Dr Commodore
LIVE
Wonder Egg Priority

Cosa è successo a Wonder Egg Priority, e perché dovrebbe interessarvi

Dopo diversi mesi di pausa Wonder Egg Priority è tornato al cospetto del suo pubblico per calare il sipario sulla sua narrazione, mettendo così fine ad uno dei titoli originali più interessanti ed ispirati che il panorama televisivo giapponese abbia offerto negli ultimi anni, ma anche e soprattutto ad una produzione tanto tanto ambiziosa quanto travagliata. Wonder Egg Priority esce di scena mostrando cristalline le sue crepe, e con esse quelle ancora più grandi dell’industria che gli ha dato vita.

Quando alla fine di questa stagione invernale si venne a sapere che l’episodio conclusivo di Wonder Egg Priority sarebbe stato rimandato di ben tre mesi, una considerevole fetta di spettatori fu colta di sorpresa. D’altronde la serie si era proprio distinta per la sua eccelsa qualità tecnica, e vederla subire un ritardo così drastico, quasi come se fosse uno di quei progetti alla deriva, entrava semplicemente in contrasto con tutto ciò che invece era apparso su schermo fino a quel momento. Eppure Wonder Egg Priority è stato alla deriva per davvero, e la causa principale è esattamente quell’inflessibile ambizione che ha reso i suoi episodi una gioia per gli occhi.

Qualora steste pensando che andare in contro a due rinvii diversi non sia affatto normale per uno show così affascinante e ben curato, allora sappiate che avete ragione, e che di normale nell’industria d’animazione giapponese non c’è proprio nulla. Sia ben chiaro che non è certo la prima volta che escono fuori notizie di produzioni finite tragicamente in disastro, ma in questi casi la realizzazione del fallimento viene in qualche modo giustificata da un altrettanto disastro gestionale e amministrativo che ha causato il collasso. Eppure Wonder Egg Priority deve il suo crollo ad un errore diverso: quello di aver provato a tirar fuori un prodotto eccelso in un’industria disegnata apposta per soffocare la qualità in favore della quantità.

Wonder Egg Priority

Una volta raggiunto il suo dodicesimo episodio, momento in cui le impercettibili problematiche produttive erano invece diventate parecchio evidenti sul versante della narrazione, Wonder Egg Priority aveva già mandato qualcuno all’ospedale, reclutato disperatamente chiunque fosse disponibile a tappare le sue mancanze, e consegnato comunque diversi episodi pochissimo tempo prima della loro effettiva messa in onda. Non importa quante persone avessero portato a bordo, l’episodio finale era banalmente troppo indietro per essere concluso durante la restante settimana.

Eppure per quanto la grande quantità di afflusso internazionale all’interno dello staff sia stata d’aiuto specialmente nella seconda metà, la serie è comunque riuscita a preservare la sua identità visiva e qualità tecnica facendo sì che il lavoro non sfuggisse mai veramente dalle mani del piccolo gruppo di membri principali del suo staff — quelli a cui è legata la vera essenza dell’anime. Abbiamo avuto modo di parlare direttamente con un nostro connazionale coinvolto nella produzione (e di recente è anche uscita un’ulteriore intervista sull’argomento), e il racconto che ne è emerso è stato quello di un progetto che ha fornito a tanti appassionati dell’animazione giapponese in toto la possibilità di entrare a far parte del settore, contribuendo alla creazione di un anime.

Nonostante le strette scadenze, il soffocante clima di stress e il peso delle aspettative, le dichiarazioni provenienti da chi ha partecipato al progetto sono state sempre pregne positività e gratitudine, proprio a confermare il livello di coinvolgimento emotivo che Wonder Egg Priority è riuscito a trasmettere — estesosi incominciando dal regista, Shin Wakabayashi. L’altro lato della medaglia però, è che questa opportunità è nata come conseguenza delle pessime condizioni di lavoro in cui il team si è ritrovato a dover navigare. Il che è ironico, considerando che molti dei nuovi arrivati, attenti seguitori del settore, hanno per anni denunciato queste dinamiche di abuso.

Wonder Egg Priority

Non che ci sia da cogliere alcuna ipocrisia, perché la verità è che quest’industria non può essere salvata da fuori. I problemi che la affliggono provengono dall’alto — sono strutturali, e tali devono essere le misure adottate per correggerli, laddove ci fosse davvero la volontà di farlo. Un gruppo di adolescenti appassionati e con tanta voglia di fare non può assumersi il peso della responsabilità di trovare una soluzione al posto di chi ha causato il problema, e qualora la decisione fosse quella di dissociarsi da certe dinamiche, possiamo star certi che non faremmo un torto a nessuno, perché semplicemente arriverebbero nuovi sostituti. La difficoltà nel trovare nuove leve è un fatto accertato e prima o poi bisognerà fare i conti con tutte le sue conseguenze, ma la situazione non è ancora così grave da ingigantire il valore dei singoli individui in posizioni secondarie fino a quel punto.

Se da un lato l’incredibile capacità dell’industria degli anime di tagliare le gambe ai propri titoli di punta è un qualcosa di cui ogni appassionato di questo mondo dovrebbe interessarsi e preoccuparsi per ovvie ragioni, è anche vero che chiunque si ritrovi alle redini di un progetto deve sapersi adattare al contesto che lo circonda, per quanto sbagliato o ingiusto possa essere. Le proprie decisioni non avranno a che vedere soltanto con la qualità finale del prodotto, ma anche con la salute fisica e mentale di chi partecipa alla sua realizzazione. Ricoprire un ruolo amministrativo vuol dire assumersi delle responsabilità, e il loro peso deve necessariamente spingere verso la ricerca di un ragionevole compromesso.

Wakabayashi invece ha perseverato fino alla fine pur non avendo particolare esperienza nel ruolo di regista, ma la cosa più curiosa è che nessuna delle personalità che avrebbe potuto è intervenuta concretamente per modificare questa situazione — a testimoniare ancora una volta come Wonder Egg Priority sia un progetto nato per essere soltanto quello che è stato. Piuttosto il comitato di produzione ha provato maldestramente ad ingannare gli spettatori facendo passare l’episodio recap come fosse già pianificato, attribuendogli un numero intero, l’ottavo, piuttosto che un decimale, come si è soliti fare. 

Sommando quindi il tentativo da parte di Aniplex e Co. di sotterrare la vicenda e la costante qualità tecnica dell’anime, è ancora più difficile biasimare chi è rimasto di stucco dopo l’annuncio del rinvio del tredicesimo episodio. È lì che la verità è venuta a galla.
Per tutte le ragioni che vi abbiamo spiegato finora, ci son voluti tre mesi affinché lo staff riuscisse, ancora una volta con enormi difficoltà, a mettere la parola “fine” alla storia. Ma quando questa è arrivata la maggior parte del pubblico è rimasto deluso da una storia giudicata come inconcludente e per certi versi persino contraddittoria.

Sin dall’annuncio dello staff che avrebbe lavorato alla serie alcuni avevano fatto notare come lo sceneggiatore Shinji Nojima fosse alla sua prima esperienza nel mondo degli anime. Non che questo dato da solo sia sufficiente a presagire chissà quale imminente disastro, ma è chiaro che lavorare alla sceneggiatura di una serie che vedrà luce attraverso un medium mai esplorato prima — con tutte le sue particolarità e unicità — significa accollarsi il rischio che qualcosa possa effettivamente sfuggire dal proprio controllo o comunque non rivelarsi all’altezza di ciò che si ha in mente. Sta di fatto, però, che Nojima non è uno sceneggiatore in erba, e anzi ripercorrendo la sua estesa carriera possiamo arrivare a comprendere il perché della sua presenza all’interno di Wonder Egg Priority

Parliamo di un individuo che ha debuttato in questo ruolo nel lontano 1988, sfornando negli anni ‘90 una serie di dorama (ドラマ) che esploravano tematiche molto delicate e che abbiamo avuto modo di ritrovare in questa serie, quali l’abuso sessuale e il suicidio. E non finisce qui, perché un’altra tematica ricorrente all’interno delle sue sceneggiature è quella LGBTQ+: tra omosessualità e protagonisti dichiaratamente transessuali, la presenza di un personaggio come Momoe non stupisce affatto. L’evoluzione che i dorama giapponesi hanno avuto nel tempo ha reso sempre più difficile l’integrazione di queste tematiche all’interno delle loro storie, e per questo Nojima ha recentemente provato a volgere il suo sguardo altrove.

Wonder Egg Priority

E quindi eccolo approdato su Wonder Egg Priority, al fianco di un regista che deve evidentemente aver trovato in lui la figura perfetta per raccontare una storia che esplori le diverse problematiche della donna all’interno della società senza riserve né offensive semplificazioni. Eppure quello che ci siam ritrovati davanti è una storia che ha aperto enormi voragini senza essere riuscita a tapparle per bene, ma questo non a causa dell’inesperienza, quanto piuttosto di idee poco chiare e della presenza di conflitti di visione con il regista Wakabayashi.

Il quarto episodio della serie ha generato diverse polemiche a causa di alcune affermazioni sessiste compiute da Acca e Ura-Acca, i quali dichiarano che generalmente le donne e gli uomini compiono il gesto estremo per motivazioni diverse. E, come del resto ci si aspetterebbe da questo tipo di dichiarazioni, quelle degli uomini sarebbero legate alla razionalità, mentre per le donne è piuttosto una questione emotiva. A distanza di poco, però, Acca e Ura-Acca arrivano stranamente alla conclusione che invece non è una questione di sesso.

Come se non bastasse, Wakabayashi stesso ha successivamente specificato che in quella scena Neiru avrebbe dovuto contraddire con maggiore enfasi le affermazioni dei due manichini, ma che alla fine è stato deciso, a giudizio del regista erroneamente, di eliminare la risposta del personaggio. Mentre questo spiacevole avvenimento risulta essere forse la riprova più evidente delle problematiche di scrittura che hanno afflitto Wonder Egg Priority, risulta comunque strano vedere proprio Nojima, tra tutti, mettere la firma su affermazioni così controverse. In seguito hanno iniziato a girare alcune affermazioni dello sceneggiatore che… banalmente non sono in linea con l’idea che la maggior parte del pubblico si era fatta di lui dando uno sguardo al suo passato.

Non possiamo sapere, ne probabilmente mai sapremo, cos’è successo esattamente a questa storia: se sia stata pensata in questo modo sin dall’inizio o sia il frutto di un qualche compromesso, né men che meno come e in favore di chi abbia funzionato questo bilanciamento tra due figure così incisive come quella del regista e dello sceneggiatore. A prescindere da tutto, chi scrive è dell’opinione che, per quanto importante, il finale non sia altro che il coronamento, giusto o sbagliato, di un viaggio che non può essere completamente oscurato dagli ultimi venti minuti di tragitto. 

Wonder Egg Priority si fermerà qui senza se e senza ma perché non è mai stato pensato per continuare, e nonostante per alcuni potrà, anche comprensibilmente, passare alla storia come una “delusione”, Wakabayashi si augura che un giorno possiate ricordare Ai, Neiru, Rika e Momoe come un gruppo di amiche che hanno iniziato a vivere seguendo le loro priorità.

Wonder Egg Priority

Articoli correlati

Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

Condividi