proprio canale YouTube, nel quale portava alcuni stream e video dove poter sfoggiare la sua anima da gamer; fin qui nulla di problematico, almeno fino a quando non ha iniziato a guadagnare attraverso le pubblicità, finendo con il vedersi tagliato una parte dello stipendio.

giappone pompieri

Il ruolo di un vigile del fuoco in Giappone

Per spiegare in modo più dettagliato come mai questo pompiere gamer abbia dovuto sorbirsi un fato del genere, bisogna dare uno sguardo a che tipo di visione si ha riguardo il ruolo che egli investe: si tratta di un lavoro difficile ed eroico, che merita il dovuto rispetto, ma che in Giappone richiede di adibire a delle strette regole etiche. Per fare un esempio, fino al 2018 non era permesso ai pompieri di Kimetsu, nella prefettura di Chiba, di prendere il caffè indossando l’uniforme.

E nonostante egli non si trovasse al lavoro, forse avrebbe comunque dovuto mantenere alta la guardia. Ad ottobre, una soffiata anonima al dipartimento dei vigili del fuoco di Wakayama è andata a svelare il “secondo lavoro” da gamer e streamer svolto dal pompiere, e così è subito partita un’investigazione. Da essa, si è scoperto che sul suo canale YouTube di 15mila iscritti erano presenti 314 video, pubblicati tra dicembre 2020 e ottobre 2021, insieme a diversi livestream.

Poiché in essi risultava possibile solo udirne la voce, è stato necessario esaminare ogni video per scoprire la reale identità del proprietario del canale. Inoltre, sembra che il pompiere se la cavasse piuttosto bene con i videogiochi, avendo ottenuto più di due milioni di visualizzazioni. E come se non bastasse, con la monetizzazione avrebbe anche guadagnato circa 10mila dollari, che equivarrebbero a 1.15 milioni di yen in Giappone.

Alla fine, il pompiere si è dovuto scusare pubblicamente dell’accaduto, ricevendo un taglio del 10% del suo salario mensile, poiché egli avrebbe violato una delle politiche che non permetterebbe ai funzionari pubblici in Giappone di avere un lavoro secondario. Inoltre, un altro problema dietro i guadagni attraverso le pubblicità deriverebbe dal fatto che esse potessero riportare contenuti poco appropriati per un impiegato dello Stato.

Secondo uno degli ufficiali, il comportamento dell’uomo avrebbe “tradito la fiducia dei residenti di Wakayama”. Diverse persone che hanno letto della notizia sono però insorte a sostegno del pompiere gamer, ritenendo come questa sia una regola ormai piuttosto datata per i tempi attuali.

Non è la prima volta che si scopre come la passione per i videogiochi possa danneggiare dei lavoratori pubblici. Credete che il pompiere dovrebbe continuare a fare video su YouTube? Diteci la vostra opinione in un commento.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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