Dr Commodore
LIVE

Pegasus: hackerato anche l’iPhone di Romano Prodi

Romano Prodi confermato tra le vittime dello spyware Pegasus

Vengono a galla le identità di alcune persone spiate dal malware Pegasus, che ha colpito oltre 50.000 dispositivi. Nella lista ci sono anche degli italiani, tra i quali l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi. Le circostanze dell’attacco sono incerte, ma l’ipotesi più probabile riguarda un viaggio di lavoro in Marocco nel 2012.

“Non sono sorpreso e neanche preoccupato”

Romano Prodi è stato informato dai giornalisti del Washington Post, che ha prontamente ringraziato:

“Non sono sorpreso, e neanche preoccupato. Ho ringraziato i giornalisti del Washington Post che mi hanno avvisato, non so perché abbiano cercato di spiarmi. Mi piacerebbe sapere per conto di chi”.

Non si hanno certezze né sul colpevole, né sul movente. Riaffiora però il ricordo di un viaggio nel Sahel, nel 2012. Prodi era stato inviato speciale per conto dell’ONU. Questo sposterebbe le attenzioni sul Marocco che, sebbene non ci siano ancora conferme, sarebbe tra i Paesi più “sospetti”. Avrebbe infatti provato a impossessarsi anche dei dati dell’iPhone del Presidente francese Emmanuel Macron.

romano prodi pegasus

Il Marocco risponde alle accuse

Dopo tre giorni di indagini, lo Stato nordafricano ha risposto per le rime. Il governo ha dato mandato alla Corte di Appello di Rabat di aprire un’inchiesta contro Forbidden Stories, il gruppo non profit che, insieme ad altri sedici media internazionali, ha portato alla luce il sistema di spionaggio ad ampio raggio che ha coinvolto oltre 50.000 contatti. Non tutti i numeri telefonici presenti negli elenchi recuperati da Forbidden Stories sono stati effettivamente violati, ma hanno permesso di identificare i Paesi che usano il software Pegasus e che andrebbero di conseguenza considerati come “interessanti” in vista di una presente o futura attività di spionaggio.

Il Marocco sostiene che le accuse siano “del tutto false e infondate”, con l’obiettivo di “arrecare danni alle autorità pubbliche nazionali e di ledere gli interessi superiori del regno del Marocco”.

A rischio anche il fondatore di Telegram

Come si suol dire, i nodi prima o poi vengono al pettine. E i dettagli che emergono riguardanti Pegasus si moltiplicano. Abbiamo già parlato di come funziona lo spyware, il focus ora va alle persone colpite. Nel mirino ci sono principalmente giornalisti, politici e attivisti per i diritti umani. Spunta però anche qualche “comparsa extra” di rilevanza internazionale. Ci sarebbe ad esempio Pavel Durov, il fondatore di Telegram, che però non si dimostra preoccupato. Sul suo canale Telegram scrive:

“So che uno dei miei numeri di telefono figura in un elenco di potenziali bersagli di strumenti di sorveglianza simili (sebbene una fonte del gruppo NSO lo smentisca). Personalmente, non sono preoccupato: dal 2011, quando ancora vivevo in Russia, sono abituato a presupporre che tutti i miei telefoni possano essere compromessi“.

romano prodi pegasus durov

Un atteggiamento positivo, ma per un buon motivo. Durov continua:

“Chiunque ottenga l’accesso ai miei dati privati sarà completamente deluso: dovrà sorbirsi migliaia di concept design per le funzionalità di Telegram e milioni di messaggi relativi allo sviluppo del nostro prodotto. Non troveranno alcuna informazione importante lì”.

Durov accusa il duopolio Apple e Google

Purtroppo, non tutti possono permettersi di essere così ottimisti e Durov lo sa bene. Nel suo messaggio, denuncia i due sistemi operativi che controllano il mercato degli smartphone:

“Questi strumenti di sorveglianza vengono utilizzati anche contro persone molto più importanti di me. Ad esempio, sono stati impiegati per spiare 14 capi di stato. L’esistenza di backdoor in infrastrutture e software cruciali costituisce un’enorme sfida per l’umanità. Ecco perché ho chiesto ai governi del mondo di iniziare ad agire contro il duopolio Apple-Google nel mercato degli smartphone e di costringerli ad aprire i loro ecosistemi chiusi e consentire una maggiore concorrenza.

Fonti: LegaNerd, Il Corriere.

Articoli correlati

Laura Stefan

Laura Stefan

Scrittrice di successo dall'83, responsabile sicurezza Google e sempre in movimento tra Bali e New York con il mio jet privato.

Condividi