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La pirateria danneggia davvero le vendite?

Il mistero dello studio sulla pirateria nascosto

L’Unione Europea ha tenuto nascosto uno studio che dimostra che la pirateria non danneggia le vendite. O almeno questo è quello che molte testate hanno affermato in seguito alle dichiarazioni della European Digital Rights e del membro del Parlamento Europeo Julia Reda. 

Lo studio, condotto dalla società olandese Ecory e finanziato dall’UE con 360 mila euro nel 2013, è stato finalizzato nel 2015 ma non è mai stato pubblicato ufficialmente. È stato reso pubblico solamente nel 2017 da Julia Reda, dopo averne chiesta una copia grazie alla normativa europea sulla libertà di accesso alle informazioni.

Dalla ricerca incriminata emerge che non ci siano consistenti prove statistiche dell’influenza negativa sulle vendite causate da infrazioni sul copyright online, fatta eccezione per i film blockbuster, con un dislocamento che raggiunge il 40%.

Pirateria

Questi risultati sarebbero stati quindi tenuti nascosti dall’Unione Europea in quanto ritenuti scomodi. Ma è davvero così semplice trarre una conclusione da tutto ciò? Approfondiamo la questione.

L’Unione Europea ha tenuto nascosto dei dati scomodi?

Secondo quanto riportato da Marketly, un’azienda specializzata nell’antipirateria, lo studio non sarebbe stato pubblicato in quanto ritenuto inconcludente per il loro fine, ovvero consolidare le argomentazioni a favore delle leggi a tutela del copyright.

Nulla di scomodo da tenere lontano da occhi indiscreti insomma, ma ciò non risponde al quesito fondamentale: la pirateria è effettivamente dannosa per le vendite?

La pirateria è davvero dannosa?

Potremmo già concludere il discorso con un gigantesco ““, ma andiamo con ordine.

Lo studio in questione non ha evidenziato consistenti prove statistiche dell’influenza negativa sulle vendite per infrazioni sul copyright online, ma non rifiuta categoricamente il fatto che la pirateria danneggi le vendite.

Come abbiamo detto poco fa, l’influenza negativa maggiore si ha sui film con maggiori incassi, con un dislocamento del 40%. Questo significa che ogni 10 film guardati o scaricati illegalmente, 4 film in meno vengono visti legalmente.

Tutto ciò si traduce in una perdita del 5% degli incassi totali. Considerando che i 10 film con più incassi nel 2017 hanno coperto da soli oltre un terzo dell’intero box office, che ammonta a quasi 11 miliardi di dollari, capiamo che si tratta di perdite enormi.

Inoltre esistono numerose ricerche, sia antecedenti che postume a quella in questione, che provano l’effettiva dannosità della pirateria.

Una meta-analisi della Technology Policy Institute ha infatti considerato 25 studi e ha concluso che il 90% di questi trova una correlazione significativa tra la pirateria e il calo delle vendite

Ad aggravare la situazione c’è l’ormai consolidata idea che la pirateria non sia un male così grave. Basti pensare che non esiste una distinzione netta tra fruitori di contenuti legali e non, gli utenti considerano i due mezzi equivalenti, probabilmente anche a causa dell’estrema facilità con cui è possibile trovare prodotti piratati, siano essi film, serie tv, libri o videogiochi.

“È inutile combattere la pirateria, la chiave è abbattere la domanda di pirateria”

afferma Nelson Granados, direttore esecutivo di Institute for Entertainment‚ Media‚ Sports and Culture. E voi, siete d’accordo?

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