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Inuyasha Perfect Edition, alla riscoperta di un capolavoro

Oggigiorno è difficile immaginare un’epoca in cui i contenuti non erano disponibili con un solo click sul proprio smartphone o PC, eppure un periodo del genere è esistito; forse è difficile ricordarlo anche per chi gli anni li ha vissuti in prima persona. Chi parla della fine degli anni ’90 e dell’inizio del nuovo millennio lo fa con una nostalgia talvolta così supponente che diventa quasi irritante, però è impossibile negare che il non avere tutto a portata di mano ci faceva godere di più delle cose, anche di quelle che non ci piacevano nemmeno.

E quante serate abbiam passato sulla cara vecchia MTV, che in tanti ricordiamo non solo per la musica ma soprattutto per gli anime. MTV era quella strana emittente che si faceva carico di portare la “roba buona” e di qualità: se nel 2000 volevi fare il radical chic, allora dovevi guardare MTV e i suoi programmi.

Forse era anche perché si era in qualche modo costretti a mangiare la minestra che ci passavano, ma praticamente tutti ci siam scontrati almeno una volta con Inuyasha, che –insieme a Ranma ½ – era uno di quei cartoni passati in continuazione praticamente a tutti gli orari sull’emittente statunitense.

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Rumiko Takahashi, autrice delle opere sopra menzionate, con le sue storie non ha solo segnato una generazione, ma ha anche scritto e creato la strada per quello che oggi è lo shonen moderno. E Inuyasha ne è la dimostrazione: scopriamo perché.

La trama di Inuyasha

Andando a leggere la data d’uscita di Inuyasha non si può che rimanere stupiti: la sensei Rumiko Takahashi ha inizio l’opera nel lontano 1996, ben 25 anni fa, per completarla nel 2008. 25 anni che sono portati in maniera a dir poco eccellente. E di opere iniziate in quegli anni, alcune delle quali continuano ancora oggi, che si portano dietro il peso di un quarto di secoli così splendidamente, non ce ne sono molte, forse nessuna.

E la storia è in realtà molto semplice. Durante l’epoca Sengoku (1467-1615), un mezzodemone dal nome Inuyasha viene sconfitto e fatto addormentare da Kikyo, che per salvare il mondo si fa bruciare insieme alla Sfera Delle Quattro Anime. Qualche anno dopo, un’adolescente di Tokyo di nome Kagome si imbatterà in un pozzo che, per sbaglio, la riporterà indietro nel tempo, proprio da Inuyasha.

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Per salvare se stessa e il villaggio da un mostro, Kagome sarà costretta a spezzare l’incantesimo che placava il mezzodemone e tra una disavventura e l’altra, la Sfera delle Quattro Anime andrà distrutta in decine, centinaia di frammenti. Kagome, che si scoprirà essere la reincarnazione di Kikyo, e Inuyasha dovranno mettere da parte le loro diffidenze (in fondo l’antenata di Kagome aveva sacrificato se stessa pur di imprigionare Inuyasha) e cercarne tutti i pezzi per impedire che altri demoni possano ritrovarli e usarli per aumentare i loro poteri, portando malvagità e distruzione nel mondo.

Uno shonen che ha fatto la storia

Ah be’, tutto qui? Sì, ma no. Perché quella storia, così assurdamente scontata, soprattutto se letta oggi, non è che un banalissimo pretesto per un viaggio in esplorazione non solo di un mondo, ma anche – e soprattutto – dei personaggi che lo abitano e di cui seguiremo le loro avventure. Perché in poco meno di un volume, Rumiko Takahashi riesce a realizzare un’intesa, un legame così profondo tra i due protagonisti che ci faranno tenere incollati gli occhi sulle pagine alla ricerca di quei momenti in cui saranno anche loro stessi a capire quanta sintonia ci sia tra di loro.

Giochi di sguardi, gesti e parole, la ricerca di una parola per avere la dimostrazione di un sentimento che in fondo in fondo si sa che è ricambiato, da entrambe le parti: Inuyasha è questo.

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Ma non solo. La direzione artistica e i combattimenti tengono testa a tutti i battle shonen che abbiamo sempre visto, e leggere oggi Inuyasha non può non farci pensare a come abbia battuto la strada per i Demon Slayer, My Hero Academia o Jujutsu Kaisen di turno.

Il marchio indistinguibile poi di Rumiko Takahashi è presente fin già dalle prime battute, con una dinamicità delle tavole prorompente e splash page davanti alle quali rimarremo incantati. I momenti comici e i dialoghi frizzanti e pungenti non mancheranno, ma l’umorismo così spontaneo e attuale, unito a dei personaggi altrettanto naturali e umani, impreziosisce il quadro, rendendo l’opera un Battle Shonen non solo con la B, ma anche con la S maiuscola: incredibile sotto tutti i punti di vista.

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A frenare l’entusiasmo c’è solo l’incredibile lunghezza dell’opera: 56 volumi originali, trasformati in 30 nell’edizione “perfect”, proposta da Star Comics. Una serie dunque lunga, che potrebbe stancare e scadere subito nel fare e rifare, vedere e rivedere sempre le solite cose e i soliti combattimenti con nemici più o meno originali; la serie, come le altre opere dell’autrice, si basa poi sulla quasi impossibilità dei due protagonisti di dichiarare i propri sentimenti e il continuare a girare intorno a quella situazione per più di 30 volumi potrebbe mettere a dura prova un lettore più risolutivo.

Ma c’è poco da fare: Inuyasha si riconferma un caposaldo della narrativa fumettistica giapponese e questa edizione ne è la dimostrazione. Star Comics ha anche aggiunto pagine finali con curiosità e interviste all’autrice Takahashi, che impreziosiscono l’opera, insieme ai soliti asterischi presenti in ogni pagina che spiegano il significato di alcune parole giapponesi e un formato bello da vedere e sfogliare.

Il primo volume della Perfect Edition di Inuyasha è ordinabile sul sito di Star Comics a soli 9,95€.

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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