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Il mining rallenta mentre la Cina vieta le criptovalute

Bitcoin in caduta libera, il mining soffre

È un maggio da incubo per il Bitcoin e, più in generale, per l’intero mercato delle criptovalute. Tra i motivi del crollo spiccano tre elementi già di per sé fonte di discussione: Elon Musk, la Cina e la sostenibilità. A risentire particolarmente del ribasso ci sono le attività legate al mining.

Tesla si allontana, il Bitcoin non è abbastanza “green”

Prima aveva contribuito a portarli a record storici, ora li affossa: Elon Musk ha deciso che Tesla non accetterà più pagamenti in Bitcoin, perché non sarebbero abbastanza “green”. Bitcoin utilizza infatti il sistema “Proof of Work” (PoW), per cui l’estrazione di un singolo token richiede un’enorme quantità di calcoli, quindi potenza di elaborazione e di conseguenza energia. Nello specifico, un Bitcoin richiede circa 114 TWh per essere estratto, quando monete più sostenibili come Ethereum Classic (ETC) e Monero (XRM) utilizzano appena 1 TWh.

La Cina vieta le criptovalute alle istituzioni finanziarie

Il colpo di grazia arriva da Oriente. La Cina ha vietato alle istituzioni finanziarie ogni tipo di attività legata alle criptovalute, avvertendo al contempo gli investitori sulla volatilità delle valute virtuali. Questa volta l’ambiente non c’entra affatto, la preoccupazione riguarda l’instabilità dei prezzi.

Di recente i valori delle criptovalute sono schizzati e crollati e il trading speculativo è ripreso, infrangendo la sicurezza delle proprietà delle persone e interrompendo il normale ordine economico e finanziario“, spiegano in una nota le tre associazioni China Internet Finance Association, China Banking Association e China Payment and Clearing Association.

Di conseguenza, le istituzioni non dovranno utilizzare le criptovalute in alcun modo, dato che “non sono supportate dal valore reale e il loro prezzo è estremamente facile da manipolare”, e le transazioni “non sono protette dalla legge [cinese]”. Per ora, il possesso privato di criptovalute non è interessato da questo provvedimento.

mining criptovalute

Blocco anche per mining e attività affini

Già nelle prime ore successive all’annuncio, era chiaro che acquistare e scambiare criptovalute in Cina sarebbe stato molto più complicato. A causa dei rischi normativi, le aziende che offrono prodotti e servizi relativi al mining di criptovalute stanno sospendendo le loro attività in Cina. Alcuni operatori, come BTC.TOP, hanno specificato che continueranno o sposteranno il loro business all’estero.

Il valore attuale del Bitcoin

Il crollo del Bitcoin ha portato con sé l’intero mercato delle criptovalute, che attualmente si trova a un all time low. La Cina rappresenta quasi il 70% del mining complessivo di criptovalute, quindi il giro di vite avrà un impatto notevole a livello globale. Nonostante ciò, in questo momento Bitcoin viene scambiato a quasi 38.000 dollari, dopo un rimbalzo dai 32.200 dollari di ieri. Gli analisti ipotizzano un rialzo fino alla resistenza dei 40.000 dollari, ma ulteriori restrizioni dalla Cina potrebbero riportare verso il basso la valuta digitale.

mining bitcoin grafico

Fonti: EveryEye, Finanza.com, Gadgets360.

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Laura Stefan

Laura Stefan

Scrittrice di successo dall'83, responsabile sicurezza Google e sempre in movimento tra Bali e New York con il mio jet privato.

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