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Lost Judgment, la recensione

A meno di un anno dall’uscita in occidente di Yakuza: Like a Dragon, l’ormai iconica casa di sviluppo giapponese Ryu Ga Gotoku Studio ci riporta ancora una volta nelle strade di Kamurocho con Lost Judgment, diretto sequel di Judgment, l’acclamato spin off della serie principale con protagonista l’ex avvocato e ora detective privato Takayuki Yagami.

Se ormai è stato ufficializzato, dallo stesso general director della software house Toshihiro Nagoshi, che la serie Yakuza adotterà anche nei prossimi capitoli lo stesso stile di gioco della sua settima iterazione, ovvero un sistema di combattimento a turni tipico dei classici JRPG, Lost Judgment, come il suo predecessore, cerca di sovvertire alla mancanza del caro vecchio combattimento in stile Beat’em Up, strizzando l’occhio a quei fan di vecchia data che non hanno visto di buon grado il cambio di rotta scelto per Ichiban Kasuga in Yakuza: Like a Dragon.

Il gioco, in uscita il 24 settembre su sistemi PlayStation e Xbox, cerca di migliorare la già più che buona ricetta del primo capitolo, con novità più o meno di rilievo e un accurata rifinitura di certe meccaniche che non convinsero molto i giocatori al tempo. Vediamo dunque più nel dettaglio se Lost Judgment abbia le carte in regola per compiacere i puristi delle belle scazzottate e far uscire dall’ombra dei vari mostri sacri della serie, come Kazuma Kiryu e Goro Majima, il buon detective Yagami.

Un omicidio impossibile da compiere

La trama di Lost Judgment si apre con il ritrovamento, da parte dei vigili del fuoco, di un cadavere in avanzato stato di decomposizione in un complesso abbandonato di Ijincho, quartiere vivace di Yokohama. Nonostante la fatica da parte delle autorità per risalire all’identità del deceduto, un ex poliziotto dal passato torbido ed accusato di molestie, di nome Ehara, afferma di conoscerne le generalità. Si tratta di un ex studente del Liceo Seiryo che, anni prima, avrebbe a suo dire istigato il figlio a togliersi la vita. Il giocatore è chiaramente invogliato a correlare Ehara all’efferato delitto, peccato che lo stesso ex tutore della legge sia provvisto un alibi difficilmente scalfibile: l’uomo infatti è in carcere da più di due mesi e l’omicidio, secondo l’autopsia, si è consumato molto tempo dopo rispetto al suo arresto.

Caso vuole che lo studio Genda, lo stesso dove Yagami esercitava come avvocato, abbia raccolto l’incarico di difendere Ehara dalle accuse di molestie, tuttavia quando le controverse informazioni vengono a galla non possono far altro che chiedere al detective di indagare per loro. Yagami, dunque, si ritrova a scavare nel passato della vittima, tale Mikoshiba, e per farlo, inizierà dal Liceo Seiryo, che l’uomo ha frequentato prima come studente e poi come aspirante insegnante.

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La storia del titolo, scritta interamente dallo stesso Nagoshi, ha bisogno del suo tempo per ingranare, ma quando lo fa regala al videogiocatore un vero e proprio dramma poliziesco a tinte Noir. Certo, siamo ormai abituati alle trame di qualità nei giochi di Ryu Ga Gotoku Studio, tuttavia in questo prodotto sono ravvisabili la maturità nel team e la voglia di osare, trattando temi scottanti (soprattutto in Giappone) come il bullismo, il suicidio giovanile e il rigido – e a tratti antiquato – sistema scolastico nazionale. Anche i nuovi personaggi introdotti sono tutti interessanti e ben caratterizzati. Siamo più che certi che gli amanti dei precedenti capitoli troveranno pane per i loro denti in questa nuova e avvincente avventura di Yagami e soci.

Due città ricche di attività e cose da fare

Come si evince dall’incipit di trama, la storia si alterna tra Kamurocho e Ijincho, consentendo al giocatore di esplorare liberamente ben due location, prima volta per lo spin off.

Entrambi i quartieri offrono al giocatore un numero non indifferente di attività collaterali, come da tradizione per la serie, in primis i cosiddetti Casi Secondari: sub-quest da scovare sia esplorando ogni anfratto delle due città che attraverso l’app dello smartphone di Yagami: CercaParole. Sono presenti ben più di 40 Casi Secondari e offrono al giocatore approfondimenti circa i vari comprimari, situazioni al limite dell’assurdo e investigazioni intriganti, mai banali.

Ad arricchire ulteriormente l’offerta sono presenti i classici mini-giochi come le gare con il drone, gli Arcade Sega dove al loro interno sono presenti diversi retrogame giocabili, lo Shogi e il Majhong, il golf e tanti altri. Tutte queste attività di contorno, oltre a intrattenere tra una missione e l’altra della trama principale permettono di guadagnare considerevoli punti esperienza spendibili nell’app Abilità, consentendo a Yagami di imparare nuove tecniche di combattimento e sbloccare diversi bonus passivi.

Una delle novità più importanti di Lost Judgment è il già citato Liceo Seiryo: questo, oltre ad essere un punto cardine per il fattore trama, è un vero e proprio centro nevralgico per attività inedite. Yagami si ritrova costretto ad infiltrarsi in incognito nella scuola e per farlo dovrà spacciarsi per membro del personale. Fatto ciò, ecco che il liceo permette di prendere parte a diversi sport e passatempi degli studenti, sotto forma di altri mini giochi: abbiamo la danza, il club di robotica, le corse in moto, lo skateboard (utilizzabile anche per spostarsi in città) e il pugilato. Queste attività, se portate avanti simultaneamente, permettono di sbloccare nuove sotto trame, aggiungendo sempre più ore di intrattenimento.

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Per questo – e non solo – non si può dire che Lost Judgment abbia una scarsa longevità. Ogni attività extra è difficilmente fine a se stessa e sprona il giocatore a scorrazzare in lungo e in largo per le città, a volte portando il giocatore a dimenticarsi della storia principale. Per completare il gioco al 100% serviranno, in ogni caso, ben più di 60 ore, mentre se desidera solamente gustarsi la trama, poco più di una ventina saranno sufficienti.

Tra indagini e risse di strada

Il sistema di combattimento di Lost Judgment è ovviamente uno dei punti forti dell’intera produzione: fluido e stratificato, semplice da imparare ma ostico da padroneggiare, soprattutto durante le boss fight. Il tempismo è la chiave di un buon combattimento grazie a schivate e parry mentre la concatenazione di determinati attacchi è cruciale per permettere di rompere le guardie più granitiche dei nemici.

Oltre ai già noti stili di combattimento, quello della Gru, veloce e dinamico, incentrato su attacchi ad area e consigliato per scontri affollati e quello della Tigre, lento ma decisamente di maggiore impatto, utile per i duelli, Yagami si può avvalere di una nuova arte marziale, riconducibile all’Aikido che nel gioco è chiamata Stile del Serpente.

Questo inedito stile è composto da prese e schivate “perfette” ed è decisamente più complicato da utilizzare rispetto agli altri due. Tuttavia, una volta compreso, permette di essere quasi “intoccabili” rendendolo una carta vincente in caso di difficoltà.

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Quando si assestano più colpi in sequenza la barra EX si caricherà. Questa permette di eseguire potenti e spettacolari Attacchi EX una volta soddisfatti determinati requisiti in combattimento. Inoltre la barra può essere consumata più velocemente eseguendo una Scarica Ex: facendo ciò Yagami Incanalerà tutta la sua energia per pochi secondi, sferrando devastanti attacchi imparabili.

Al netto di qualche compenetrazione di troppo nelle situazioni più affollate e d’una intelligenza artificiale non sempre smagliante, possiamo ritenere più che soddisfacenti le novità dedicate al combattimento, che aggiungono sempre più modi per menare le mani e farlo con stile.

Per quanto riguarda invece la parte dedicata all’investigazione, si nota un leggero miglioramento di quelle meccaniche forse troppo semplici e poco soddisfacenti presenti nel primo capitolo. Tuttavia anche in Lost Judgment questa sezione di gameplay rimane la più debole a causa di una quasi totale mancanza di libertà di approccio nelle indagini. E’ stata introdotta la possibilità di scalare delle pareti, con tanto di barra del grip, per infiltrarsi in specifici edifici. i pedinamenti invece rimangono pressoché invariati, mantenendo tutta la loro tediosità e lentezza, portando spesso il giocatore alla noia. Infine gli inseguimenti hanno ricevuto delle piccole aggiunte che vanno a rendere questa specifica parte ludica più frenetica e complessa, come gli oggetti da lanciare al nostro bersaglio in fuga e la barra della stanchezza di Yagami che se portata a zero provoca un game over.  Come è stato scritto prima, non ci sono cambiamenti di grande rilevanza e le criticità si sentono ancora, d’altro canto queste piccole modifiche e aggiunte sono comunque apprezzate.

Il Dragon Engine colpisce ancora…e ancora

Sul lato tecnico Lost Judgment non compie molti passi in avanti, risultando leggermente migliore di Yakuza: Like a Dragon. Su PS5 il Dragon Engine è al massimo della sua forma grazie anche alla potenza della console, questa contribuisce anche ad accorciare drasticamente i tempi di caricamento, che nel capitolo precedente si facevano sentire. Il complesso sistema di illuminazione regala suggestivi scorci delle due metropoli e le texture risultano più curate. I volti dei vari personaggi primari e secondari sono modellati nei minimi dettagli e le espressioni regalano un senso di realismo non indifferente.

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C’è da dire che questo motore grafico, arrivato ormai al suo quarto capitolo da quando nel 2016 fu utilizzato per la prima volta in Yakuza 6: The Song of Life, potrebbe ormai sapere di stantio e “già visto” per i fan più affezionati. Gli asset utilizzati sono un mero copia e incolla e persino i volti degli NPC e dei minion ormai possono essere riconosciuti andando a memoria. Non che ci si aspettasse un titolo originale al 100% ad un anno di distanza da Like a Dragon, però ormai si può affermare che il riciclo ed il risparmio nel settore tecnico inizino a diventare stucchevoli.

Menzione d’onore per il comparto audio, d’impatto, con melodie elettroniche che incalzano i combattimenti e brani pop che aggiungono pathos nelle fasi più emozionanti della trama. Non si esagera affermando che ci si avvicina tranquillamente alle vette raggiunte da Yakuza 0, nello specifico ambito.

In conclusione…

Lost Judgment è una riuscita evoluzione del suo predecessore, sia in merito al comparto ludico, grazie ad un combat system dannatamente divertente e ad una mole di contenuti extra da capogiro sia nella messa in scena di una trama ancor più complessa e affascinante, capace di tenere incollato il giocatore fino ai titoli di coda.

Il Liceo Seiryo con le sue Storie Scolastiche, fatte di subquests dedicate e di inediti mini giochi, aggiunge un ricco piatto di contenuti ad una già più che longeva produzione, assicurando decine di ore di gioco in più.

Qualche criticità si può ritrovare nelle fasi di gameplay dedicate alle investigazioni, troppo basilari e “guidate” anche se con qualche miglioramento qua e la rispetto a Judgment. Si ricorda che Lost Judgment è un diretto sequel di Judgment e per chi non avesse giocato quest’ultimo si sconsiglia l’acquisto.

Lost Judgment - PS5

VOTO - 8.5

8.5

/10

Lost Judgment è un Action Adventure enorme, caratterizzato da una scrittura di qualità, una mole di contenuti considerevole e da un comparto tecnico che regge ancora (con qualche acciacco) in tempi odierni. I giocatori che hanno avuto modo di conoscere le precedenti avventure di Yagami e soci non possono farsi scappare questo nuovo capitolo, che massimizza i pregi su tutti i fronti e cerca di limare i pochi spigoli del predecessore... senza però riuscirci del tutto.

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Pietro Iudici

Pietro Iudici

Ho sempre visto il mondo dei videogiochi come un ricettacolo di infinte opportunità, dove puoi essere chiunque e dovunque. Un insieme di storie che aspettano solo di essere scoperte, vissute e amate.

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