Dr Commodore
LIVE
pokémon-diamante-perla-dialga-palkia

Pokémon Diamante e Pokémon Perla, cosa hanno significato per la serie

Ormai non manca più molto all’uscita su Nintendo Switch di Pokémon Diamante Splendente e Pokémon Perla Lucente. I remake dei giochi di quarta generazione sono stati uno dei desideri più grandi dei fan del mondo Pokémon per diversi anni. Potremmo dire che sono diventati il pallino dei giocatori (insieme all’approdo su Switch della serie) sin dall’uscita dei remake di terza nel 2014. Ben sette anni di attesa insomma. Un’attesa culminata in un annuncio che ha spiazzato un po’ tutti.

Perché a differenza del passato, questi remake non saranno realizzati nello stile dell’ultima generazione uscita, ma bensì andranno a riprendere uno stile molto simile agli originali. E cosa ancora più sorprendente, non saranno sviluppati da Game Freak, ma bensì dal team di ILCA. Tante cose che messe insieme hanno fatto storcere il naso a molti, carichi come detto da anni di aspettative attorno a questi titoli.

Ma oggi non vogliamo parlare nello specifico dei remake in arrivo, ma degli originali Pokémon Diamante e Perla. Vogliamo cercare di tornare indietro nel tempo e ricostruire insieme a voi ciò che questi titoli hanno significato per la serie. Come l’hanno evoluta e cosa hanno lasciato in eredità ai titoli successivi. Un piccolo viaggio attraverso quella che rimane ancora oggi una delle generazioni Pokémon più amate, in attesa di ributtarci nella regione di Sinnoh. Iniziamo.

Pokémon Diamante e Perla come genitori dei giochi moderni e del competitivo

All’epoca dell’uscita di Pokémon Diamante e Pokémon Perla la serie viveva un momento di stallo. Da un lato la fama e la diffusione del brand nel mondo era ancora eccellente, ma si era lontani dal “boom” assoluto avuto grazie ai giochi di seconda generazione e la messa in onda delle prime serie animate. Dall’altro lato, sul piano prettamente ludico, Game Freak aveva offerto un titolo che ancora oggi è considerato tra i migliori di sempre per la serie: Pokémon Smeraldo.

Il capitolo conclusivo della terza generazione ha concluso in modo eccellente una generazione importantissima. I capitoli ambientati ad Hoenn hanno portato nel brand meccaniche rimaste scolpite nella storia del brand, come le lotte in doppio o, ancora più importanti, le abilità, le nature e l’amatissimo Parco Lotta.
Alla luce di questi elementi pare chiaro come il compito di Game Freak con Diamante e Perla fosse delicato. Era necessario produrre dei titoli capaci di rispettare il livello dei più immediati predecessori, e rilanciare ancora di più la serie nell’immaginario collettivo.

Oggi possiamo dire che la missione riuscì in pieno. Diamante e Perla partirono dalle solide basi della terza generazione consolidandole ulteriormente. Vennero aggiunte al gioco quasi cinquanta nuove abilità, aumentando così varietà e usi strategici. Ma soprattutto, furono i primi giochi a introdurre lo “split” tra mosse fisiche e speciali. Quella che oggi è una meccanica normale per i titoli della serie all’epoca fu una rivoluzione incredibile.
Fino a quel momento ad essere speciali o fisiche non erano le mosse, bensì i tipi. Una mossa di tipo elettro, ad esempio, in terza generazione era sempre speciale. Ciò comportava uno squilibrio molto più netto tra tipi più forti di altri o Pokémon più forti di altri. Con lo “split” applicato alle singole mosse, invece, le differenze sono state assottigliate. Basti pensare a una creatura super amata come Gyarados. Il Pokémon Atroce vanta una statistica d’attacco fisico elevatissima, a fronte di una speciale modesta. Ciò portava il Pokémon ad essere molto meno prestante fino alla terza generazione, dove le mosse acquatiche erano speciali.

Ma il merito forse più grande di questi titoli è stata l’introduzione dell’online. Pokémon Diamante e Perla sono stati i primi giochi della serie a permettere scambi e lotte online. Gli allenatori non erano più “limitati” a interagire con gli amici, ma potevano comunicare con allenatori di tutto il mondo. Una vera e propria rivoluzione che a suo modo a dato vita a un lato molto importante del mondo Pokémon: il competitivo.

Le basi a livello di gameplay per questo lato delle lotte Pokémon erano state poste con la terza generazione. Introduzione di abilità e nature accompagnate da una rivisitazione al funzionamento di IV (Individual Values) e EV (Effort Values). Ma è con l’introduzione dello “split” delle mosse e, soprattutto, dell’online che il movimento ha preso definitivamente il via. L’online ha permesso alla serie di sublimare uno dei suoi obiettivi originali: l’aggregazione delle persone. Non più in grado di unire solo persone vicine, ma anche lontane chilometri. Un passo fondamentale per la serie.

Le origini del mondo Pokémon

Ma chiaramente solo questi elementi non sarebbero bastati a fare un grande gioco Pokémon. Ed ecco quindi che troviamo una delle regioni più amate di sempre, Sinnoh. Una regione amata sia per la sua estetica che per il suo level design, che ci ha regalato alcuni dei puzzle ambientali più difficili e intriganti della serie. A contribuire al suo fascino certamente ci ha pensato il Nintendo DS, che ha permesso al team di Game Freak di realizzare ambienti semi-3D, lasciando un mondo fatto di soli sprite.

Altro elemento di forza di questi giochi è stato il suo Pokédex. La quarta generazione ci ha regalato alcuni dei Pokémon più amati di sempre, a partire dal trio di starter e arrivando alla novità dei baby Pokémon, pre-evoluzioni di Pokémon passati.
Inoltre, Diamante e Perla hanno riportato alcune vecchie meccaniche dimenticate. Torna un vero e proprio ciclo giorno e notte basato sull’orario reale, ed eventi basati sui giorni della settimana, andando a riprendere la meccanica vista nei giochi di seconda generazione. E seppur nel ristretto ambito del Parco Concordia, venne rispolverata la meccanica dei Pokémon “a passeggio” di Giallo, poi riportata completamente nei remake di seconda generazione.

Ma ciò che forse più di ogni altra cosa ha reso immortali questi titoli, è l’approccio alla mitologia del mondo Pokémon avuto da Diamante e Perla. Dal punto di vista narrativo questi titoli sono fortemente legati alla mitologia della regione di Sinnoh e del mondo Pokémon in generale.
Veniamo posti davanti a Dialga e Palkia, Pokémon leggendari rappresentanti rispettivamente il tempo e lo spazio. Pokémon figli di Arceus, nient’altro che il Dio dei Pokémon, creatore di tutto.

Una base narrativa estremamente interessante, coadiuvata da un team malvagio credibile come il Team Galassia, con il memorabile Cyrus intento a voler creare una nuova realtà distruggendo quella attuale. Tutto questo sarà poi espanso ulteriormente in Pokémon Platino, con l’introduzione del Mondo Distorto e del suo padrone, Giratina.
Potremmo dire che da questo approccio così attento ai dettagli riguardanti il mondo di gioco, la serie abbia iniziato a cercare di creare un contesto più interessante ai suoi giochi. Diamante e Perla hanno ripreso uno stile visto con i giochi di seconda generazione e lo hanno ampliato ulteriormente.

Il prossimo 19 novembre sarà il giorno d’uscita di Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente, chiaramente in esclusiva Nintendo Switch. Dei titoli che permetteranno ai nuovi giocatori di scoprire per la prima volta la regione di Sinnoh, e agli allenatori veterani di tornare a viverla in un modo più moderno, ma senza distanziarsi troppo dai titoli originali. Non resta che attendere e vedere se saranno capaci di soddisfare tutti quanti.

E voi li attendete? Avete giocato i capitoli originali? O sarà l’occasione per farlo? Come sempre fatecelo sapere lasciando un vostro commento.

Articoli correlati

Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

Condividi